Antonella912
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Concetti Chiave

  • Cesare è rappresentato come un tiranno spogliato di clementia, simbolo del furor e delle forze irrazionali.
  • Lucano inizialmente associa Cesare a Nerone, ma poi enfatizza il fato indeterminato come tema centrale dell'opera.
  • Pompeo evolve durante la narrazione, comprendendo che la morte per una causa giusta è il suo riscatto morale.
  • I compagni di Cesare e Pompeo sono caratterizzati da tratti distintivi: Cesariani fortunati e sanguinari, Pompeiani sfortunati ma valorosi.
  • Catone è l'eroe stoico dell'opera, che combatte contro il fato malvagio, consapevole della sua inevitabile sconfitta.

Pharsalia, personaggi

Personaggi principali dell'opera Pharsalia di Lucano sono Cesare, Pompeo e Catone.

- Inizialmente, Cesare doveva rappresentare Nerone: entrambi infatti assumono il concetto teocratico in maniera assoluta, finendo per comportarsi da monarchi ellenisti. Quando però, da amico intimo di Nerone, Lucano se ne discosta a tal punto da arrivare a partecipare alla sua congiura, il protagonista dell'opera non è più Cesare–Nerone, ma diventa il fato indeterminato, in un mondo che va via via degradandosi, privo di veri valori e ideali, ove Cesare è solo uno dei tanti approfittatori: l'unico vero eroe è Catone, che arriva a uccidersi per la libertà.
Cesare è considerabile un eroe nero, rappresenta il trionfo del furor, delle forze irrazionali, un tipico tiranno spogliato in questa versione della tipica clementia che gli è sempre stata attribuita.

- D'altro canto, Pompeo è un personaggio in declino, una sorta di Enea succube di un destino avverso (più di quanto non lo fu l'Enea originale nell'opera di Virgilio): Pompeo è infatti l'unico personaggio che cambia durante la narrazione e lo fa quando capisce che per riscattarsi moralmente non può far altro che morire e farlo per una causa giusta. Gli stessi compagni di Cesare e Pompeo sono tipi fissi: I Cesariani sono fortunati e assetati di sangue, mentre i Pompeiani sono sfigati, ma notevolmente valorosi.

- Caso a parte è poi Catone: egli è il vero e proprio eroe dell'opera, la consapevolezza che Pompeo acquista durante la narrazione, egli la possiede già e infatti, da perfetto sapiens stoico qual è, di fronte alla malvagità del fato non può più aderire al volere del destino (come in realtà dovrebbe fare lo stoico), ma si comporta da titano, che combatte, pur consapevole di perdere e di doversi uccidere per il suo diritto di libertà.

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