Concetti Chiave
- L'ode di Saffo esplora la potenza e gli effetti devastanti dell'amore, esprimendo sentimenti complessi verso una giovane del tìaso.
- Il carme 51 di Catullo è un libero adattamento dell'ode di Saffo, con un'innovativa espressione d'amore e un leggero accenno di gelosia.
- Catullo omaggia Saffo adottando il suo metro poetico, ma introduce differenze significative nella quarta strofa e nella sensibilità.
- Entrambi i poeti esprimono reazioni fisiche ed emotive simili, sebbene in contesti differenti, riflettendo una comune esperienza sentimentale.
- Catullo apporta modifiche strutturali e lessicali, come l'uso di "fas est" e "identidem", per attenuare iperboli e arricchire il testo.
Carme 51 di Catullo e ode 31 Voigt di Saffo
L’ode di Saffo descrive la potenza dell’amore e i suoi effetti devastanti sull’animo della poetessa. Senza dubbio questo è il carme più famoso della letteratura greca tanto che, date le sue innumerevoli imitazioni, alcuni studiosi l’hanno definito il più celebre di tutta la letteratura mondiale. Esso esprime l’amore che la poetessa prova per una fanciulla appartenente al tìaso. Purtroppo non si sa con esattezza quale sia stata l’occasione per cui l’ode fu composta: probabilmente la partenza di una ragazza che doveva andare sposa, o, forse, un epitalamio per il giorno delle nozze; si è parlato anche di “canto di consolazione”. Anche l’interpretazione del testo, costellato di ambiguità semantica e sintattica, è assai problematica. La definizione di “ode della gelosia”, molto utilizzata, è la più fortunata, ma, allo stesso tempo, anche la meno accettata dagli studiosi: questo sentimento, infatti, non viene menzionato accanto al turbamento d’amore, anche perché l’uomo, oltre che fidanzato, potrebbe essere solo una semplice persona seduta accanto alla fanciulla. Il carme 51 di Catullo è una “traduzione”, o meglio un libero rifacimento (arte allusiva), della celeberrima ode 31 Voigt della poetessa greca Saffo. L’opera del poeta romano ci viene presentata come un’efficace espressione d’amore alternata ad un leggero sintomo di gelosia. Il carme, infatti, appartiene al primo periodo del rapporto tra Catullo e Clodia, che qui egli chiama esplicitamente con il nome di Lesbia in omaggio alla poetessa di Lesbo (ma, in questo carme, l'omaggio a Saffo consiste anche nell'adozione del metro, la strofe saffica) e quindi è difficile pensare che Catullo abbia provato un sentimento prevalentemente di gelosia in un periodo durante il quale non poteva avere nessuna pretesa sulla donna amata. E’ interessante notare come Catullo esalti l’uomo che contempla Lesbia, proprio perché egli non è sconvolto dall’amore, come lui, e riesce continuamente (“identidem”) a osservare Lesbia senza avere eccessivi turbamenti. Confronto Catullo ha chiaramente preso ispirazione per comporre questo carme da un’ode della poetessa greca Saffo. Tuttavia Catullo non si è limitato a “tradurre” l’ode di Saffo, ma ha piuttosto apportato numerose innovazioni. Il poeta comunque “segue” la poetessa fino alla terza strofa; la quarta, infatti, risulta completamente differente. Saffo inoltre inserisce nella sua ode elementi tipicamente femminili, che Catullo elimina. E’ interessante chiedersi perché Catullo abbia scelto proprio Saffo come fonte d’ispirazione. Alla base della sua scelta si pensa ci sia il fatto che comunque, anche se in una situazione completamente diversa, il poeta abbia ritrovato nell’ode di Saffo una descrizione di sensazioni molto simili a quelle che lui provava. Diverse sono quindi le situazioni, ma analoghe le reazioni fisiche ed emotive (Catullo osserva Lesbia come Saffo scruta una sua allieva: Saffo aveva tendenze omosessuali e così, vedendo la ragazza parlare con un uomo, prova gelosia, stesso sentimento provato da Catullo nel guardare l'amata Clodia). Catullo differisce dall’originale, poi, per alcuni elementi che indicano anche una diversa sensibilità: • verso 2: “ fas est ”: inciso (proposizione parentetica) che serve ad attenuare l’iperbole “superare divos” che poteva risultare blasfema. Questa accortezza manca in Saffo. Questa espressione quindi era utilizzata soprattutto in un contesto religioso. • verso 3: aggiunta di “identidem” (incessantemente): questo avverbio è stato ritenuto poco poetico perché pesante, sebbene Catullo lo utilizzi spesso. Egli qua vuole soprattutto fare un riferimento al carme XI. Non è presente in Saffo.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale dell'ode di Saffo e come viene interpretato?
- In che modo il carme 51 di Catullo si differenzia dall'ode di Saffo?
- Perché Catullo ha scelto Saffo come fonte d'ispirazione per il suo carme?
- Qual è il significato dell'omaggio di Catullo a Saffo nel carme 51?
- Come viene rappresentato il sentimento di gelosia nel carme 51 di Catullo?
L'ode di Saffo esplora la potenza dell'amore e i suoi effetti devastanti sull'animo, ma la sua interpretazione è complessa a causa delle ambiguità semantiche e sintattiche. È spesso definita "ode della gelosia", sebbene questo sentimento non sia esplicitamente menzionato.
Catullo non si limita a tradurre l'ode di Saffo, ma apporta innovazioni significative, eliminando elementi femminili e introducendo variazioni come l'inciso "fas est" e l'avverbio "identidem", che non sono presenti nell'originale di Saffo.
Catullo ha scelto Saffo perché, nonostante le situazioni diverse, ha trovato nell'ode di Saffo una descrizione di sensazioni simili a quelle che provava, con reazioni fisiche ed emotive analoghe.
L'omaggio di Catullo a Saffo si manifesta nell'adozione del metro saffico e nel chiamare Clodia con il nome di Lesbia, in onore della poetessa di Lesbo, sottolineando l'influenza di Saffo sulla sua opera.
Nel carme 51, Catullo esprime un leggero sintomo di gelosia, esaltando l'uomo che contempla Lesbia senza turbamenti, a differenza di lui, che è sconvolto dall'amore. Tuttavia, la gelosia non è il sentimento predominante, dato il contesto del loro rapporto.