Concetti Chiave
- Il III secolo d.C. è caratterizzato da una carenza di esponenti letterari di rilievo nel contesto pagano.
- La prosa di questo periodo è scarsa e di bassa qualità, mentre la poesia tenta di rinnovare materiali già sfruttati.
- I centoni virgiliani rappresentano l'estremo tentativo di imitare e modificare i classici, con opere come quelle di Osidio Geta.
- Marco Aurelio Olimpio Nemesiano, di Cartagine, è noto per il poemetto Cygenetica e quattro egloghe, con forte influenza classicista.
- Il "Testamento Grunni Corocottae Porcelli" è una rara opera in prosa, caratterizzata da tono scherzoso e linguaggio giuridico.
Letteratura pagana - Crisi del terzo secolo
In campo pagano il III secolo d.C. non presenta alcun esponente letterario di rilievo. Le testimonianze a livello di prosa di questo periodo sono poche e di scarsa qualità, mentre a livello poetico si nota il tentativo, sempre più difficoltoso, di rinnovare materiali letterari già troppo utilizzati e sfruttati.
La tendenza ad imitare e modificare i modelli classici ha il suo esito estremo nei centoni virgiliani. L'opera più antica è di Osidio Geta, e si tratta di testi interamente composti con versi o parti di versi tratti da Virgilio e commentati.
Si inserisce invece nel solco della tradizione Marco Aurelio Olimpio Nemesiano, di Cartagine. Di lui ci sono pervenuti un poemetto dal titolo Cygenetica e quattro egloghe. La sua poesia ha un'impronta palesemente classicista nella constante imitazione di Ovidio, Calpurnio Siculo e soprattutto Virgilio, letteralmente derubato del suo materiale artistico.
Tra le scarsissime opere in prosa di questo periodo, una delle poco da ricordare è il "Testamento Grunni Corocottae Porcelli" (Il testamenti di Grugno Corocotta Porcello), ovvero un piccolo componimento anonimo, scherzoso e divertente, in cui un maiale prossimo alla macellazione scrive un solenne testamento, ricalcato sulle formule del linguaggio giuridico.