Epigramma ellenistico
In origine l’epigramma era un’iscrizione incisa su monumenti funebri o oggetti votivi. La prima testimonianza è la “coppa di Nestore” risalente all’VIII sec. nella quale si leggono un trimetro giambico e due esametri.
Con il passare del tempo si impone come metro il distico elegiaco, finché durante l’ellenismo l’epigramma ottiene la definitiva consacrazione artistica per le sue qualità formali che rispondo alla poetica alessandrina per raffinatezza (lessico dotto, pluristilismo, giochi di parole) e per l’ὀλιγοστιχία (un solo distico).
L’epigramma amplia le sue tematiche: amore e vino, evasioni bucoliche, ricerche realistiche, descrizioni opere d’arte, aneddoti, sentenze, polemiche letterarie. Ogni argomento può quindi fornire materia per l’epigramma che è uno specchio sincero della vita ellenistica nella sua complessità e nei suoi limiti. Gli epigrammi rispecchiano l’individualismo tipico del loro tempo.
La prima raccolta è la Corona di Meleagro risalente al I sec. a.C. l’autore associava ciascun poeta ad un fiore. Nel VI sec. Agazia raccolse gli epigrammi nella Κύκλος, ogni poeta era paragonato ad una pietanza prelibata. Tutte queste raccolte confluirono nell’antologia di Costantino Cefala, antologia che probabilmente costituisce la base dell’Antologia Palatina (3700 epigrammi di 340 poeti) scoperta dal Salmasio nella Biblioteca Palatina.
L’Antologia Planudea composta da Massimo Planude nel 1300 tramanda alcuni componimento non presenti nell’Antologia Palatina.
Le scuole:
Dorico-peloponnesiaca (fine IV sec.-III sec. a.C)
Ionico-alessandrina (III sec. a.C.)
Fenicia (fine II sec- metà I sec. a.C)
Alla scuola Dorico-peloponnesiaca appartengono: Leonida, Nosside, Anite, Perse, Nicia; questi poeti hanno una propensione per la rappresentazione degli ambienti popolari, dei ceti umili e della natura. Nella scelta di queste temi si vede il desiderio di sfuggire alle complicazioni della civiltà, fatta di guerre e di sfiducia. Per questo cercano il primitivo da prendere come modello in quanto ancora felice. Alla semplicità dei temi si contrappone la complessità dello stile: ridondante, ricco di aggettivi, di hapax e neologismi. Usano il dialetto dorico.
Asclepiade, Posidippo, Callimaco, Edilo sono gli esponenti della scuola Ionico-alessandrina. Questi poeti utilizzano il dialetto ionico, preferiscono il tema erotico-simpoisiale inserito in un contesto urbano. Sul piano stilistico utilizzano una scrittura controllata elegante e concisa, frutto di un grande labor limae e talvolta anche dell’aprosdòketon.
La scuola fenicia ha come poeti Antipatro, Meleagro e Filodemo, che si distinguono per la rielaborazione letteraria e per lo stile retorico, con molte metafore e giochi di parole.