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Concetti Chiave

  • La tipologia del guerriero gallo viene descritta come dotata di prestanza fisica e ardore guerresco, ma anche di tracotanza e incostanza, secondo gli scrittori latini.
  • La romanizzazione ha trasformato la percezione dei galli, che hanno perso l'immagine di barbari, trasferita poi ai popoli germanici.
  • Cesare ha marcato la distinzione tra galli e germani, descrivendo i germani come più selvaggi rispetto ai civili galli.
  • Velleio Patercolo ritrae i germani come feroci e inumani, incapaci di essere civilizzati, mentre Tacito offre una visione più complessa e ambigua.
  • Tacito riconosce nei barbari una morale e uno spirito d'indipendenza, pur sottolineando le loro caratteristiche incivili, creando una figura contraddittoria.

Indice

  1. Tipologia del guerriero gallo
  2. Romanizzazione e cambiamento della percezione dei Galli
  3. Distinzione tra Galli e Germani
  4. Velleio Patercolo e la feritas dei Germani
  5. Opinioni contrapposte tra Velleio Patercolo e Tacito
  6. Il punto di vista di Tacito sui Barbari
  7. Contraddizioni nella figura del barbaro in Tacito

Tipologia del guerriero gallo

A partire da questa vicenda, si andò costituendo una tipologia del guerriero gallo ampiamente diffusa tra gli scrittori latini: prestanza fisica (il tratto più spesso rilevato è la corporatura gigantesca che, insieme alla capigliatura incolta e all'abbigliamento inconsueto, assimila il barbaro a una belua) e ardore guerresco si accompagnano e si contrappongono a stolta tracotanza, scarsa resistenza e incostanza. Ecco ad esempio le parole che lo storico Livio, attivo sotto Augusto, attribuisce al personaggio di Camillo, quando questi esorta gli Ardeati a muovere senza timore contro i Galli che si stanno avvicinando alla loro città.

Romanizzazione e cambiamento della percezione dei Galli

Con la progressiva sottomissione e la conseguente romanizzazione della Gallia Cisalpina e Narbonese, e poi di quella Transalpina a opera di Cesare, i Galli perdono in parte, agli occhi dei Romani, le caratteristiche tipiche della "barbarie", rappresentata ora, tra i popoli settentrionali, dai Germani.

Distinzione tra Galli e Germani

La distinzione tra Galli e Germani (considerati fino ad allora tutti di comune stirpe celtica) è istituita per la prima volta con chiarezza da Cesare. Nel De bello Gallico (1,31) è proprio un Gallo, Diviziaco, che contrappone i Germani di Ariovisto, homines feri ac barbari, ai più civili e benestanti Galli, in nome dei quali chiede a Cesare di ricacciare al di là del Reno «quell'uomo barbaro, iracondo, temerario». Pochi capitoli dopo lo scrittore riferisce come le voci sulla ingens magnitudo corporum e sullo straordinario valore guerresco dei Germani siano sufficienti a gettare nel panico i suoi soldati; il resoconto, infine, delle inconcludenti trattative con Ariovisto e della battaglia che segue aggiunge al ritratto tracciato da Diviziaco alcuni elementi che significativamente ne completano la figura di barbaro: egli si rivela arrogante e infido, superstizioso e ferocemente selvaggio.

Velleio Patercolo e la feritas dei Germani

Proprio sulla irriducibile feritas dei Germani, unita a una straordinaria astuzia messa al servizio dell'inganno, insiste Velleio Patercolo, che prestò servizio nell'esercito romano inviato sul Reno subito dopo la disfatta subita da Varo a Teutoburgo nel 9 d.C. Egli la attribuisce al fatto che Varo «immaginava fossero esseri umani coloro che invece nulla avevano di umano salvo la voce e le membra, e che si potessero ammansire con le leggi coloro che non si potevano domare con le spade». Essenza della barbarie è considerato il rifiuto di sottomettersi a Roma e di accettare i benefici della civiltà, rifiuto che spoglia i barbari di ogni caratteristica umana, eguagliandoli a bestie feroci.

Opinioni contrapposte tra Velleio Patercolo e Tacito

Quanto rozzamente chiara e semplice è l'opinione di Velleio Patercolo sui barbari, altrettanto complessa, varia, e in definitiva ambigua è invece quella di Tacito, sia nelle opere storiche sia nelle due operette Agricola e Germania, in cui l'interesse etnografico è esplicito e dichiarato.

Il punto di vista di Tacito sui Barbari

Egli sa porsi dal punto di vista dei barbari ribelli e riconoscere che essi combattono per conservare o recuperare la propria libertas. Questo atteggiamento, non nuovo nella tradizione letteraria latina (già Cesare infatti e poi Sallustio e Livio avevano saputo dar voce alle legittime aspirazioni all'indipendenza degli altri popoli), ricorre con particolare frequenza in Tacito, sempre diviso tra l'ansia per la sicurezza di Roma e l'adesione sentimentale alle ragioni di coloro che aspirano alla libertas.

Contraddizioni nella figura del barbaro in Tacito

Nella figura del barbaro in Tacito si sovrappongono infatti tendenze divergenti: da una parte il disprezzo e il timore per degli esseri incivili, al limite della ferinità, dall'altra il rispetto e la simpatia per la sanità morale e lo spirito d'indipendenza di popolazioni che tengono in scacco Roma. Per Tacito, insomma, i barbari devono essere sottomessi e ammirati.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le caratteristiche principali attribuite al guerriero gallo dagli scrittori latini?
  2. Gli scrittori latini descrivono il guerriero gallo come dotato di prestanza fisica, con una corporatura gigantesca, capigliatura incolta e abbigliamento inconsueto, associato a un ardore guerresco ma anche a stolta tracotanza, scarsa resistenza e incostanza.

  3. Come è cambiata la percezione dei Galli con la romanizzazione?
  4. Con la romanizzazione della Gallia, i Galli hanno perso parte delle caratteristiche di "barbarie" agli occhi dei Romani, che ora vedevano nei Germani il nuovo simbolo della barbarie.

  5. Qual è la distinzione tra Galli e Germani secondo Cesare?
  6. Cesare distingue i Galli dai Germani, considerati fino ad allora di comune stirpe celtica, descrivendo i Germani come più feroci e barbari rispetto ai più civili e benestanti Galli.

  7. Come descrive Velleio Patercolo i Germani?
  8. Velleio Patercolo descrive i Germani come dotati di irriducibile feritas e straordinaria astuzia, rifiutando di sottomettersi a Roma e accettare la civiltà, eguagliandoli a bestie feroci.

  9. Qual è il punto di vista di Tacito sui barbari?
  10. Tacito riconosce le legittime aspirazioni dei barbari alla libertas, mostrando un atteggiamento complesso e ambiguo che oscilla tra disprezzo e rispetto per la loro sanità morale e spirito d'indipendenza.

Domande e risposte