Una ripresa moderna dell'epigramma sepolcrale: l'Antologia di Spoon River
Il genere del'epigramma greco ha una lunga tradizione che copre circa un millennio, dal V secolo a.C a VI secolo d.C; i componimenti e gli autori di questa vastissima produzione letteraria meritevoli di essere consegnati alla memoria, sono riuniti nella monumentale Antologia Palatina, redatta nel XI secolo. Tuttavia, non è con l'epoca classica che si conclude definitivamente la tradizione dell'epigramma, ma se ne ritrova l'eco anche nella letteratura europea e americana del Novecento.
L'Antologia di Spoon River, scritta da Edgar Lee Masters e pubblicata nel 1915, è una celebre opera che si richiama all'epigramma greco sia nella sua forma originaria di iscrizione funeraria commemorativa sia nel carattere che assunse successivamente in età ellenistica in quanto evocazione di un attimo, di un'immagine, di un semplice gesto. E' un catalogo esemplare di 250 epitafi immaginari, tra i quali il primo, intitolato “Sulla collina”, presenta un cimitero, situato sulla collina di una piccola città, in cui i morti che vi sono sepolti prendono voce per esprimere i ricordi della loro vita e le loro emozioni, nel mezzo del passaggio dalla vita alla morte. Svelando la dimensione della memoria, l'autore fa sì che i suoi personaggi si rivelino come mai era accaduto loro in vita, ricostruiscano il loro percorso con sincerità, rievocando le emozioni e i dolori provati (si pensi a Johnnie Sayre, la cui voce ricostruisce il momento della sua morte e in particolare il dolore provato dal padre). Le analogie con l'epigramma greco oltre che rintracciabili nell'attenzione rivolta all'autentica esperienza quotidiana, ai personaggi e alla loro vita vissuta, si ritrovano nei sentimenti evocati, come la malinconia e il rimpianto di ciò che non si è realizzato.