Achille, convocata un'assemblea, rende noto la sua rinuncia alla propria ira e la sua intenzione di scendere in guerra.
Mentre Agamennone accusa l'Ate, figlio maggiore di Zeus “che tutti fa errare”, e promette di riparare il torto con doni.
Questo avvenimento permette di individuare la psicologia della lite, chiamata così dallo studioso Havelock; Agamennone non riconosce il proprio comportamento come errato ma incolpa una figura demoniaca, personificata nel poema: Ate.
L'Ate è presente in Omero quando un personaggio compie azioni “folli”, è l'accecamento della mente, un momento di pazzia, uno stato d'animo momentaneo in cui si perde il controllo di sé.
Non è un castigo degli dei ma indica quei comportamenti estranei alle regole ed ai valori della società.
Gli eroi omerico sono in grado di rendersi conto dell'errore provocato da questo momento di “smarrimento”.
Cultura di Vergogna
Nei poemi omerici è presente una “cultura di vergogna”, espressa dalla parola “aidòs”(vergogna), secondo cui l'individuo non prova un senso di colpa quando sbagli a e un comportamento è ritenuto sbagliato quando viene biasimato dalla comunità.
La sanzione è la vergogna, in seguito alla disapprovazione della comunità, in quanto l'individuo non è degno della sua fama.
Pertanto in questa società il bene più alto risiede nella conquista della pubblica stima, interessa la gloria, “kleos”, che consiste nella lode tributata e nell'ammirazione da parte della comunità ad una persona che si è mostrata degna.
Dal pubblico riconoscimento deriva l'onore, “timè”, che si manifesta con doni, elogi alle persone più valorose.
Il pubblico onore crea le gerarchie sociali.
Quindi essenziale nella società omerica è che un'azione non venga disapprovata dagli altri, altrimenti l'individuo prova vergogna per la sua inadeguatezza.
Questa cultura porta la persona a seguire gli schemi dati dalla comunità per non essere biasimato, ciò lo renderebbe ridicolo e per lui è preferibile la morte.
Opposta è la cultura della civiltà occidentale moderna, che si fonda sul senso di colpa, cominciatasi a delineare in Grecia dopo l'epica omerica.
In tale cultura l'individuo quando commette azioni amorali tende a riconoscere il proprio agire come sbagliato e a provare rimorso per il suo errore.