darksoul98
Genius
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Commosso dalla preghiera di Teti, che gli ha chiesto giustizia per suo figlio Achille, Zeus le ha fatto promessa solenne di punire Agamennone e gli Achei per l’offesa arrecata all’eroe, favorendo le iniziative dei Troiani. Hera, venuta a sapere dell’incontro fra Zeus e Teti, rivolge al marito insistenti domande, in presenza degli altri immortali riuniti a banchetto. Poiché Zeus intende riaffermare la propria autorità, fra i due scoppia un violento litigio, che si conclude con parele durissime da parte del dio nei confronti della consorte e di ci, eventualmente , si schierasse dalla sua parte. A questo punto, cola in mezzo agli immortali un pesante silenzio, che nessuno osa rompere. Soltanto Efesto, il fabbro divino, ha il coraggio di vincere il disagio , esortando la madre a dimostrarsi più sottomessa, nessuno degli dei, infatti, può opporsi alla volontà di Zeus né competere con lui, neppure per difendere Hera. Egli stesso, che una volta tentò di farlo, pagò caro il suo gesto di affetto filiale, perché Zeus lo afferrò per un piede e lo scagliò giù dall’Olimpo. Dopo questi saggi consigli, Efesto offre alla madre una coppa di nettare, poi, con molto garbo, si accinge a versarne anche agli altri, come un esperto coppiere. Il banchetto termina lietamente al calare della notte, quando tutti si ritirano nelle proprie dimore. Anche la suprema coppia divina si è pacificata, ma Zeus, preoccupato per la promessa fatta a Teti, non riesce a dormire, nell’ansia di architettare un piano adeguato. Così decise di inviare ad Agamennone il sonno funesto, il quale lo illuse facendogli credere che avrebbe vinto , il giorno seguente, la guerra, invece no, infatti in ciò si articolava la vendetta di Zeus, far scendere in battaglia i Danai ai quali aveva riservato una serie di pesanti sconfitte in battaglia.

Ἄλλοι μέν ῥα θεοί τε καὶ ἀνέρες ἱπποκορυσταὶ
εὗδον παννύχιοι, Δία δ' οὐκ ἔχε νήδυμος ὕπνος,
ἀλλ' ὅ γε μερμήριζε κατὰ φρένα ὡς Ἀχιλῆα
τιμήσῃ, ὀλέσῃ δὲ πολέας ἐπὶ νηυσὶν Ἀχαιῶν.
ἧδε δέ οἱ κατὰ θυμὸν ἀρίστη φαίνετο βουλή,
πέμψαι ἐπ' Ἀτρεΐδῃ Ἀγαμέμνονι οὖλον ὄνειρον·”

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