Concetti Chiave
- L'analisi è incentrata su diverse figure retoriche come chiasmi, iperbato, e poliptoto, evidenziando l'uso artistico del linguaggio.
- Viene sottolineata la presenza di allitterazioni e anafore, utilizzate per creare ritmi e sottolineare concetti chiave, come la gratitudine verso Ottaviano.
- Il testo mette in evidenza contrasti e paralleli tra i personaggi, come l'antitesi tra la sorte di Titiro e Melibeo.
- Vengono analizzati riferimenti culturali e storici, come l'associazione di Ottaviano a un dio protettore, e l'uso di figure retoriche per esprimere impossibilità (adynaton).
- Il linguaggio e le descrizioni dipingono un panorama poetico complesso, utilizzando termini arcaici e sineddochi per arricchire il testo.
verso 1 - verso 4 : tityre tu.... tu tityre CHIASMO
verso 2 : silvestrem Musam e tenui avena sono due IPERBATI INCROCIATI. Musam= METONIMIA. Avena = SINEDDOCHE
Verso 3 - verso 4 : nos = ANAFORA
verso 5 : verbo doceo che regge il doppio accusativo della cosa e della persona
verso 8 : tener…agnus = IPERBATO
versi 7 - 9: ille - illius - ille = POLIPTOTO. Usa il pronome dimostrativo per indicare il deus (probabilmente Ottaviano) e anche la sua immensa gratitudine.
Verso 10 : calamo agresti = IPERBATO.
Quae vellem = PROP. RELATIVA (cong. imperfetto che indica eventualità dell’azione)
verso 11 : miror magis = ALLITTERAZIONE. Uso triplo dell’avverbio, totis in ENJAMBEMENT e in IPERBATO con agris mette in evidenza lo stato di scompiglio.
Verso 14 : corylos non erano piante del locus amoenus ma piante tipiche del mantovano della zona di Andes. Silice in nuda = ANASTROFE. Conixa = PARTICIPIO PASSATO. Gemellos detto in maniera affettiva.
Verso 15 : situazione di sofferenza sottolineata anche da “a” che significa “ahimè”
Verso 16 - 17 : Praedicere sta all’infinito presente perché era logico che uno ricorda ciò che era già avvenuto. Il perfetto logico memini regge l’infinito presente praedicere (al posto dell’infinito perfetto praedixisse), in quanto colui che ricorda (Melibeo) è stato presente al fatto. Melibeo avrebbe potuto capire che qualcosa di brutto sarebbe successo perché le querce erano state colpite dal fulmine. Tactas = PARTICIPIO PERFETTO. Si mens… = PERIODO IPOTETICO DELLA REALTA’ senza l’apodosi. Laeva: Significato letterale “Funesto”. Il suo vero significato è “sinistra” che per gli Antichi aveva un significato negativo.
Verso 17 : de caelo = METONIMIA (caelo sta per FULMINE)
verso 18 : iste deus qui sit = INTERROGATIVA INDIRETTA. “Da” imperativo del verbo do, das sta al posto di dic (dimmi).
Verso 19 - 20 : Titiro riteneva che Roma era simile a Mantova, ma in fondo in quella città grande era solito spingere i piccoli nati del suo gregge (per venderli o macellarli).
verso 21 : teneros fetus = IPERBATO.
verso 22 : Similis = ARCAISMO (sta per SIMILES)
Verso 23 : Noram è una forma sincopata di “Noveram”. Sono verbi che non hanno il presente e quindi sono tradotti al tempo precedente storico: in questo caso il piuccheperfetto diventa imperfetto. Titiro pensava che la città di Roma fosse simile a Mantova.
Verso 24 : alias inter urbes = PARALLELISMO con i “cupressi” del verso 25
Versi 25 - 27: Roma ha alzato talmente la testa sulle altre città cosi come fanno i cipressi che sollevano la loro chioma tra i flessibili viburni. Forte allitterazione della “m". ANAFORA di “sic”. Parallelismo tra Roma e i cupressi da una parte, e alias urbes e lenta viburna dall’altra. Enfatizzato tutto ciò da due forti IPERBATI “alias… urbes” e “lenta… viburna”. Alias inter… urbes = ANASTROFE
verso 26 : tibi = DATIVO DI POSSESSO
verso 27 : “libertas” parola chiave posizione ENFATICA.
verso 27 : respexit inertem disposizione a CHIASMO
Versi 29 - 30: ha potuto acquisire la libertà nel momento in cui l’ha lasciato Galilea ed ora lo tiene Amarillide. La libertà l’ha acquistata perché tutti i soldi che Titiro guadagnava venivano spesi da Galatea. Nonostante Titiro portasse al macello tanti animali la sua mano destra non tornava mai a casa piena di denaro perché doveva fare acquisti per Galatea.
Verso 33 : multa victima e meis saeptis = IPERBATI INCROCIATI
Verso 34 : pinguis caseus e ingratae urbi = IPERBATI INCROCIATI Ingratae vicino a pinguis sottolinea l’ingratitudine della città nonostante portasse tanto formaggio.
Versi 36 - 37 : Melibeo si chiedeva perché Amarillide invocasse gli dei senza nemmeno raccogliere i frutti. Ciò avveniva perché Titiro era assente perché era andato in città.
Versi 38 - 39 : In questi versi c’è l’umanizzazione della natura. Tutto è enfatizzato dal POLIPTOTO di ipsae e dall'anafora del pronome personale te.
Verso 40 : Facerem = CONGIUNTIVO DUBITATIVO
versi 42 - 44 : hic... hic = ANAFORA e illum....ille = POLIPTOTO
Versi 42 - 43: Augusto veniva considerato alla pari dei Lari, ovvero come protettore della famiglia. Per tale motivo i riti per celebrare la figura di Augusto seguivano quelli per celebrare i Lari. (Il primo giorno di ogni mese gli altari fumavano, quindi dodici volte all’anno).
Versi 44 - 45: quel dio per primo diede a Titiro il responso. Vengono definiti pueri in senso di servi.
Verso 46 : Fortunate senex = APOSTROFE (beneficato dalla provvidenza). Senex ha un valore sacrale.
Versi 46 - 47 : da fortunate senex capiamo che Titiro era anziano. (non corrisponde quindi alla figura di Virgilio il quale era giovane quando scrisse le bucoliche.) notasi l’invidia di Melibeo.
Quamvis… = PROP. CONCESSIVA
Versi 47 - 48 : omnia pascua e limoso iunco = IPERBATI INCROCIATI
Verso 48 : palus e pascua = ALLITTERAZIONE
Verso 49 : insueta…pabula e gravis…fetas = IPERBATI INCROCIATI. mala contagia = IPERBATO
Versi 49 - 50: è un paesaggio che non ha nulla di idillico. Nonostante ciò Melibeo rimpiange queste terre. In maniera negativa sta portando avanti un ragionamento che porta avanti cose positive (il bestiame non verrà contagiato dai bestiami vicini).
Verso 50 : vicini pecoris = SINEDDOCHE
Verso 51 : fortunate senex = APOSTROFE e ANAFORA col verso 46. La descrizione ci riporta al Titiro dei versi iniziali. La situazione di Titiro è in ANTITESI con quella di Melibeo.
Verso 52 : fontis = ARCAISMO sta per fontes. Frigus captabis = ANASTROFE
verso 53 : vicino ab limite = ANASTROFE
Verso 54 : depasta = PARTICIPIO PERFETTO CONGIUNTO. Florem è un ACCUSATIVO DI RELAZIONE. Api iblee (aggettivo esornativo) perché provengono dal monte Ibla. Descrizione che si rifa al locus amoenus.
Verso 56 : hinc = ANAFORA con hinc del verso 53. Esprime la fortuna di Titiro. Auras è una SINEDDOCHE.
Verso 56 : alta sub rupe = ANASTROFE
Verso 57 : raucae… palumbes = IPERBATO
Verso 58 : cessabit al singolare per attrazione di turtur. Turtur e raucae palumbes = ONOMATOPEA (suoni gutturali) e aeria ab ulmo = IPERBATO + IPALLAGE
Verso 59 : “Ante” va con quam del verso 63 (TMESI ovvero spezzare una parola in due parti)
Versi 59 - 64 : compare la figura retorica chiamata ADYNATON(figura retorica che indica l’impossibile) come il volo dei cervi, i pesci fuori dal mare, i Parti in Germania e i Germani dai Parti. Con questa figura retorica Titiro intende dire che la sua gratitudine verso il deus (Ottaviano) non avrà mai fine a meno che il corso naturale delle cose si rovesci completamente, il che è impossibile (evidenzia che lui non dimenticherà mai colui che gli ha non solo concesso la libertà, ma anche di rimanere nelle sue terre).
Verso 61 : pererratis = ABLATIVO ASSOLUTO con valore temporale
Verso 62 : ararim parthus e germania tigrim = CHIASMO. Germania = VARIATIO (prima ha detto Parthus e poi Germania) e SINEDDOCHE(al posto del popolo la nazione o viceversa). Tutte queste figure retoriche mettono in evidenzia il fatto che Titiro non potrà mai dimenticare questo dio (Ottaviano).
Verso 66 : toto orbe e divisos britannos = IPERBATI INCROCIATI
Verso 68 : pauperis et = ANASTROFE (dovrebbe essere et pauperis)
Verso 70 : impius miles = IPERBATO (qui troviamo un tono adirato da parte di Melibeo che è costretto a lasciare le sue terre per lasciarle ad un empio soldato mercenario il quale è stato ricompensato da Ottaviano dopo la vittoria di Filippi).
Versi 71 - 72: civis miseros = IPERBATO
Verso 77: carmina nulla canam = IPERBATO + ANASTROFE. Carmina canam è anche una FIGURA ETIMOLOGICA che insieme all' ALLITTERAZIONE concorre ad accrescere la drammaticità della situazione.
Verso 79 : poteras = CONGIUNTIVO POTENZIALE(avresti potuto riposare)
Verso 80 : fronde super viridi = ANASTROFE
Verso 83: maioresque umbrae = IPERBATO. Vi è anche una struttura a CHIASMO tra le desinenze dei termini maiores, altis e montibus.
L 'ecloga si conclude con la separazione tra i due personaggi Titiro e Melibeo.
Domande da interrogazione
- Quali figure retoriche sono presenti nei primi versi del testo?
- Come viene rappresentata la figura di Ottaviano nel testo?
- Qual è il significato della figura retorica dell'adynaton presente nel testo?
- Quali sono le emozioni espresse da Melibeo nel testo?
- Come si conclude l'ecloga e quale significato ha questa conclusione?
Nei primi versi, troviamo un chiasmo, iperbati incrociati, metonimia e sineddoche.
Ottaviano è indicato con il pronome dimostrativo "ille" e viene descritto con immensa gratitudine, paragonato ai Lari come protettore della famiglia.
L'adynaton esprime l'impossibilità di dimenticare il dio (Ottaviano) a meno che il corso naturale delle cose si rovesci completamente, il che è impossibile.
Melibeo esprime sofferenza, invidia e un tono adirato per essere costretto a lasciare le sue terre a un soldato mercenario.
L'ecloga si conclude con la separazione tra Titiro e Melibeo, simbolizzando la differenza tra la fortuna di Titiro e la sfortuna di Melibeo.