Concetti Chiave
- Le iscrizioni latine più antiche erano utilizzate per scopi pratici, pubblici o privati, come le epigrafi.
- Un cippo in pietra, datato VI secolo a.C., è la più antica testimonianza scritta pubblica a Roma, trovato sotto il Lapis Niger.
- In ambito privato, le iscrizioni sulle tombe riportavano nomi di artisti, committenti e destinatari, come sulla Cista Ficoroni.
- Gli elogia, simili alla Laudatio Funebris, contenevano informazioni sul defunto e sono stati trovati nel sepolcreto della Gens Scipionica.
- Gli Annales maximi, cronache annuali redatte dal pontefice massimo, rappresentano un'importante tradizione storiografica latina arcaica.
Le più antiche iscrizioni latine
Anticamente la scrittura era utilizzata solo per fini pratici, pubblici o privati come ad esempio le epigrafi. La prova più antica che testimonia l’uso della scrittura a Roma, per quanto riguarda l’ambito pubblico e sacro, è un cippo in pietra ritrovato sotto il Lapis Niger nel Foro Romano; il testo sopra inciso risale al VI secolo a.C. ed è stato rinvenuto nel 1899. In ambito privato troviamo alcune iscrizioni sulle tombe di personaggi illustri. Queste, solitamente, riportano il nome dell’artista, del committente e del destinatario del dono. Un esempio di epigrafe può essere quella rinvenuta sul coperchio della “Cista Ficoroni” che risale al IV secolo a.C. (Dindia Macolnia donò alla figlia. Mi fabbricò in Roma Novio Plauzio).
Gli elogia presentano delle analogie con la Laudatio Funebris: gli elogia sono delle epigrafi poste all’interno dei sepolcri. Esse contenevano il nome del defunto, le cariche da lui ricoperte, le virtù e le imprese da lui compiute. Gli elogia più antichi sono stati rinvenuti nel sepolcreto della Gens Scipionica, sulla via Appia.
-Verso la storiografia: gli Annales maximi
Nella cultura arcaica latina la storiografia e il diritto assunsero molta rilevanza. La storiografia nasce seguendo lo stimolo della cultura greca; prima della sua nascita esistevano gli Annales maximi o Annales pontificis maximi, che erano delle compilazioni annuali di tipo cronistico redatte ogni anno dalla massima autorità religiosa. All’inizio di ogni anno veniva esposto fuori dalla casa del pontefice massimo una tavola imbiancata, contrassegnata dall’anno, dai nomi dei consoli e magistrati in carica e veniva riempita di annotazioni; alla fine dell’anno veniva ritirata e conservata nell’archivio dello Stato romano. Questa usanza si andò via via perdendo poiché nel II secolo a.C. tutti gli Annales furono raccolti in ottanta libri e poi pubblicati.