Concetti Chiave
- La trama di Anfitrione di Plauto è celebre per aver contribuito a introdurre i termini "anfitrione" e "sosia" nel vocabolario comune grazie alla sua diffusione.
- La storia si inserisce nel ciclo delle leggende tebane legate alla nascita di Eracle, narrando come Zeus inganna Anfitrione per fecondare Alcmene.
- Plauto aggiunge il personaggio di Sosia, lo schiavo, introducendo elementi comici assenti nelle versioni greche, adattando il racconto al pubblico romano.
- Anfitrione è unico tra le opere di Plauto, mescolando abilmente elementi comici e seri, creando una tragicommedia che sfiora il tragico senza mai caderci.
- Nonostante la perdita del quarto atto, l'opera ha ispirato numerosi commediografi, incluso Molière, grazie al suo intreccio tra divinità e inganni.
Plauto - Anfitrione - Analisi
La trama di Anfitrione è nota e, grazie a Molière, la commedia di Plauto ha avuto la fortuna di vedere il nome di due dei suoi personaggi passare nel rango dei nomi comuni. Infatti, anfitrione e sosia sono entrati nel vocabolario comune: il primo per indicare il padrone di casa in quanto ospita e intrattiene gli ospiti e l’altra per indicare una persona dall’aspetto perfettamente somigliante ad un’altra. Nonostante questa diffusione, le origini della favola sono molto oscure. Essa fa parte del ciclo delle leggende tebane, collegate alla nascita di Eracle, l’eroe e semidio della mitologia greca, che nella mitologia etrusca corrisponde a Hercle e nella mitologia romana a Ercole. Il mito di una donna mortale fecondata da una divinità, evidentemente è molto antico e sta alla base di tutte le nascite degli eroi e dei semi-dei. In questo caso, però, la leggenda si complica per il fatto che Alcmene dà alla luce non soltanto un figlio, ma due, uno di sangue divino (Eracle) e l’altro di sangue umano (Ificle). In un’epoca in cui la fede era molto ingenua, un prodigio simile veniva tranquillamente accettato, come del resto avveniva anche nei confronti della procreazione tramite una divinità, senza che nessuno pensasse a meravigliarsene o a darne una spiegazione plausibile. Tuttavia, quando l’uomo si fece meno incredulo e più incline a ritrovare una spiegazione razionale negli avvenimenti straordinari, meravigliosi ed eccezionali, fu necessario trovare un fatto che spiegasse in che modo Zeus avesse potuto sostituire Anfitrione, all’insaputa di Alcmene. Da questo è derivato senz’altro l’episodio della partenza di Anfitrione per la guerra con i Teleboi, un antico popolo pregreco: tale soggiorno lontano dalla patria permise a Zeus di rendere madre la donna nello spazio di una notte Più tardi si volle dare all’episodio un taglio più razionalista. Si immaginò, allora, che Anfitrione avesse reso madre Alcmene prima di partire per la guerra e Zeus per evitare alla donna un duplice parto, l’avrebbe fatta miracolosamente partorisce una volta sola. Spogliata del suo carattere sovrannaturale, la storia di Anfitrione, ben presto non mancò di suscitare ilarità. D’altra parte, il tema del marito ingannato ha sempre dato luogo a degli scherzi facili e in questo caso la situazione si prestava ancora di più, prestandosi ad imbrogli, ad equivoci e a facili sostituzioni di persona. Per aumentarne il numero, Plauto aggiunge Ermete (o Mercurio) che corrisponde a Sosia, lo schiavo di Anfitrione. Nelle commedie greche sullo stesso tema, Sosia non è mai presente ed esso appare per la prima volta in Plauto. Non sappiamo nemmeno quale fonte greca Plauto abbia preso come modello. Le ipotesi sono diverse, ma di nessuna di essa disponiamo di prove certe. Qualche studioso, nel racconto delle manovre militari di Sosia vedono una tattica dei diadochi cioè dei i generali macedoni che alla morte di Alessandro Magno, avvenuta nel 323 a.C., si contesero il controllo del suo impero Per questo motivo pensano che l’opera greca presa a modello fosse posteriore al 330 a.C. In realtà la descrizione della battaglia è molto più romana che greca e la carica della cavalleria, come la descrive Plauto, sembra essere piuttosto la tattica adoperata durante le guerre puniche.Inoltre sembra anche che Plauto utilizzi in modo disinvolto l’eventuale modello dato che, continuamente appaiono i costumi romani e la preoccupazione dello scrittore di adattare il contenuto al pubblico di Roma. All’interno dell’insieme delle opere di Plauto, Anfitrione è unica. Gli dei intervengono solo a titolo accessorio e staccati dall’azione con lo scopo di spiegare l’a trama nel prologo. Nel prologo, Mercurio parla di tragedia, poi acconsente che l’opera sia definita tragicommedia. Sib tratta di una definizione felice perché Plauto vi mescola il comico con il serio, con un’estrema abilità, sfiorando a volte il tragico senza però cadervi. Alcune scene si avvicinato al dramma borghese e l’ultimo atto ha un aspetto eroico. Nel corso dell’opera, la figura di Alcmene mantiene sempre sua serietà e la sua dignità. Zeus, accanto a lei diventa ipocrita e quasi ripugnante. Nell’Anfitrione le parti cantate sono dominanti e degne di nota sono il soliloquio di Sosia, la sua descrizione della battaglia, il monologo di Alcmene. La parte mancante, circa 3000 versi che costituiscono il quarto atto, costituiva la parte più volgare perché destinata al pubblico più rozzo e se è andata persa non è stato un grave danno: il pubblico scoppiava dal ridere nel vedere Zeus, Mercurio e Anfitrione comportarsi come degli scaricatori di porto (si direbbe oggi). La data della rappresentazione non è nota. In epoca moderna Anfitrione ha servito da ispirazione per molti commediografi fra cui Molière.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine della trama di Anfitrione?
- Come Plauto ha adattato la storia per il pubblico romano?
- Qual è il ruolo di Sosia nell'opera di Plauto?
- Qual è la particolarità dell'opera Anfitrione rispetto ad altre opere di Plauto?
- Qual è l'importanza di Anfitrione in epoca moderna?
La trama di Anfitrione fa parte del ciclo delle leggende tebane, legate alla nascita di Eracle, e si basa sul mito di una donna mortale fecondata da una divinità.
Plauto ha adattato la storia inserendo costumi romani e preoccupandosi di rendere il contenuto adatto al pubblico di Roma, mescolando abilmente il comico con il serio.
Sosia, lo schiavo di Anfitrione, è un personaggio aggiunto da Plauto per aumentare gli equivoci e le sostituzioni di persona, non presente nelle commedie greche sullo stesso tema.
Anfitrione è unica tra le opere di Plauto perché mescola elementi comici e seri, sfiorando a volte il tragico, e include parti cantate dominanti come il soliloquio di Sosia.
In epoca moderna, Anfitrione ha ispirato molti commediografi, tra cui Molière, contribuendo a far entrare i nomi "anfitrione" e "sosia" nel vocabolario comune.