Concetti Chiave
- Orazio, poeta dell'epoca augustea, eccelle nel trasferire i ritmi eolici nella poesia latina, esprimendo orgoglio per i suoi risultati.
- La filosofia di vita di Orazio si focalizza sul "Carpe Diem", esortando a cogliere l'attimo senza preoccuparsi del futuro.
- Nei suoi testi, Orazio sottolinea l'importanza di vivere ogni giorno come l'ultimo, evidenziando l'ineluttabilità della morte.
- Orazio critica l'accumulo di ricchezze e le precauzioni contro la morte, ritenendole inutili nell'aldilà.
- Sebbene non filosofo, Orazio abbraccia la filosofia epicurea, promuovendo il piacere e il distacco dalla vita politica.
Orazio
Orazio fu un poeta dell’epoca augustea di umili origini, che nonostante ciò, divenne maestro della letteratura latina, egli infatti fu il primo a trasferire nella poesia italica i ritmi eolici. Dal suo Carmina III,30 traspare un giustificato orgoglio per i traguardi raggiunti grazie ai propri sforzi.
La filosofia di vita di Orazio si basa sul godimento del presente e sul vivere la propria vita giorno per giorno, senza pensare al futuro. Questi temi si possono ritrovare anche in altre sue poesie: nel “Carpe Diem” il poeta, parlando con Leuconoe, la esorta a cogliere l’attimo e ad essere il meno possibile fiduciosa nel domani (“carpe diem, quam minimum credula postero” al verso 8), poiché la vita è fuggevole e non ci si può permettere di sperare nel futuro.
Anche in “Paesaggio Invernale” Orazio rende chiaro il suo pensiero: discorrendo con Taliarco, lo invita a vivere ogni giorno come se fosse il suo ultimo, essendo la morte ineluttabile, e a non disprezzare, finché è giovane, i dolci amori e le danze (“nec dulcis amores sperne puer neque tu choreas” versi 15-16); lo invita soprattutto a non chiedersi cosa accadrà domani.
Infine, ne “Lo Scorrere del Tempo”, rivolgendosi a Postumo, Orazio ribadisce il tema della fuggevolezza della vita umana e la necessità di viverla appieno. Il poeta ricorda come siano effimere le precauzioni contro la morte, come i sacrifici agli dei, (“si trecenis quotquot eunt dies, amice, places illacrimabilem Plutona tauris” versi 5-7) e inutile l’accumulo delle ricchezze, che, una volta nell’oltretomba, non servono più a nulla.
Orazio non è un filosofo ma si definisce seguace della filosofia epicurea, la quale predica il disimpegno dalla vita politica e la ricerca del piacere. Egli stesso al verso 16 dell’”Espistola all’amico Tibullo”, si definisce in modo auto ironico “porcum de gregi Epicuri”, poiché gli adepti del pensiero di Epicuro, erano visti nella società romana come porci, in quanto non seguivano i valori del mos maiorum. Il poeta tuttavia ne era fautore e questa concezione filosofica è riconoscibile in molti dei suoi scritti.
Domande da interrogazione
- Qual è la filosofia di vita di Orazio espressa nelle sue opere?
- Come Orazio esprime il tema della fuggevolezza della vita?
- Qual è il legame tra Orazio e la filosofia epicurea?
La filosofia di vita di Orazio si basa sul godimento del presente e sul vivere giorno per giorno, senza pensare al futuro, come evidenziato nel "Carpe Diem" e in altre poesie.
Orazio esprime il tema della fuggevolezza della vita invitando a vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo e sottolineando l'inutilità delle precauzioni contro la morte e dell'accumulo di ricchezze, come visto in "Lo Scorrere del Tempo".
Orazio si definisce seguace della filosofia epicurea, che predica il disimpegno dalla vita politica e la ricerca del piacere, e questa concezione è riconoscibile in molti dei suoi scritti.