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Indice

  1. Esiodo:notizie biografiche e contesto storico
  2. La Teogonia
  3. Le Opere e i giorni

Esiodo:notizie biografiche e contesto storico

Esiodo è la prima persona reale, storicamente esistita, della letteratura europea (sebbene gli antichi, sbagliando, credessero che anche Omero lo fosse, al punto da attribuirgli diverse patrie e una personale biografia). Esiodo è dunque il primo poeta della cui esistenza siamo certi, il primo che metta in primo piano, nelle sue opere, un “io” storico, fornendoci al riguardo notizie e particolari di cui non abbiamo ragione di dubitare.
È possibile ricostruire una, seppur scarna, biografia esiodea, a partire dai riferimenti lasciati dal poeta nei testi, in particolare ne Le Opere e i giorni. Sappiamo così che suo padre era migrato da Cuma Eolica in Beozia, ad Ascra, definito da Esiodo “villaggio miserabile, cattivo d’inverno, d’estate tremendo, mai propizio”. Esiodo sarebbe nato a Cuma, anche se questo contraddice ciò che lui stesso afferma e cioè di aver fatto un unico viaggio, nella sua vita, da Aulide a Calcide in Eubea. Qui Esiodo si reca in occasione dei festeggiamenti in onore dell’eroe locale Anfidamante, caduto nella guerra tra Calcide ed Eretria per il possesso della pianura di Lelanto. Questa evenienza ci consente di datare la fioritura di Esiodo, ma con meno certezza di ciò che ci si aspetterebbe, poiché la stessa guerra lelantina ha una cronologia incerta ed è collocata dai più nella seconda metà dell’VIII secolo. Possiamo dunque solo ipotizzare che Esiodo visse tra la fine dell’VIII e il VII secolo a.C.

Probabilmente, Esiodo recitò in quell’occasione proprio la Teogonia e ne ricavò la vittoria e un tripode. Altro elemento biografico è il suo conflitto col fratello Perse per questioni concernenti l’eredità paterna. Pare che Perse avesse dissipato la sua parte d’eredità e che attentasse a quella del poeta attraverso operazioni giudiziarie volte a defraudarlo, tramite la corruzione dei giudici (“i re divoratori di doni”). Nelle Opere, Esiodo esorta il fratello a lavorare con dignità e vivere secondo giustizia. Esiodo è dunque un piccolo proprietario terriero, di condizione tutto sommato agiata: ciò gli consente una certa indipendenza non solo economica, ma anche intellettuale, che è una delle cifre della sua produzione poetica. Da una parte, infatti, essa consente al poeta di cantare la verità, e non le menzogne che i rapsodi sono costretti a restituire agli aristocratici che li pagano (cfr. discorso delle Muse al poeta nel proemio della Teogonia); dall’altra, non essendo un poeta di professione, Esiodo deve rivendicare a se stesso questo ruolo e deve farlo in modo inequivocabile (cfr. investitura poetica proemio Teogonia).

La Teogonia

Si tratta di un poema di 1022 esametri dattilici in cui sono cantate le origini del mondo e le generazioni degli dèi. Nel proemio Esiodo racconta che, mentre pascolava le pecore sull'Elicona, gli sono apparse le Muse che hanno proclamato la sua investitura poetica e hanno altresì dichiarato di saper cantare molte favole ma anche dichiarare la verità.
In principio vi è il Caos, la Terra, il Tartaro ed Eros. Dal Caos nasce la Notte e da essa Fato, la Kera, Thanatos, Sonno e i Sogni. Generò inoltre Biasimo, Miseria, le Esperidi, le Moire, le Chere (Clotos, Lachesis, Atropos), Nemesi, Frode, Desiderio, Eris.
La Terra genera Ùrano (il cielo) di cui è anche sposa. Ùrano è mutilato dal figlio Crono che gli succede nel regno. Il nuovo re divora tutti i figli avuti dalla moglie Rea. Quando ella è in procinto di partorire l'ultimo figlio, in luogo di consegnarglielo, gli propina un macigno e mette in salvo il bambino. Divenuto adulto, questi spodesterà il padre cannibale. Inizia dunque il regno di Zeus. Costui punisce Promèteo che gli ha rubato il fuoco, inviando sulla terra Pandora, portatrice di mali per gli uomini. Sconfigge poi in una dura battaglia i Titani (titanomachia.. Zeus sposa Meti (la saggezza) e poi la ingoia per poter distinguere il bene dal male. Pois sposa Temi (la giustizia) e da lei ha le Ore. Da Mnemosine (la memoria) ha le nove Muse).

Le Opere e i giorni

Si tratta di un poema epico-didascalico di 828 esametri dattilici.
Già il titolo ne rivela la bipartizione:
  • Il lavoro degli uomini (vv. 1-764);
  • i giorni fasti e nefasti (vv. 765-828).

Nel proemio Esiodo si rivolge alle Muse affinché celebrino Zeus per volere del quale gli uomini sono famosi o sconosciuti, grazie alla sua infinita potenza. Dunque, prendendo le mosse dal dissidio con il fratello Perse e dall'ingiusta sentenza dei giudici ricorda che la necessità del lavoro ha avuto origine da quando il male è apparso sulla terra. Per spiegare l'origine del male Esiodo fa ricorso a due miti:

  • Il mito di Promèteo: Promèteo ruba il fuoco agli dèi e Zeus lo punisce inviando Pandora, principio di ogni male;
  • il mito delle cinque età del mondo: dall'età dell'oro, a quella dell'argento, del bronzo, degli eroi e del ferro, vi è un progressivo peggioramento nella storia dell'umanità.
La favola dello sparviero e dell'usignolo viene usata da Esiodo per spiegare meglio il trionfo dell'ingiustizia. Si tratta della più antica favola della letteratura greca tanto che gli antichi consideravano il poeta di Ascra inventore di tale genere.
Nonostante il male imperante esiste la giustizia di Zeus che premia chi si dedica al lavoro e mantiene i giuramenti.

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