Concetti Chiave
- Le commedie di Terenzio si ispirano a Menandro, ma si distinguono per l'originalità nella trattazione di tematiche esistenziali e l'enfasi sull'insegnamento morale.
- Il prologo di Terenzio, recitato da Turpione, si differenzia da quello plautino essendo esterno al testo e focalizzato su difesa, indicazioni poetiche e rinuncia all'azione dinamica.
- I dialoghi nelle commedie di Terenzio sono centrali, permettendo di esplorare la psicologia dei personaggi e riflettere su problematiche senza ricorrere a umorismo volgare.
- La struttura delle opere è caratterizzata da un atto unico suddiviso in cinque atti dai successori, con un forte intento didascalico e un linguaggio elevato.
- Le opere di Terenzio sono destinate a un pubblico colto, con l'obiettivo di stimolare la riflessione piuttosto che intrattenere attraverso l'azione o il riso.
Della sua produzione ci rimangono 6 palliate. Per la trama si ispira a Menandro (situazioni conflittuali che terminano con esito positivo), iniziatore della “Commedia Nuova” (IV-III a.C.). Vista la somiglianza dei testi con quelli di Menandro, commentatori e poeti contemporanei e successivi a Terenzio lo considerarono un copiatore delle opere di Menandro. Cesare lo chiamava “dimidiatusMenander” (mezzo Menandro). Ora sappiamo che non è così, l’oiginalità di Terenzio sta in:
• Rappresenta tematiche più profonde, tematiche esistenziali.
• Per Menandro la vita è regolata dal caso, i fatti sono determinati dalla fortuna; per Terenziola vita è regolata dall’intervento divino, i fatti sono determinati dalla Provvidenza divina.
Struttura commedie
• Prologo: il prologo plautino aveva funzione informativa, era recitato dalle divinità o da un personaggio ed era parte integrante della commedia. Il prologo di Terenzio invece era al di fuori del testo, Turpione era il portavoce del pensiero di Terenzio (recitava il prologo vestito come se stesso, non come il personaggio) ed aveva le funzioni di:
• Difendere dalle accuse;
• Dare indicazioni programmatiche o poetiche;
• Rinunciare alla fabula motoria (come la commedia plautina, basata sulla dinamicità dell’azione) per la fabula stataria:
• È una commedia statica, non legata all’azione ma basata sul dialogo; non ci sono vicende movimentate ma si dà grande spazio al dialogo per cogliere le problematiche (e riflettervi) e per cogliere la psicologia dei personaggi (non sono personaggi fissi ma cambiano durante il corso della commedia).
• Ha finalità didascalica, quindi contiene degli insegnamenti.
• L’autore non abbatte la quarta parete, utilizza uno stile più elevato e un linguaggio sobrio (nessuna battuta che susciti il riso) con un lessico lontano dal volgarismo.
• Atto unico (suddiviso in 5 atti dai successori)
• Epilogo
• Locandina: posizionata prima del testo, piccolo testo grazie a cui si hanno tutte le informazioni sul testo:
• Data di composizione e rappresentazione;
• Attore protagonista: Turpione, l’attore più famoso dell’epoca, recitò tutte le commedie di Terenzio;
• Autore delle musiche;
• Strumenti utilizzati.
Le opere di Terenzio non sono destinate ad un pubblico variegato ma ad un pubblico con una certacultura che va a teatro per riflettere.
Domande da interrogazione
- Qual è l'originalità di Terenzio rispetto a Menandro?
- Quali sono le caratteristiche del prologo nelle commedie di Terenzio?
- A quale tipo di pubblico sono destinate le opere di Terenzio?
L'originalità di Terenzio risiede nella rappresentazione di tematiche più profonde ed esistenziali, con un focus sull'insegnamento che il pubblico deve trarre, a differenza di Menandro che vedeva la vita regolata dal caso.
Il prologo di Terenzio è al di fuori del testo, recitato da Turpione come se stesso, e serve a difendere dalle accuse, dare indicazioni programmatiche e rinunciare alla fabula motoria per una fabula stataria.
Le opere di Terenzio sono destinate a un pubblico con una certa cultura, che va a teatro per riflettere, piuttosto che a un pubblico variegato.