Esiodo - Analisi di alcune opere
Esiodo scrive due opere principali: la Teogonia e le Opere e i giorni, dove viene descritta la Grecia del VIII-VII secolo a.C.
Egli nella Teogonia raccoglie e unisce in maniera organica la materia mitologica, suddividendola in tre sezioni: nella prima si parla di elementi della natura, nella seconda di divinità e nella terza di eroi e semidei.
Si trovano alcune idee che circolavano già prima della sua età, quindi i suoi scritti si possono considerare tra le fonti più vicine alla tradizione indoeuropea.
Esiodo mette in evidenza nozioni in cui l'uomo greco crede, e ne Le Opere e i giorni si danno i nomi tecnici agli attrezzi agricoli, così come agli altri lemmi appartenenti all'ambito semantico dell'agricoltura.
Il titolo dell'opera deriva dal fatto che al suo interno Esiodo tratta di agricoltura e pastorizia (opere), ma dando una scadenza alle azioni umane, come semina, mietitura, raccolta (giorni).
Secondo i dati pervenutici, egli aveva vissuto personalmente delle cose che racconta, in quanto proveniva da una famiglia di contadini.
La religione rientra nel vivere quotidiano, nella sua concezione l'ambito religioso non è scisso da quello umano.
Nel Catalogo delle donne egli dà una prima definizione di donna; Semonide di Amorgo riprenderà questo concetto descrivendo le donne associate ad un animale e ad un vizio: tutte sono viste fortemente in negativo, tranne la donna-ape che si dimostra operosa e produttiva.
Esiodo crede ancora, come Omero, nell'invocazione alle Muse. Sembra fosse un rapsodo, quindi ripeteva i versi in maniera meccanica; bisogna però considerare che il materiale di ripetizione era stato messo per iscritto già dalla prima stesura.
Ne le Opere e i giorni egli mette in evidenza il sistema agricolo con l'inserimento delle varie divinità. Creando le famose cinque età (dell'oro, dell'argento, del bronzo, degli eroi e del ferro), allude alla sua società contemporanea. L'uomo si rende conto che l'industriosità è determinante. Ci sono alcuni elementi di ordine mitologico, come la figura di Pandora. Risulta rilevante il concetto di dike, la giustizia divina, perché l'uomo deve attenersi a certi comportamenti giusti che la ricalcano: quest'opera ha quindi funzione paideutica.