Concetti Chiave
- Gli "Epodi", scritti tra il 41 e il 30 a.C., riflettono una fase difficile della vita di Orazio, influenzata dalla sua situazione economica e dalla delusione post-Filippi.
- Inizialmente chiamati "Iambi", gli "Epodi" si ispirano agli scritti di Archiloco, ma si differenziano per il focus su personaggi generici anziché nobili.
- Le "Satire" di Orazio, composte in due libri, si basano sugli scritti di Lucilio, pur criticandone lo stile, e si distinguono per un linguaggio elegante e colto.
- Il primo libro delle "Satire" esplora temi morali attraverso esempi positivi e negativi, con riflessioni sui vizi umani e esperienze personali di Orazio.
- Il secondo libro delle "Satire" abbandona un approccio didascalico, enfatizzando il disincanto e la fuga come soluzioni, esplorando dialoghi e situazioni filosofiche.
Epodi e Satire
Epodi
Scritti tra il 41 e il 30 a.C., durante una fase giovanile e cupa della vita di Orazio. Egli era infatti afflitto da problemi economici, dalla delusione a seguito della battaglia di Filippi e non era ancora entrato nel circolo di Mecenate.Inizialmente gli "Epodi" vennero chiamati "Iambi", dalla forte invettiva: si ispiravano infatti agli scritti del poeta greco Archiloco; da lui tuttavia copiò solamente il modello e gli argomenti, non riuscendo mai ad eguagliarne la "vis". Se Archiloco si rivolgeva nei suoi scritti ai nobili del suo tempo, Orazio si rivolgeva invece ad oggetti generici, quali i civili, l'arricchito, la strega e il poetastro. Il nome "Epodi" venne dato infine per indicare la struttura metrica, nella quale il secondo verso è più breve del primo.
Satire
Composte da due libri, scritti in esametri, il primo libro, scritto tra il 35 e il 33 a.C. è dedicato a Mecenate; il secondo, scritto nel 30 a.C., consta di 8 satire e venne pubblicato insieme agli Epodi.I modelli a cui Orazio si ispira sono gli scritti di Lucilio, considerato l'inventore di questo genere; egli viene però criticato dallo stesso Orazio, in quanto il suo stile viene giudicato "fangoso" e perciò inferiore ai modelli greci.
La satira di Orazio può essere facilmente considerata una "diatriba", ovvero un discorso popolare filosofico (Bione di Boristene). I temi sono principalmente l'"autarcheia", cioè l'autosufficienza, e la "metriotes", ovvero la "via di mezzo".
Lo stile è molto elegante e raffinato, il linguaggio colto.
- Nel primo libro egli analizza principalmente una morale pratica, confrontando un esempio positivo, costituito da Orazio stesso e i suoi amici, ed un esempio negativo, ovvero i bersagli delle satire. Gli argomenti maggiormente trattati sono: riflessioni sui vizi umani (I-III), il viaggio con Mecenate e Virgilio (V), difesa del proprio modo di fare rispetto a Lucilio (IV), maga Canidia (VIII), il seccatore (IX).
- Il secondo libro si può descrivere con le parole disincanto e fuga. Gli interlocutori diventano la vox loquens; non c'è più un programma didascalico, ma la fuga è interpretata come l'unica soluzione (fuga alla Villa Sabina, "autarcheia"). Gli argomenti principali sono: il dialogo con lo stoico Damasippo (III), il dialogo con il servo Davo durante le Saturnali (VIII), un indovinello, una sontuosa cena (VIII).
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali influenze letterarie degli "Epodi" di Orazio?
- Quali temi principali emergono nelle "Satire" di Orazio?
- Come si differenzia lo stile di Orazio rispetto a quello di Lucilio nelle "Satire"?
Gli "Epodi" di Orazio si ispirano agli scritti del poeta greco Archiloco, copiandone il modello e gli argomenti, ma senza eguagliarne la forza espressiva. Orazio si rivolge a oggetti generici come i civili e la strega, a differenza di Archiloco che si rivolgeva ai nobili del suo tempo.
Nelle "Satire" di Orazio emergono temi come l'autosufficienza ("autarcheia") e la "via di mezzo" ("metriotes"). Il primo libro si concentra su una morale pratica, mentre il secondo libro è caratterizzato da disincanto e fuga, con dialoghi filosofici e riflessioni sui vizi umani.
Orazio critica lo stile di Lucilio definendolo "fangoso" e inferiore ai modelli greci. In contrasto, lo stile di Orazio nelle "Satire" è elegante e raffinato, con un linguaggio colto, e si avvicina a una "diatriba" filosofica.