giovyviv94
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Teocrito e la poesia bucolica

Come Callimaco, inventore dell'epillio, anche Teocrito inventò un nuovo genere letterario, l'idillio, il quadretto pastorale che avrà grande diffusione nel corso dei secoli, trovando i suoi maggiori rappresentanti prima in Virgilio e poi in Leopardi (idillio come quadretto dell'anima). In Teocrito troviamo la sovrapposizione originale tra realismo e idealizzazione: il poeta se da un lato ritrae scene agresti tipicamente siciliane, dall'altro queste sono inserite all'interno di parametri fissi che evidenziano il carattere tipico del "locus amoenus".

Ci sono pervenuti 30 idilli, ma di senso tipicamente bucolico possiamo considerare soltanto i primi dieci. L'opera presenta una grande varietà di metri, temi e contenuti (poikilia): dagli esametri in dialetto dorico delle prime sezioni si passa a una grande varietà stilistico-metrica. Il grammatico Servio considerava solamente i primi dieci componimenti della raccolta come bucolici, definendoli "merae rusticae". Sono carmi caratterizzati da una struttura dialogica con finalità agonale: i pastori intraprendevano un discorso a botta e risposta attraverso abili tecniche di variazione/opposizione. Particolarmente significativo risulta l'idillio VII, nonché manifesto della poetica teocritea: attraverso l'investitura di Simichida/Teocrito, il poeta si accosta agli ideali di poetica callimachea, insistendo sul motivo della verità (intesa come originalità) contro la concezione di poesia come mimesi, e sull'esilità (leptotes). Inoltre la sua critica verso la tradizione è indirizzata ai goffi imitatori di Omero e l'aspirazione all'asukia si configura come il raggiungimento della calma attraverso le filosofie ellenistiche. I mimi urbani sono componimenti di ambientazione cittadina. I più significativi sono: l'Incantatrice (tema dell'amore in tutte le sue forme e della formula magica che si ripete), l'Amore di Cinisca (elogio del sovrano, presente anche negli Inni di Callimaco) e le Siracusane (elogio del sovrano d'Egitto e tema dell'ekphrasis, descrizione di un manufatto artistico). Il paesaggio bucolico che emerge dagli idilli è quello assolato e mediterraneo della Sicilia, che si contrappone a quello umbratile di Virgilio. Tra i due poeti, una sostanziale differenza sta nel fatto che, se la campagna virgiliana è continuamente minacciata da forze perturbatrici, quella teocritea aspira all'asukia, al raggiungimento della calma e all'assenza di turbamento. L'eros viene colto da Teocrito in tutte le sue forme e manifestazioni.

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