Concetti Chiave
- Nel primo libro dei "Tristia", Ovidio esprime nostalgia per Roma e i suoi affetti, descrivendo anche il viaggio per mare verso Tomi.
- Il secondo libro è un'elegia ad Augusto, dove Ovidio cerca di difendere la sua poesia dall'accusa di immoralità sperando nella revoca dell'esilio.
- Nei tre ultimi libri dei "Tristia", le elegie descrivono la sua infelice condizione e la desolazione della Scizia, affidando alla poesia il compito di consolarlo.
- Le "Epistulae ex Ponto" sono lettere in versi a familiari e amici influenti, attraverso cui Ovidio implora aiuto per tornare in patria.
- L'"Ibis" è un poemetto in distici elegiaci dove Ovidio attacca un avversario anonimo, utilizzando invettive e riferimenti mitologici.
Tristia
Ovidio soprattutto nel primo libro dei tristia esprime il rimpianto per Roma è la sua vita brillante e il dolore per gli affetti lontani e descrive le insidie dell'altra restata in mezzo ai flutti invernali dell'Adriatico e del mare Egeo per arrivare a Tomi.
Il secondo libro dei tristia è un'unica lunga ELEGIA ad Augusto con cui Ovidio spera che il provvedimento dell'esilio possa essere revocato e quindi cerca di scaglionare la sua poesia dall'accusa di immoralità. Nei tre libri successivi compaiono spesso elegie rivolte a un destinatario preciso, ma non citato, perché citarlo avrebbe voluto dire coinvolgere il destinatario nei suoi guai. Sono componimenti i cui oltre alla sua infelice condizione viene decritta la desolazione della Sciizia il paese in cui si trova, i suoi inverni rigidi. Ovidio assegna alla poesia il compito non solo di consolare il suo dolore, ma chiede aiuto per superare la negatività del presente con la fama, con l'assicurazione della fama e dell'immortalità futura.
Epistulae ex ponto
I temi sono comuni. Sono lettere in versi con i nomi dei destinatari che sono la moglie i famigliari e qualche personaggi importanti. Li vita perché chiede agli amici influenti di aiutarlo a rientrate in patria. Uno degli interlocutori è germanico, ma anche lui non lo aiuta.
Ibis
È un poemetto in distici elegiaci ad imitazione di un omonimo poemetto che callimaco aveva indirizzato ad un suo avversario. Nell'ibis attacca un anonimo personaggio che cercava di trasformare la sua Relegatio in Exilium (exilium era peggiore della Relegatio perché implicava la perdita dei beni di cui si voleva impossessare l'avversario). Ovidio dapprima presenta una serie di invettive contro l'accusatore e poi elenca una serie di vicende mitiche di personaggi ricche di sventure che augura al suo avversario.
Perché l'ibis è un uccello stereocoreo.
C'è un sperimentalismo con cui Ovidio rivista i generi letterari. La scrittura con una grande raffinatezza stilistica unisce la perizia tecnica formale alla musicalità del verso. C'è un diffuso uso di figure retoriche e sapiente è la collocazione di parole nel verso.
Comune a tutte le opere è l'arte allusiva e l'intertestualita per cui abbiamo riferimenti alla letteratura greca poeti latini contemporanei, pressoché costante è l'uso del mito.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del primo libro dei "Tristia" di Ovidio?
- Qual è l'obiettivo di Ovidio nel secondo libro dei "Tristia"?
- Quali sono i temi trattati nelle "Epistulae ex Ponto"?
Nel primo libro dei "Tristia", Ovidio esprime il rimpianto per Roma e la sua vita passata, oltre al dolore per gli affetti lontani, descrivendo le difficoltà del viaggio verso Tomi.
Nel secondo libro dei "Tristia", Ovidio spera che l'esilio possa essere revocato e cerca di difendere la sua poesia dall'accusa di immoralità attraverso un'elegia ad Augusto.
Nelle "Epistulae ex Ponto", Ovidio scrive lettere in versi a familiari e amici influenti, chiedendo aiuto per tornare in patria, ma non riceve supporto, nemmeno da Germanico.