giannyetonia
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Concetti Chiave

  • Quinto Orazio Flacco è stato un importante poeta lirico dell'antica Roma, nato a Venosa nel 65 a.C. e noto per la sua educazione raffinata e il legame con Mecenate.
  • Gli Epodi di Orazio, caratterizzati da un linguaggio aggressivo, riflettono la sua situazione personale e imitano modelli greci come Archiloco, pur mantenendo un'originalità nei contenuti.
  • Le Satire di Orazio, pubblicate in due libri, esplorano temi di moralità e moderazione con un tono ironico, ispirandosi a Lucilio e riflettendo concetti epicurei come l'autosufficienza e l'amicizia.
  • Le Odi di Orazio, distribuite in quattro libri, fondono temi politici e privati, influenzati da poeti greci come Alceo e Saffo, ma presentano un'originalità nei contenuti.
  • Un tema centrale nelle Odi è la brevità della vita, espressa nel celebre motto "carpe diem", che invita a vivere pienamente il presente.

Quinto Orazio Flacco è il più grande poeta lirico.
Egli nacque a Venosa l'8 dicembre del 65 a.C., figlio di un liberto (ex schiavo) possidente di una piccola proprietà, a Roma divenne esattore in vendite all'asta così da assicurargli la migliore educazione. A vent'anni, Orazio, si recò in Grecia per perfezionare gli studi e le sue conoscenze filosofiche; la Grecia, però, era la base militare di Bruto e egli affascinato dagli ideali della libertas interruppe gli studi per arruolarsi. Dopo la sconfitta di Filippi (42 a.C) la sua carriera militare terminò e solo grazie ad un'amnistia potè tornare a Roma (41 a.C); ma poichè il podere di Venosa gli fu confiscato per mantenersi divenne scriba quaestorius. In questo periodo iniziò la sua carriera poetica: conobbe Virgilio e Vario, lo presentarono a Mecenate (38 a.C.) che lo ammise nel suo circolo donandogli un podere in Sabina. Nel 17 Augusto l'incaricò di comporre il Carmen saeculare, un'inno agli dei affinchè proteggessero Roma, in occasione dei ludi saeculares. Infine, Augusto gli chiese di diventare suo segretario ma egli rifiutò. Morì, due mesi dopo Mecenate, il 27 novembre dell'8 a.C.

Gli Epodi

Sono diciassette componimenti scritti fra il 41 e il 30 e pubblicati nel 30 insieme al II libro delle Satire. Il titolo "epodo" significa che un verso più corto segue uno più lungo, Orazio li chiama anche "iambi" (ritmo giambico). La caratteristica di questi componimenti è: l'aggressività, dovuta alla situazione personale, quindi è normale trovare toni polemici, carichi e un linguaggio violento; ma anche all'imitazione dei modelli greci: Archiloco, Ipponatte, Callimaco e Lucido. Egli riprende l'aggressività (animi) ma non i contenuti (res), quindi è un'imitazione originale. Infatti, Archiloco dà voce alle passioni di un aristocratico, mentre Orazio scrive sotto il dominio dei triumviri, quindi è aggressivo verso bersagli minori, anonimi o fittizi. Da Callimaco, invece, riprende la varatio (varietà argomenti): epodo proemiale, di invettiva, erotici, civili, isolati.
Epodo di Strasburgo (Archiloco): il nemico è un ex amico che l'ha offeso e tradito.
Epodo 10 (Orazio): non sappiamo chi sia Mevio nè perchè ce l'abbia con lui.

Le Satire
Il I libro di dieci satire, dedicato a Mecenate fu pubblicato nel 33; il II libro nel 30 insieme agli Epodi. Il titolo originale "Sermones" significa conversazioni che coinvolgono gli interlocutori, poeti, letterati e politici del circolo di Mecenate. Quintiliano affermò "la satira è certamente un genere tutto nostro", in quanto riteneva che nessun autore greco avesse ispirato i satirici latini; infatti il modello di Orazio è Lucilio (da Ennio). Costui aveva fissato: l'uso dell'esametro e della satira come strumento di aggressione personale, conosceva una grande varietà di temi, soprattutto l'autobiografia. Orazio, sottolinea le differenze relative allo stile e all'aggressività: in lui sempre riferita a una ricerca morale ma con un tono benevolmente ironico; mentre in Lucilio è vivo il piacere dell'aggressione e della polemica. Le satire si dividono in 'diatribiche' (discussione morale) e 'descrittive'. Gli obiettivi della ricerca oraziana sono: l'autarkeia (autosufficienza), cioè riflettere sui vizi per arrivare a dominare le passioni, e la metriotes (moderazione), cioè il 'giusto mezzo' per trovare l'equilibrio interiore. Questi sono due concetti ripresi dall'epicureismo, che limitava la voluptas alla soddisfazione dei bisogni naturali; un'altro tema fondamentale è la philia (amicizia), cioè la solidarietà verso il mondo esterno. Ma Orazio è orgoglioso soprattutto del suo buon senso, appreso dalla vita quotidiana, di cui il maestro fu suo padre.

Le Odi
I primi tre libri vennero pubblicati nel 23; il quarto nel 13. Questi hanno un'impostazione dialogica; le odi di apertura e chiusura sono dedicate a personaggi importanti, mentre nelle altre si alternano temi politici e temi privati, stile alto e stile leggero (variatio). I modelli greci a cui Orazio si ispira sono: Alceo, Saffo, Stesicoro, Bacchilide, Simonide e Pindaro. Orazio, però, afferma che è un imitatio solo nelle regole del genere letterario, ma è originale nei contenuti.

ALCEO: ripreso per le ODI CIVILI; Alceo, era un aristocratico impegnato nella politica, mentre Orazio vive alla ricerca della felicità interiore; Alceo scrive per i simposi, mentre Orazio per la lettura.
SAFFO: ripresa per le ODI EROTICHE; Orazio però, poichè ormai ha raggiunto l'equilibrio interiore distaccandosi dalle passioni, contempla l'amore fatto di serenate, incontri.. ma guarda in modo ironico il giovane innamorato.
PINDARO, STESICORO, BACCHILIDE e SIMONIDE: ripresi per la LIRICA CORALE; Orazio sa che Pindaro è un modello difficile da imitare e lo ritiene un maestro nello stile e nelle idee, in quanto riteneva che la poesia donasse immortalità al poeta. Infatti, sembra che fosse ispirato dagli dei e Orazio dopo due episodi si convise di possedere la stessa ispirazione (non fu sbranato dai lui e evitò la caduta di un albero).
Altri tipi: ODI GNOMICHE, cioè di riflessione; ODI RELIGIOSE, cioè gli inni; ODI ROMANE non è servilismo ma encomio.

Il tema fondamentale delle Odi è la: brevità della vita che porta a vivere le gioie del momento senza perdersi nelle paure e nelle speranze. Infatti, è proprio di Orazio il motto 'carpe diem', ovvero un'invito vivere ogni giorno della vita come se fosse l'ultimo, tenendo presenti la felicità già vissuta e i beni già goduti; il luogo più sereno per lui è l'angulus.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Quinto Orazio Flacco e quale fu il suo percorso formativo?
  2. Quinto Orazio Flacco era un poeta lirico nato a Venosa nel 65 a.C. Figlio di un liberto, ricevette un'ottima educazione a Roma e si recò in Grecia per perfezionare i suoi studi filosofici. Tuttavia, interruppe gli studi per arruolarsi con Bruto, ma dopo la sconfitta di Filippi tornò a Roma e iniziò la sua carriera poetica.

  3. Quali sono le caratteristiche principali degli "Epodi" di Orazio?
  4. Gli "Epodi" di Orazio sono caratterizzati da un'aggressività dovuta alla sua situazione personale e all'imitazione dei modelli greci come Archiloco. Sono diciassette componimenti con toni polemici e un linguaggio violento, ma con un'imitazione originale nei contenuti.

  5. In che modo Orazio si differenzia da Lucilio nelle sue "Satire"?
  6. Orazio si differenzia da Lucilio nelle "Satire" per il suo tono benevolmente ironico e la ricerca morale, mentre Lucilio era più aggressivo e polemico. Orazio si concentra su concetti come l'autarkeia e la metriotes, ispirati dall'epicureismo, e valorizza la philia e il buon senso appreso dal padre.

  7. Quali sono i modelli greci a cui Orazio si ispira nelle "Odi" e come li interpreta?
  8. Nelle "Odi", Orazio si ispira a modelli greci come Alceo, Saffo, Pindaro, Stesicoro, Bacchilide e Simonide. Tuttavia, afferma di essere originale nei contenuti, adattando le regole del genere letterario alle sue esperienze e riflessioni personali, come la ricerca della felicità interiore e l'equilibrio.

  9. Qual è il tema fondamentale delle "Odi" di Orazio e quale motto lo rappresenta?
  10. Il tema fondamentale delle "Odi" di Orazio è la brevità della vita, che invita a vivere le gioie del momento senza perdersi nelle paure e nelle speranze. Il motto che lo rappresenta è "carpe diem", un invito a vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, valorizzando la felicità già vissuta.

Domande e risposte