Questo appunto di Letteratura Greca contiene un'introduzione a Saffo e presenta il testo greco, la traduzione e l'analisi di tre frammenti della poetessa riguardanti il tema della natura.
Introduzione a Saffo
Saffo, vissuta nella prima metà del VII secolo a.C., è una delle pochissime poetesse del mondo antico di cui ci siano giunte opere e notizie. La sua famiglia faceva parte dell’aristocrazia di Lesbo. Questo le permise di avere una formazione culturale completa e un‘educazione raffinata, molto diversa da quella del popolo comune. Ebbe anche la possibilità di scegliere di avere una vita autonoma come sacerdotessa ed educatrice, dato che nell’isola l’aristocrazia prevedeva questi ruoli come possibili per una donna.Saffo fu a capo di un tìaso, una comunità religiosa consacrata ad Afrodite nella quale venivano educate fanciulle di famiglia aristocratica che poi, una volta date in sposa dalla famiglia, sarebbero andate lontano, spesso in altre isole dell’Egeo. La sua poesia è profondamente legata all’attività del tìaso, sia perché a volte riguarda cerimonie religiose interne ad esso, come feste e matrimoni, sia perché scrivere poesie e comporre la musica faceva parte delle abilità che vi venivano insegnate.
Saffo era considerata dai suoi contemporanei una donna di grande valore e un’ottima poetessa. La sua attività interna al tìaso non le impedì di avere anche una vita familiare, dato che era sposata e aveva una figlia della quale parla con amore in due frammenti.
L’universo che nasce attraverso la sua scrittura è straordinario. È un universo che noi riconosciamo immediatamente come greco per la sua serenità e il suo equilibrio interno, per il senso profondo della natura, per la purezza e pienezza dei sentimenti umani che vengono evocati. Nello stesso tempo è un universo assolutamente personale per la sua limpidezza e la sua profondità. Ci rivela un mondo femminile che altrimenti sarebbe rimasto totalmente sconosciuto: un mondo pieno e completo, nel quale trovano spazio intelligenza e sensibilità.
Frammento 34 Voigt
Si tratta di un frammento in strofe saffica citato da Eustazio (729.20 ss.) nel commentare un celebre passo dell'Iliade (8.555) in cui si descrivono i fuochi sul campo di notte come simili a stelle. Si tratta di una similitudine lunare che, a quanto ci dicono alcune fonti, dovette servire a descrivere l'incredibile bellezza di una ragazza. A seguire si riportano il testo greco e la traduzione:
ἄστερες μὲν ἀμφὶ κάλαν σελάνναν
ἂψ ἀπυκρύπτοισι φάεννον εἶδος
ὄπποτα πλήθοισα μάλιστα λάμπῃ
γᾶν
le stelle attorno alla bella luna
di nuovo celano lo splendente aspetto
quando al massimo grado risplende piena
Gli eolismi e le forme diverse dall'attico presenti nel testo sono:
- ἄστερες
- κάλαν
- ἀπυκρύπτοισι
- φάεννον
- πλήθοισα
- γᾶν
- σελάνναν
Frammento 104 Voigt
Questo frammento costituito da un esametro e da un dimetro giambico catalettico con enoplio decasillabo è citato da Demetrio (Eloc. 14). Alcuni studiosi ritengono che insieme ad altri frammenti costituisse un unico epitalamio. Nel testo si dice che quando brilla Espero, vale a dire l'astro della sera e quindi il pianeta Venere, la pecora e la capra tornano all'ovile, mentre la sposa lascia la casa materna per andare dallo sposo. Il riferimento è probabilmente al rito serale dell'abduzione nel quale lo sposo rapiva ritualmente la sposa alla sua famiglia per portarla nel talamo nuziale. A seguire si riportano il testo in greco e la traduzione del frammento:
Ἔσπερε πάντα φέρων ὄσα φαίνολις ἐσκέδασ᾿αὔως,
†φέρεις ὄιν, φέρεισ† αἶγα, φέρεις ἄπυ μάτερι παῖδα.
Espero, portando tutto quando disperso la lucente aurora,
porti la pecora, porti la capra, porti via la figlia alla madre.
Gli eolismi e le forme diverse dall'attico presenti nel testo sono:
- φαίνολις
- αὔως
- ἄπυ
- μάτερι
Frammento 168B Voigt
Il frammento è citato da Efestione (11.5) come esempio di tetrametri ionici a maiore. Si tratta di due versi secondo gli antichi, di quattro versi secondo l'interpretazione dei moderni. Efestione non indica l'autore del testo ma, a partire dal Cinquecento, a seguito delle osservazioni di Henri Etienne, è stato attribuito a Saffo, sebbene altri studiosi abbiano contestato tale ipotesi. Oggi prevale l'attribuzione alla poetessa. Il contenuto è incentrato sulla descrizione di un paesaggio notturno che rispecchia la solitudine della poetessa. A seguire si riportano il testo in greco e la traduzione del frammento:
δέδυκε μὲν ἀ σελάννα
καὶ Πληΐαδες· μέσαι δὲ
νύκτες, παρὰ δ᾿ ἔρχετ᾿ ὤρα,
ἔγω δὲ μόνα κατεύδω.
è tramontata la luna
e le Pleiadi; è notte
fonda, il tempo passa,
e io dormo sola.
Gli eolismi e le forme diverse dall'attico presenti nel testo sono:
- ἀ
- σελάννα
- μόνα
- ἔγω
- κατεύδω