mielina
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Questo appunto di Letteratura Greca tratta delle orazioni epidittiche di Isocrate (436-338 a.C.) vale a dire di tutte le sue orazioni, escluse le sei giudiziarie (Sulla biga, Trapezitico, Contro Callimaco, Eginetico, Contro Lochite, Contro Eutino). Anche le orazioni politiche possono essere ascritte al genere epidittico poiché non erano destinate a essere pronunciate davanti all’assemble ma alla diffusione scritta. Gli antichi conoscevano 60 orazioni attribuite a Isocrate ma ne consideravano autentiche solo una ventina. A noi sono giunte:

  • 21 orazioni
  • 9 lettere, riguardo ad alcune delle quali sono stati sollevati dubbi di autenticità.

Indice

  1. Contro i sofisti
  2. Elena
  3. Busiride
  4. Panegirico
  5. A Demonìco
  6. Plataico
  7. A Nicocle, Nicocle, Evagora
  8. Archidamo
  9. Aeropagitico
  10. Sulla pace
  11. Antidosi
  12. Filippo
  13. Panatenaico

Contro i sofisti

L’orazione fu scritta nel 390 a.C. circa. Isocrate difende la propria scuola e contesta le altre forme di insegnamento dell’epoca. Si pone dunque in chiave antisofistica e antiplatonica. L’orazione è la più breve tra quelle conservate ed è divisa in due parti:
  • Isocrate si oppone agli eristici e ai maestri di eloquenza che pensano di poter insegnare i discorsi politici attraverso schemi fissi.
  • Isocrate espone il proprio modello educativo spiegando che il maestro di retorica non deve applicare meccanicamente la sua conoscenza tecnica, deve valorizzare il talento degli studenti e deve saper presentare dei modelli concreti da imitare.

Elena

Questa orazione fu scritta tra il 390 e il 380 a.C. Il testo è un ottimo esempio del metodo didattico di Isocrate. L’autore, dopo aver polemizzato con Antistene, Platone e gli eristici, spiega la differenza tra apologia ed encomio. Chiarisce poi che la sua scuola ha come scopo l’acquisizione di un’opinione (δόξα) che riguardi questioni utili e che possa formare un buon cittadino.

Busiride

Come l’Elena, anche il Busiride fu scritto tra il 390 e il 380 a.C. Si tratta di un elogio paradossale, a scopi didattici, del mitico re egizio Busiride che soleva sacrificare gli stranieri e che infine fu ucciso da Eracle. Il Busiride è un’orazione in forma di epistola diretta al retore Policrate, autore di un’orazione intolata Elogio di Busiride, che, mediante l’espediente dell’elargizione di consigli, viene duramente criticata da Isocrate.

Panegirico

L’orazione, scritta nel corso di molti anni e pubblicata nel 380 a.C., imita i discorsi che venivano pronunciati durante le grandi feste panelleniche. Lo scopo dell’orazione è conseguire la concordia tra gli Elleni e combattere in unità il nemico persiano. La città di Atene ha il dovere morale di porsi a guida degli Stati greci per portare avanti una tale lotta. Dal punto di vista della teoria letteraria, è degna di nota l’affermazione di Isocrate riguardo all’importanza non tanto di creare nuovi argomenti quanto di esporre in maniera eccellente quelli già noti.

A Demonìco

Questa orazione ci è stata tramandata sotto il nome di Isocrate ma è generalmente considerata spuria. Manca di un filo conduttore ed espone precetti etici mediante sentenze.

Plataico

L’orazione fu scritta tra il 373 e il 371 a.C. e ha le caratteristiche del genere deliberativo. Nel 373 a.C. Platea era stata distrutta da Tebe e Isocrate con questo discorso si oppone all’egemonia tebana mentre sostiene quella ateniese.

A Nicocle, Nicocle, Evagora

Si tratta di tre orazioni tematicamente assimilabili:
  • A Nicocle, scritta nel 370 a.C., è indirizzata al re di Salamina di Cipro dopo la morte del precedente re Evagora. In essa sono esposti i precetti del buon governo di un sovrano illuminato.
  • Nicocle, scritta nel 368 a.C, si immagina pronunciata dal sovrano stesso. Descrive i doveri dei sudditi e i vantaggi di un principato moderato.
  • Evagora, scritta nel 370 o nel 365 a.C., è un encomio del defunto re Evagora. Contiene la riflessione sulla maggiore difficoltà nello scrivere un encomio in prosa piuttosto che uno in poesia.

Archidamo

Questa orazione, scritta nel 366 o 364 a.C., si immagina pronunciata da Archidamo, aspirante alla carica di re di Sparta. Si tratta di un discorso che si oppone all’egemonia tebana in chiave filospartana.

Aeropagitico

La data di composizione non è certa. Forse fu scritta prima della guerra sociale (357-355 a.C.) o nel 355 a.C. Si tratta di un discorso di politica interna in cui si chiede di restituire all’Areopago parte delle antiche prerogative affinché sia custode della vita politica e della moralità di Atene.

Sulla pace

Anche questo discorso è da collegare al periodo della guerra sociale. Grazie alle citazioni presenti nell’Antidosi, diverse dal testo a noi giunto, sappiamo che Isocrate curò una seconda redazione dell’opera. Nel testo si condanna la politica imperialistica di Atene e si auspica il conseguimento della pace e della concordia.

Antidosi

Nel 356 a.C. Isocrate aveva subito un processo per ἀντίδοσις (scambio di beni) nel quale aveva perso. In questa orazione, scritta probabilmente nel 354 a.C., Isocrate cerca di difendere la propria immagine facendo un bilancio della propria vita e del proprio operato.

Filippo

L’orazione fu scritta nel 346 a.C. dopo la pace tra Atene e Filippo. L’argomento è lo stesso del panegirico ma il destinatario non è più il pubblico panellenico bensì Filippo di Macedonia, invitato a porsi a guida dei Greci contro i Persiani.

Panatenaico

Isocrate compose questo discorso tra il 342 e il 329 a.C. forse per rispondere all’accusa di parteggiare per Filippo di Macedonia. Isocrate finge di pronunciarlo durante la festa delle Panatenee e dichiara che Atene deve essere garante della concordia (ὁμόνοια). Un’importante innovazione formale è la seconda parte del discorso che assume forma dialogica.

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