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Le principali forme di tragedia greca nacquero in Grecia dall'unione della poesia lirica e i culti di Dionisio. I principali tragediografi sono stati Eschilo, Euripide e Sofocle. La tragedia,dal nome, era contraddistinta da eventi dolorosi,da un finale di morte,che mettevano in luce i disagi della società e dell'uomo che la compone. I personaggi tipici di questo tipo di dramma, nell'ambito del teatro greco, erano re,regine e condottieri e il linguaggio era senza dubbio nobile e complesso.
L'attore tragico indossava una maschera bianca per rappresentare le donne e scura per gli uomini poichè le donne non potevano svolgere i ruoli di attrice. Allo stesso modo per l'età si usavano tre tipi di parrucche: bionde per un giovane,scure per un uomo di mezz'età e bianche per gli anziani.
I personaggi della tragedia non erano solo gli attori ma anche il Coro può essere definito tale poichè oltre che eseguire canti all'inizio (pàrodo),alla fine (esodo) e tra i vari atti (stàsimi) faceva anche da mediatore tra le figure del dramma e si commuoveva,parlava, esponeva tutti i pensieri e sentimenti dell'autore.
Per ragioni del tutto tecniche la tragedia doveva svolgersi in un unico luogo e la rappresentazione della storia non doveva raccontare una vicenda che durasse più di ventiquattr'ore. Lo sviluppo che porta ad un finale di morte e dramma comincia altrettanto con una situazione di squilibrio in cui il protagonista solitamente è chiamato a compiere una scelta che si rivelerà poi quella sbagliata per ovvi motivi. Lo scioglimento avviene con la morte di uno dei personaggi o una vicenda comunque disastrosa che non viene mostrata al pubblico bensì un personaggio o il Coro lo faranno chiaro allo spettatore,che si immedesima completamente nella storia fino ad un punto di vera e proprio terrore che da sollievo nella catarsi o purificazione in cui gli avvenimenti prendono una via diversa.

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