Fabrizio Del Dongo
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Grecia antica - Ruolo della musica

La musica occupava un posto molto importante nella vita della società greca classica. Le giornate consacrate al culto, i banchetti e il lavoro si accompagnavano con melodie proprie e con propri ritornelli. Per esempio, il guerriero era solito esercitarsi a maneggiare la spada e l’atleta al pugilato al suono del flauto. Per quanto riguarda la danza essa costituiva una pratica universale, presente ovunque, come non lo sarà mai più in Europa.

L’aggettivo greco “mousikós, col significato di “musicale”, ad Atene era sinonimo di “raffinato”. L’uomo in armonia con se stesso seguiva il ritmo mentre chi non si trovava in questa condizione di armonia era “stonato”. I pastori ingannavano il loro tempo suonando il flan; i prigionieri di guerra reclamavano della musica per sopportare meglio la loro triste condizione. Purtroppo queste melodie non sono arrivate fino ai tempi moderni, poiché venivano trasmesse solo oralmente.
I Greci devono i primi strumenti musicali e le loro prime composizioni ai Traci e all’Asia Occidentale e con queste premesse, essi crearono a loro volta un’arte ed un’estetica del tutto originale e soprattutto duratura nel tempo. I filosofi greci si interessarono molto alla musica e alla teoria musicale e questo interesse comportò come risultato l’invenzione di uno strumento di misurazione che fu conosciuto col nome di monocordo. Il monocordo era uno strumento composto da una sola corda, tesa sopra una cassa di risonanza tra due ponticelli, e posata su un terzo ponticello intermedio che poteva essere spostato: in questo modo, la corda poteva essere divisa come si voleva a quindi ottenere suoni di altezza (frequenza) variabile. Con l’aiuto di questo strumento, i matematici greci e soprattutto Pitagora di Samo, nel secolo VI, furono in grado di calcolare e mettere in evidenza i rapporti matematici esistenti fra i diversi suoni. Dividendo in due parti la corda del monocordo, si produce un suono più alto di 1/8; per un rapporto di uno a cinque, l’intervallo è di un quinto; per un rapporto di tre a quattro, esso è di 1/4, e così via.
La musica era insegnata sulla lira a sette corde e con il flauto, lo strumento molto rappresentato sulle ceramiche, ma che in seguito passò di moda, ma non in Beozia. Altri strumenti musicali erano l’arpa e il barbitos, una specie di lira a corde più lunghe e con maggior numero di corde, tali da permettere di eseguire le ottave. Esistevano anche strumenti musicali per scopi militari ed altri associati a celebrazione di culti.
L’insegnamento della musica costituiva il completamento dell’istruzione elementare perché veniva considerato il mezzo più adatto per raggiungere la moderazione e l’autocontrollo. Era anche il mezzo che consentiva ai giovani di partecipare fin dai primi anni alla vita collettiva e di imparare a venerare gli dei insieme agli altri. Infatti, grazie alla musica e alla danza, i giovani partecipavano alle pubbliche funzioni di culto.

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