LauraMara
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Menandro: la biografia e gli aspetti generali

Si situa già nell'età alessandrina. Viene meno il tema politico e i temi sociali hanno un rilievo modesto. Si rileva la contrapposizione tra la campagna e la povertà delle condizioni di chi vi abita e la città dove invece non pochi borghesi si possono permettere un elevato tenore di vita. Ma gli affetti, in particolare familiari e aspirazione all'equilibrio di questi costituisce il nucleo tematico della commedia nuova: tema rapporto padre figlio, moglie marito, fratelli, tema già presente nella tragedia di Euripide. Ha importanza anche il sentimento dell'amore che fa si che alla donna sia riservato uno spazio più ampio di quello che le veniva concesso nella commedia antica: nella commedia nuova si presenta con tutti i suoi volti, figlia, moglie, madre ed etera (cortigiana di alto borgo). Viene proposto al pubblico un prodotto teatrale che da una parte soddisfi esigenza di evasione dal quotidiano, e dall'altra offra anche spunti di riflessione sul proprio vissuto, sui propri problemi quotidiani. I problemi proveniente dal mondo esterno , come faresti e guera combattuta da soldati mercenari, possono incrinare il mondo della famiglia ma non distruggerlo. Il lieto fine con cui si concludono le commedie menandree attesta una fondamentale fiducia nella giustizia, in una giustizia immanente, in questo mondo, non più la Dike dell'Agammenine o delle Coefore, ma mondana e umana. I personaggi di Menandro mostrano una sostanziale fiducia in questa.
Realismo nella commedia nuova: nell'antica il realismo e molto presente,ca volte tocca punte estreme come nel Cavalieri, vespe, che lo porta a sconfinare nella fantasia; in Menandro non si può parlare di realismo vero e proprio: i suoi personaggi vivono un'esistenza simile a quella quotidiana del loro pubblico, ma non identica, un'esistenza meno drammatica sotto certi aspetti (Eikos eikota-no cose verosimili). Il felice scioglimento del nodo drammatici è assicurato, tuttavia la felicità ha un prezzo, non può essere conquistata se non attraverso la sofferenza- apprendimento attraverso la sofferenza, che porta alla riflessione, ad una visione più saggia della vita che porta giuste decisioni tale da ripristinare l'quilibrio neloa vita di tutti i giorni. C'è inoltre un accurato studio della psicologia dei personaggi e questo ci riporta ad Euripide di cui era un fervido ammiratore per aver sottolineato i rapporti uomo uomo più che uomo e divinità, infatti per Menandro i punti di riferimento non furono quelli della commedia antica ma lo zio Alessi e gli autori delle tragedie.

Eschilo, sofocle, Euripide. Aristofane, Cratino, Eupoli. Menandro, Difilo, Filemone- triadi tragedia, commedia antica, commedia nuova.

Vita
Menandro nasce ad Atene nel 342 aC. Apparteneva ad una nobile e ricca famiglia e poté quindi permettersi una buona educazione. Conobbe ateo franto ed Epicuro e fu in rapporti di profonda amicizia con Demetro Falereo, filosofo di scuola peri patetica ma di soprattutto oratore ed è importante uomo politico, governo ad Atene stupidendo le direttive dei macedoni ma cercando di rendere la dominazione macedone accettabile per gli ateniesi, collaborazionista del governatore macedone. Fu un uomo politico moderato. È proprio sotto di lui che raggiunge la sua affermazione come poeta comico nel 317 dopo aver esordito nel 322. Il poeta passo pertanto . Passo un momento difficile con la cacciata di Demetro per opera di Antigone Monoftalmo e di suo figlio Demetrio Poliorcete nel 307 nelle guerre tra i successori di Alessandro Magno. Demetro si ritirerà ad Alessandria d'Egitto e Menandro senza il suo protettore corse il rischio di venir processato ma si sottrasse a questo pericolo grazie allo stesso Demetrio, grande amante della poesia. Dopodiché non si trovano più episodi di rilievo nella sua biologia. Ebbe una relazione con un'eterna di nome Glicera, ma l'amore tra i due fu così intenso che i posteri si inventeranno una corrispondenza epistolare tra il poeta e la donna. Fu invitato a trasferisti ad Alessandria d'Egitto, ma rimase nella sua amata Atene dove morì per un malore durante un malore nel porto del Cireo.
La sua produzione fu vastissima, scrisse un centinaio di commedie. La sua fortuna noi costante, tanto che troviamo nel mondo ellenistico romano non pochi mosaici ispirati ai personaggi delle sue commedie. Plutarco scrisse una breve comparazione tra Aristofane e Menandro proclamando suoeriore Menandro.

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