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Concetti Chiave

  • Le iscrizioni latine più antiche risalgono ai secoli VII-VI a.C. e venivano usate per scopi pratici in contesti pubblici e privati.
  • Una delle più antiche iscrizioni pubbliche è il cippo sotto il Lapis niger nel Foro romano, datato all'inizio del VI secolo a.C., con prescrizioni rituali.
  • Le iscrizioni private spesso hanno carattere dedicatorio su oggetti comuni e riportano nomi di artisti, committenti e destinatari.
  • L'epigrafe del coperchio della "cista Ficoroni" è un esempio significativo di iscrizione dedicatoria privata del IV secolo a.C.
  • Le iscrizioni sepolcrali, o elogia, includevano lodi delle virtù e imprese del defunto, evolvendosi per includere anche aspetti personali sotto l'influenza greca.

Inscrizioni latine: le più antiche

Le manifestazioni culturali di Roma erano, in origine, istituzionalmente orali. La scrittura non era ignota ai Latini ed essa tuttavia nei tempi più antichi era usata esclusivamente per fini pratici, in contesti pubblici o privati, come dimostrato dalle prime iscrizioni (epigrafi) latine conservate che risalgono ai secoli VII-VI a.C.
La più antica e significativa testimonianza diretta dell’uso della scrittura in ambito pubblico-sacrale a Roma è rappresentato dall’iscrizione del cippo in pietra rinvenuto sotto il Lapis niger (una pavimentazione in marmo nero, nel Foro romano), un testo risalente all’inizio del VI secolo a.C.

contenente prescrizioni rituali.
All’ambito privato rinviano invece alcune antichissime iscrizioni dedicatorie su oggetti di uso comune che riportano spesso i nomi dell’artista, del committente dell’opera e del destinatario del dono.
A questo genere appartiene l’epigrafe dedicatoria apposta sul coperchio della “cista Ficoroni” (grosso recipiente di forma cilindrica, in bronzo, così chiamato dal suo scopritore, Francesco Ficoroni), risalente al IV secolo a.C.:

Dindia Macolnia fileai dedit.
Novios Plautios med Romai fecid.

In latino corrente:
Dindia Macolnia filiae dedit.
Novius Pluatius me Romae fecit.

Dindia Macolnia donò alla figlia.
Mi fabbricò in Roma Novio Plauzio.

Iscrizioni sepolcrali:
Un tipo di iscrizione assai interessante dal nostro punto di vista, perché ebbe certamente dei punti di contatto e delle analogie con la laudatio funebris, è l’epigrafe sepolcrale nella sua forma più estesa, detta elogium. Essa conteneva, oltre al nome del defunto e all’indicazione delle cariche ricoperte, le lodi delle sue virtù e delle sue imprese. Gli elogia più antichi che conosciamo (II sec. a.c) sono in saturni. Con il tempo l’influsso della cultura greca introdusse nelle iscrizioni funerarie nuovi schemi metrici e contemporaneamente si ampliarono i temi accolti nelle epigrafi tombali elogiative che inclusero in seguito, accanto alle tematiche civili ed etico-politiche, anche riferimenti alla sfera privata e personale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la testimonianza più antica dell'uso della scrittura in ambito pubblico-sacrale a Roma?
  2. La testimonianza più antica è l'iscrizione del cippo in pietra rinvenuto sotto il Lapis niger nel Foro romano, risalente all'inizio del VI secolo a.C., contenente prescrizioni rituali.

  3. Quali sono le caratteristiche delle iscrizioni dedicatorie private più antiche?
  4. Le iscrizioni dedicatorie private più antiche si trovano su oggetti di uso comune e riportano spesso i nomi dell'artista, del committente e del destinatario del dono, come l'epigrafe sul coperchio della "cista Ficoroni".

  5. Come si sono evolute le iscrizioni sepolcrali nel tempo?
  6. Le iscrizioni sepolcrali, inizialmente in saturni, si sono evolute sotto l'influenza della cultura greca, adottando nuovi schemi metrici e ampliando i temi per includere riferimenti alla sfera privata e personale accanto a quelli civili ed etico-politici.

Domande e risposte