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Demostene

Demostene nacque ad Atene nel 384 a.C. da un ricco imprenditore e una donna scitica. Rimase però presto orfano e venne affidato a due cugini e un amico di famiglia che però sperperarono tutto il suo patrimonio. Fu quindi “costretto” a dedicarsi all’oratoria (nonostante alcuni problemi nel parlare) :
1. Per fare causa ai tutori -> orazioni giudiziarie più antiche
2. Per guadagnarsi da vivere -> logografo per necessità (come Lisia e Isocrate)
In un secondo momento si dedica all’oratoria politica nella quale si concentra su temi che saranno i suoi tratti distintivi, quali:
1. Posizioni antipersiane e antispartane : posizione facilmente spiegabile data la sua cittadinanza ateniese –Atene aveva perso contro Sparta nel conflitto Peloponnesiaco 431-404 – (a differenza di Senofonte che pur essendo ateniese favoreggiava per Sparta -> ne elogia la costituzione).


2. Posizioni antimacedoni (a differenza di Isocrate ed Eschine): A questo proposito scrive la Filippica I, nel 351 o 349, nella quale invita gli ateniesi ad agire concretamente per fermare il re macedone Filippo II, considerato il grande avversario della Grecia intera (nonostante il successo dell’orazione, prevalse la politica neutrale di Eubulo.
3. Ferma credenza nella democrazia: posizione meno spiegabile visto il precedente tentativo fallito da parte di Trasibulo di restaurare la democrazia. Eppure Demostene è convinto nel suo patriottismo: se gli ateniesi stessero in guardia da Filippo e facessero del loro meglio, sarebbe anche possibile restaurare una democrazia (probabilmente non aveva ancora capito che era un progetto utopistico).
Ci fu un momento, nel 340 in cui il progetto politico di Demostene sembrava essersi realizzato: venne infatti formata una coalizione antimacedone che presto attaccò guerra, perdendo nella battaglia di Cheronea, alla quale Demostene partecipò come oplita.
Nonostante la sconfitta, Ctesifonte, oratore ateniese, propose l’assegnazione della corona civica a Demostene per il suo impegno verso la patria ma la proposta fu ritenuta da Eschine, nemico retorico di Demostene, anticostituzionale. Si svolse allora il processo nel 330 nel quale Demostene, sunegoros di Ctesifonte pronunciò il “Per la corona” ritenuto il suo capolavoro. Eschine, che aveva pronunciato il “Contro Ctesifonte” non potendo pagare la multa di 1.000 dracme fu costretto all’esilio.
Poco dopo seguì uno scandalo che colpì Demostene stesso: fu, infatti, ritenuto complice di Arpalo, tesoriere di Alessandro (figlio di Filippo, succeduto al trono) che scappò ad Atene con una grossa somma rubata. Demostene fu allora multato di 40 talenti e non potendoli pagare fu incarcerato. Riuscì a fuggire e andò esule a Egina e poi Trezene.
Un altro evento militare vede partecipe Demostene: quando Alessandro morì improvvisamente la Grecia insorse contro la Macedonia e Iperide e Demostene, richiamato a capeggiare, attaccarono guerra ad Antipatro (curatore della macedonia per conto di Alessandro). Gli ateniesi furono però sconfitti e Iperide e Demostene consegnati al vincitore. Demostene allora si nascose su un’isoletta dove si avvelenò nel 322.

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