La cultura poetica
Buona parte della cultura arcaica greca è espressione di una civiltà orale. Solo a partire dall’VIII secolo a.C., infatti, viene introdotto il nuovo tipo di scrittura alfabetica, che però si diffonde molto lentamente.
Una cultura orale usa la comunicazione poetica e musicale come mezzo per conservare e trasmettere le regole del costume e della organizzazione politica e sociale, cioè il patrimonio culturale della tradizione, con il suo ''corpus'' di credenze, riti, norme, modelli di comportamento, tecniche, ecc...
Così, prima ancora di essere un intrattenitore e un artista, il poeta è un erudito e un educatore.
Il momento culminante di una lunga fase di produzione e trasmissione orale è rappresentato dall’Iliade e dall’Odissea, cioè dai poemi attribuiti ad Omero.
In essi confluiscono canti e leggende rielaborati e tramandati da generazioni di cantori e, solo in epoca più tarda, tradotti per iscritto nella veste giunta fino a noi.
I poemi di Esiado, Le Opere e i Giorni e la Teogonia (scritti forse nell’VIII secolo a.C.) rappresentano l’emergere di una nuova realtà sociale: quella formata da contadini, commercianti e marinai, che cercano di affermare il proprio ruolo sociale e i propri diritti nei confronti dei ceti signorili.
Ai nostri occhi l’Iliade e l’Odissea hanno certamente un valore letterario ed estetico.