Concetti Chiave
- L'impero Romano nacque come una potenza di conquista, dominando diverse regioni tra cui l'Italia, la Gallia, l'Iberia e il Nord Africa.
- La cittadinanza romana era un privilegio riservato inizialmente a un'élite, mentre gli abitanti delle province conquistate erano considerati "peregrini".
- San Paolo, pur essendo ebreo, era cittadino romano per nascita grazie all'importanza della sua famiglia, dimostrando che la cittadinanza poteva trascendere l'origine etnica.
- Il governo romano cooptava le élite locali dei territori conquistati, concedendo loro la cittadinanza per mantenere il controllo politico e sociale.
- L'imperatore Claudio sostenne l'inclusione di notabili gallici nel Senato, scatenando dibattiti sulla purezza del sangue romano, ma evidenziando l'apertura del sistema a nuove élite.
La cittadinanza nell’impero romano
L’impero Romano è stato costruito da un popolo di conquistatori che hanno invaso e sottomesso progressivamente prima le antiche città del Lazio, poi il resto dell'Italia, le altre popolazioni italiche, i galli dell'Italia del Nord, gli abitanti dell'Iberia, della Galia ma anche del Nord Africa, del Medioriente, della Grecia e della macedonia. Era stato costruito conquistando progressivamente una serie di paesi e questo impero era governato da un popolo dominatore, che intendeva godere di tutti i vantaggi della sua conquista. All’ inizio la situazione era caratterizzata da uno strato di privilegiati: i cittadini romani che hanno tutti diritti e poi dalla massa della popolazione delle province conquistate, non sono completamente senza diritti ma sono in una posizione decisamente inferiore (subalterna), una sorta di indigenti. Hanno il diritto di continuare a vivere secondo le loro leggi ma sono meno garantiti, meno protetti dei cives romani ed è curioso il modo in cui sono indicati ufficialmente dalla legge. Il diritto romano li chiama peregrini con una parola che in origine indicava nella città di Roma gli stranieri ma nel senso di quelli che erano venuti lì; peregrini sono quelli che hanno lasciato casa loro e si trovano all’estero adesso. È paradossale che il diritto romano usi questo termine per indicare gli indigeni delle province conquistate. Nel momento in cui il tuo paese viene conquistato dai romani tu non sei più padrone a casa tua, i romani sono i padroni, gli abitanti del posto sono diventati dei Peregrini (come se fossero stranieri essi stessi). Dunque, uno strato di privilegiati ed è un privilegio estremamente consistente che può fare la differenza nella vita di tutti giorni, ma è un privilegio che non è distribuito esclusivamente in base alla razza. Per entrare in questo argomento si può citare un testo che tutti conosciamo perché appartiene al nostro patrimonio comune ma che di solito non è considerato una fonte per la storia romana: gli atti degli apostoli. Negli atti degli apostoli 21-22 si racconta la storia di Paolo di tarso (San Paolo) che è un ebreo, esponente di una ricca famiglia ebraica dell'Asia minore, convertito al cristianesimo che va predicando. A Gerusalemme gli ebrei tumultuano contro la sua predicazione, si rivolgono alla guarnigione romana e lo fanno restare. Il comandante Romano arresta Paolo di tarso a Gerusalemme, si prepara a farlo frustare e quando Paolo è già legato lui dice ‘ma siete sicuri che potete frustare un cittadino romano senza averlo prima processato? ‘ e il comandante abbastanza nel panico risponde ‘ perché anche tu sei un cittadino romano? E San Paolo dice ‘si io sono un cittadino romano ’ e il comandante ‘ anch'io sono cittadino romano ma ho dovuto pagare una grossa somma per esserlo ‘ e San Paolo ‘ no io dalla nascita ‘.Ebbene questo è un ebreo dell'Asia minore, ma appartiene a una famiglia importante, a una di quelle famiglie importanti dei paesi sottomessi a cui i romani avevano l'abitudine di concedere la cittadinanza.Anche se c'è un popolo di dominatori e una moltitudine di indigeni subordinati e sottomessi, esiste un passaggio da una categoria all'altra. All’inizio unicamente per ragioni di opportunità politica, il governo romano sa che bisogna tenersi buone le Elite dei paesi conquistati e per mantenere quel paese saldamente in mano non basta la forza, non basta il terrore che magari c'era all'inizio, bisogna trovare un modus Vivendi con le popolazioni sottomesse e allora la strada è quella di cooptare i notabili e le persone che contano ,tutti quelli che sul posto hanno un'influenza ,hanno delle clientele e possono servire bene il potere romano , bisogna tirarli dentro , bisogna cointeressarli al governo dell'impero e dunque concedere loro la cittadinanza . Ecco quindi che nell'impero romano essere cittadino romano non significa per forza che si è davvero originari di Roma o dell’Italia, diventa un segno di appartenenza a un'Elite politica che fin dall'inizio comincia ad essere multietnica. La cittadinanza poi è il primo passo perché progressivamente l'Elite dei paesi conquistati, dei popoli sottomessi vengono tirate dentro il governo dell'impero, vengono tirate dentro il Senato. Ci sono delle resistenze, c'è chi dice ‘il sangue romano che viene inquinato’. A tal proposito si può citare un passo straordinario di Tacito che racconta come a un certo punto l'imperatore Claudio (nel I secolo d.C.) va in Senato con un progetto di legge per cooptare in Senato un certo numero di notabili della Gallia. La Gallia è stata conquistata da Giulio Cesare 100 anni prima, già da un pezzo i galli sono pacificati e si è cominciato a distribuire la cittadinanza ampiamente fra di loro, fra quelli più romanizzati, fra quelli più ricchi, fra quelli che si potevano appunto tirar dentro. Adesso Claudio vuole fare qualcosa di più, vuole portare in Senato dei galli e lì scoppia la bagarre perché c'è un’opposizione (il governo imperiale è un governo tirannico relativamente, nei primi secoli c'è ancora una dialettica fra l’autocrazia imperiale e il Senato). Ebbene in senato c’è una corrente che dice ‘no dove andiamo a finire? Dove finiranno i nostri eredi se noi cominciamo a dare i nostri posti e le nostre poltrone in Senato a questi? I loro nonni combattevano contro di noi, sgozzavano i legionari e noi li ritiriamo dentro in Senato?’ Di fronte a questa opposizione Claudio fa un grande discorso che Tacito ci riporta e che poi è stato trovato anche su un’epigrafe, Claudio dice ‘ma scusate ma io da dove credete che venga? La mia famiglia, i Claudi, non siamo mica di Roma, noi siamo Sabini e quanti di voi altri non vengono da Roma ma dalle altre città del Lazio e dalle città italiche.
Domande da interrogazione
- Qual era la struttura sociale dell'Impero Romano in termini di cittadinanza?
- Come veniva concessa la cittadinanza romana alle élite dei paesi conquistati?
- Qual è l'esempio di San Paolo riguardo alla cittadinanza romana?
- Qual era la reazione del Senato romano alla proposta di Claudio di includere notabili della Gallia?
- Come Claudio giustificò l'inclusione di nuovi membri nel Senato?
L'Impero Romano era caratterizzato da uno strato di cittadini romani privilegiati con pieni diritti e una massa di popolazione delle province conquistate in una posizione subalterna, chiamati "peregrini".
La cittadinanza romana veniva concessa alle élite dei paesi conquistati per ragioni di opportunità politica, cooptando notabili e persone influenti per mantenere il controllo e stabilire un modus vivendi con le popolazioni sottomesse.
San Paolo, un ebreo dell'Asia Minore, era cittadino romano per nascita, un privilegio che gli permise di evitare la fustigazione senza processo, dimostrando come la cittadinanza potesse essere concessa a famiglie importanti dei paesi sottomessi.
La proposta di Claudio di includere notabili della Gallia nel Senato romano incontrò resistenza, con alcuni senatori preoccupati per la "contaminazione" del sangue romano e la perdita di posti di potere a favore di ex nemici.
Claudio giustificò l'inclusione di nuovi membri nel Senato ricordando che molte famiglie romane, inclusa la sua, non erano originarie di Roma ma provenivano da altre città del Lazio e dell'Italia, sottolineando la natura multietnica dell'élite romana.