Concetti Chiave
- Livio Andronico, originario di Taranto, fu portato a Roma dopo la battaglia contro Taranto e Pirro, divenendo schiavo di Livio Salinatore e successivamente liberto e grammaticus.
- Scelse di tradurre l'Odissea per i suoi valori universali e moderni, come l'amore per la patria, rispetto al desiderio di gloria dell'Iliade.
- L'Odusia di Livio era una rielaborazione letteraria che adattava i valori greci al pubblico latino, utilizzando il saturnio come verso principale.
- Livio apportò modifiche stilistiche significative alla sua traduzione, amplificando il pathos attraverso figure retoriche latine e un linguaggio arcaico.
- Delle sue opere teatrali, rimangono titoli di tragedie dai temi greci, mentre la sua commedia "Gladious" non fu considerata notevole dai critici successivi.
Livio Andronìco
fu un greco di Taranto, nato forse intorno al 280 AC e condotto a Roma in un anno successivo al 272 AC, quando si concluse vittoriosamente per Roma la battaglia contro Taranto e Pirro. fu schiavo di un certo Livio Salinatore, un membro della gens Livia, forse padre o nonno dell’omonimo Salinatore che sconfisse Asdrubale nel Metauro nel 270 AC. fu precettore del figlio del padrone, il quale gli concesse poi la libertà. da liberto rimase comunque vicino al padrone al quale prese poi il nome Livio e lo unì al proprio greco.
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la scelta di tradurre l’Odissea, invece che l’Iliade, ha molte spiegazioni: in primis, il personaggio re-marinaio-viaggiatore, aveva una portata universale maggiore rispetto agli eroi di Troia. il racconto era pieno, inoltre di leggende e viaggi come quelli ripresi da Giasone e della nave Argo, utilizzato anche da Apollodoro Rodio (nato intorno al 295AC), altro racconto di questo tipo, era il viaggio di Enea. inoltre i valori di Ulisse erano molto più moderni: non più desiderio e brama di gloria, ma amore per la patria, e desiderio di esperienze di vita e saggezza.
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dell’Odusia sono rimasti pochi frammenti circa 30, quasi tutti di un unico verso, giunti per tradizione indiretta. lo scopo di Livio, era quello di comporre una traduzione letteraria, non quindi una traduzione letterale ma una rielaborazione che infondesse nel testo greco dei valori comprensibili al pubblico latino. si tratta insomma di una sorta di emulazione che richiedeva una conoscenza della prima cultura ellenistica del III AC, cultura che si diffondeva da Alessandria d’Egitto, nuovo centro della cultura greca sotto il regno dei Tolomei.
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la nuova cultura si respirava anche in Magna Grecia, quindi a Taranto (dove era nato anche l’epigrammista Leonida, il drammaturgo Rintone, autore di un genere di commedia che parodiava il mito). la cultura alessandrina si confrontava su grande rispetto e devozione, che produsse una fiorente scuola di grammatici e sull’esigenza di autonomia e indipendenza. si può notare che Livio cerca di trasformare e figure mitiche greche in quelle latine: così invece della musa del primo verso omerico si ritrova Carmena (o anche la memoria greca, che viene sostituita dalla moneta latina, la cui radice mon- viene unita al nome di una delle tre moire, Morta)
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nello stile, apportò delle modifiche nella traduzione, come ad esempio il bagaglio di figure retoriche tipicamente latine( parallelismi, allitterazioni, e una tendenza ad amplificare espressioni: come i versi omerici “ nient’altro infatti dico che peggio del mare riduca a mal partito l’uomo, anche se fosse molto forte”), ad esempio la dea greca Era, in omero era accompagnata dall’epiteto “potnia” che vuol dire signora, ma in Andronìco è accompagnata “sancta puer saturni filia regina”, va quindi ad amplificare il pathos, secondo una tendenza alessandrina. egli arcaizzò di propositi i termini per rendere più simile il linguaggio a quello omerico.
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Livio utilizza il verso latino per eccellenza, il saturnio, che viene considerato come l’unione di due cola (due unità ritmiche separate da una pausa), delle quali la prima è un dimetro giambico, l’altra è di più difficile interpretazione. l’uso del saturnio fece poi allontanare molti dall’Odusia. orazio ammirava Andronìco, ma criticava i sostenitori incondizionati e acrittici.
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delle tragedie, nelle quali egli stesso recitò come disse Tito Livio( ad urbe condita), finchè non gli mancò la voce, ci rimangono 8 titoli( Achilles, Aiax mastigophorus, Equos Troianus, Aegistus, Hermiona, Danae, Andromeda, Tereus). ci danno l’idea che gli argomenti trattati siano prettamente greci. dai frammenti si può dedurre che non riuscì nella rielaborazione linguistica e poetica. abbiamo un solo titolo della commedia: Gladious, che riprende come protagonista un personaggio plautino, il soldato fanfarone. fu infatti questa la prima rappresentazione romana. Cicerone commentò dicendo che queste commedie non fossero degne di essere lette due volte. anche Tito Livio, commenta il carme, come apprezzabile per gli antichi, ma non altrettanto per i moderni
Domande da interrogazione
- Chi era Livio Andronìco e quale fu il suo contributo alla cultura romana?
- Perché Livio Andronìco scelse di tradurre l'Odissea invece dell'Iliade?
- Quali erano le caratteristiche principali della traduzione dell'Odissea di Livio Andronìco?
- Quali opere teatrali scrisse Livio Andronìco e come furono accolte?
- Qual era l'importanza del collegium scriborum historiumque presieduto da Livio Andronìco?
Livio Andronìco era un greco di Taranto, portato a Roma come schiavo e successivamente liberato. Fu un grammaticus e tradusse l'Odissea in latino, contribuendo alla diffusione della cultura greca a Roma.
Livio Andronìco scelse l'Odissea per il suo protagonista universale, Ulisse, e per i valori moderni di amore per la patria e desiderio di saggezza, che risuonavano più con il pubblico romano.
La traduzione di Livio Andronìco era una rielaborazione letteraria che infondeva valori latini nel testo greco, utilizzando il verso saturnio e figure retoriche latine per amplificare il pathos.
Livio Andronìco scrisse tragedie come "Achilles" e "Andromeda" e una commedia intitolata "Gladious". Le sue opere furono apprezzate dagli antichi, ma criticate dai moderni per la loro qualità.
Il collegium scriborum historiumque era una cooperazione di poeti e attori che promuoveva la cultura teatrale a Roma, con sede nel tempio di Minerva sull'Aventino, e Livio Andronìco ne fu un importante membro.