Saffo
Saffo fu la più antica poetessa in Europa. Nasce ad Ereso intorno al 640 a.C., il padre fu Scamandro, sua madre Cleide; ebbe tre fratelli e si sposò con un uomo noto Cercila di Andro, con cui ebbe una figlia, ma Cleide, al quale diede il nome della madre e le dedicò due frammenti pieni di dolcezza. Le fonti antiche parlano anche di un periodo in esilio in Sicilia attorno al 600.
Dato che Saffo mostra una speciale attenzione per il mondo lidio, è verosimile che il suo gruppo risultasse sospettoso a certi ambienti di Matilene. La tradizione la descrive come una donna brutta, con la pelle scura e di piccola statura. Sulla sua morte vi è una leggenda secondo cui si sarebbe gettata dalla rupe di Leucade a causa di un amore non corrisposto.
Le odi di Saffo furono raccolte dagli editori Alessandrini in 9 libri, successivamente andarono perduti nel Medioevo.
Il fulcro della vita di Saffo come della sua attività poetica è l'ambiente del tìaso, che lei stessa dirigeva: esso era un istituzione pedagogica riservata alle ragazze aristocratiche, una struttura tipica della società di Lesbo, dedicata al culto di Afrodite. Nel tiaso si impartiva alle allieve un'educazione consona al tempo, dunque l'insegnamento delle leggi d'amore, la raffinatezza, la grazia.
Sono questi i temi fondamentali della poesia di Saffo, che nasce per accompagnare i vari momenti della vita del gruppo, le feste, le danze , o il momento della partenza di una ragazza ormai adulta. Il rapporto tra le ragazze è effimero, perché destinato a conoscere inevitabilmente la fine, l'idea romantica di un legame eterno e assoluto risulta estranea alla poesia di Saffo. L'addio non è venato di disperazione o sofferenza, ma di malinconia.
L'antico tema della lirica viene espresso da Saffo nell’abilità del canto e nella poesia, rivendicata con orgoglio come parte essenziale della sua educazione.
L'intrecciarsi di amori all'interno del gruppo costituiva una tappa di conoscenze delle leggi dell’Eros, l'amore tra una maestra e le allieve ha un significato paiedeutico.
La sua poesia abbraccia anche altri aspetti dell'amore quali in primo luogo il rito nuziale; anche la vita della famiglia è oggetto di poesia, ai fratelli e alla figlia infatti dedica varie composizioni.
Il gruppo del tìaso aveva in Afrodite, dea dell'amore, la propria protettrice: l'amore certo era l'esperienza centrale del tiaso è una delle principali ragioni d'essere. A dominare la poesia erotica di Saffo è soprattutto la pena a cui l'amore sottopone lo spirito: amore è un'esperienza totalizzante. Nella raffigurazione di Saffo, l'amore sembra muoversi secondo due polarità fondamentali: da un lato la gioia sessuale, dall'altro il tormento generato dalla precarietà del sentimento.
Negli ultimi 10 anni sono stati scoperti nuovi papiri di Saffo, che hanno portato alla luce comportamenti biografici sconosciuti.