claudietta91
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In questo appunto di Letteratura Greca si presentano il testo in greco e la traduzione dei capitoli 21 e 22 del primo libro delle Storie di Tucidide. Si tratta di un passo incentrato sulla metodologia storiografica dell'autore, che polemizza con poeti e prosatori che, prima di lui, hanno trattato degli eventi passati.

Indice

  1. Tucidide libro 1 capitoli 21-22: testo in greco
  2. Tucidide libro 1 capitoli 21-22: traduzione
  3. Tucidide: tecnica metodologica

Tucidide libro 1 capitoli 21-22: testo in greco

XXI. Ἐκ δὲ τῶν εἰρημένων τεκμηρίων ὅμως τοιαῦτα ἄν τις νομίζων μάλιστα ἃ διῆλθον οὐχ ἁμαρτάνοι, καὶ οὔτε ὡς ποιηταὶ ὑμνήκασι περὶ αὐτῶν ἐπὶ τὸ μεῖζον κοσμοῦντες μᾶλλον πιστεύων, οὔτε ὡς λογογράφοι ξυνέθεσαν ἐπὶ τὸ προσαγωγότερον τῇ ἀκροάσει ἢ ἀληθέστερον, ὄντα ἀνεξέλεγκτα καὶ τὰ πολλὰ ὑπὸ χρόνου αὐτῶν ἀπίστως ἐπὶ τὸ μυθῶδες ἐκνενικηκότα, ηὑρῆσθαι δὲ ἡγησάμενος ἐκ τῶν ἐπιφανεστάτων σημείων ὡς παλαιὰ εἶναι ἀποχρώντως. καὶ ὁ πόλεμος οὗτος, καίπερ τῶν ἀνθρώπων ἐν ᾧ μὲν ἂν πολεμῶσι τὸν παρόντα αἰεὶ μέγιστον κρινόντων, παυσαμένων δὲ τὰ ἀρχαῖα μᾶλλον θαυμαζόντων, ἀπ᾿ αὐτῶν τῶν ἔργων σκοποῦσι δηλώσει ὅμως μείζων γεγενημένος αὐτῶν.
XXII. Καὶ ὅσα μὲν λόγῳ εἶπον ἕκαστοι ἢ μέλλοντες πολεμήσειν ἢ ἐν αὐτῷ ἤδη ὄντες, χαλεπὸν τὴν ἀκρίβειαν αὐτὴν τῶν λεχθέντων διαμνημονεῦσαι ἦν ἐμοί τε ὧν αὐτὸς ἤκουσα καὶ τοῖς ἄλλοθέν ποθεν ἐμοὶ ἀπαγγέλλουσιν· ὡς δ᾿ ἂν ἐδόκουν μοι ἕκαστοι περὶ τῶν αἰεὶ παρόντων τὰ δέοντα μάλιστ᾿ εἰπεῖν, ἐχομένῳ ὅτι ἐγγύτατα τῆς ξυμπάσης γνώμης τῶν ἀληθῶς λεχθέντων, οὕτως εἴρηται· τὰ δ᾿ ἔργα τῶν πραχθέντων ἐν τῷ πολέμῳ οὐκ ἐκ τοῦ παρατυχόντος πυνθανόμενος ἠξίωσα γράφειν οὐδ᾿ ὡς ἐμοὶ ἐδόκει, ἀλλ᾿ οἷς τε αὐτὸς παρῆν καὶ παρὰ τῶν ἄλλων ὅσον δυνατὸν ἀκριβείᾳ περὶ ἑκάστου ἐπεξελθών. ἐπιπόνως δὲ ηὑρίσκετο, διότι οἱ παρόντες τοῖς ἔργοις ἑκάστοις οὐ ταὐτὰ περὶ τῶν αὐτῶν ἔλεγον, ἀλλ᾿ ὡς ἑκατέρων τις εὐνοίας 4ἢ μνήμης ἔχοι. καὶ ἐς μὲν ἀκρόασιν ἴσως τὸ μὴ μυθῶδες αὐτῶν ἀτερπεστερον φανεῖται· ὅσοι δὲ βουλήσονται τῶν τε γενομένων τὸ σαφὲς σκοπεῖν καὶ τῶν μελλόντων ποτὲ αὖθις κατὰ τὸ ἀνθρώπινον τοιούτων καὶ παραπλησίων ἔσεσθαι, ὠφέλιμα κρίνειν αὐτὰ ἀρκούντως ἕξει. κτῆμά τε ἐς αἰεὶ μᾶλλον ἢ ἀγώνισμα ἐς τὸ παραχρῆμα ἀκούειν ξύγκειται.

Tucidide libro 1 capitoli 21-22: traduzione

XXI. Tuttavia, in base alle prove fornite, qualcuno non sbaglierebbe ritenendo che la situazione nell'antichità fosse pressoché simile a quella che ho descritto, non dando maggior credito ai resoconti, da un lato, che i poeti hanno cantato, adornandone e amplificandone il tema, e, dall'altro, che i cronisti hanno composto più per compiacere l'orecchio che per dire la verità, poiché le loro storie non possono essere verificate e la maggior parte di esse, col passare del tempo, si è insinuata nel regno del favoloso, tanto da risultare incredibile, ritenendo che i fatti sono stati ricostruiti con sufficiente accuratezza, sulla base delle indicazioni più chiare, considerando che riguardano tempi antichi. E così, anche se gli uomini sono sempre inclini, mentre sono impegnati in una guerra, a giudicare quella attuale la più grande, ma quando sarà finita a considerare gli eventi antichi con maggiore meraviglia, tuttavia questa guerra si rivelerà, per gli uomini che giudicano dai fatti reali, più importante di tutte quelle precedenti.
XXII. Quanto ai discorsi pronunciati da diversi uomini, sia quando stavano per iniziare la guerra, sia quando vi erano già impegnati, è stato difficile ricordare con assoluta accuratezza le parole effettivamente pronunciate, sia per me, per quanto riguarda ciò che ho udito personalmente, sia per coloro che da varie altre fonti mi hanno riferito. Pertanto, i discorsi sono stati riportati nella lingua in cui, a mio avviso, i singoli oratori avrebbero espresso, sugli argomenti in questione, i sentimenti più adatti all'occasione, pur aderendo il più fedelmente possibile al senso generale di ciò che è stato effettivamente detto. Quanto ai fatti relativi agli eventi della guerra, ho ritenuto mio dovere riportarli non come accertati da un informatore casuale né come mi sono sembrati probabili, ma solo dopo aver indagato con la massima accuratezza possibile ogni dettaglio, sia nel caso degli eventi a cui ho partecipato personalmente, sia in quelli riguardo ai quali ho ricevuto informazioni da altri. E il tentativo di accertare questi fatti fu un'impresa ardua, perché coloro che furono testimoni oculari dei vari eventi non fornirono gli stessi resoconti sulle stesse cose, ma resoconti variabili a seconda che sostenessero l'una o l'altra parte, o a seconda dei loro ricordi. E può darsi che l'assenza di elementi favolosi dalla mia narrazione possa sembrare meno piacevole all'orecchio; ma chiunque desideri avere una visione chiara sia degli eventi accaduti sia di quelli che un giorno, con ogni probabilità umana, si ripeteranno nello stesso modo o in modo simile, mi basterà giudicare utile la mia storia. E, in effetti, è stata composta non come un saggio da ascoltare per un momento, ma come un possesso per sempre.

Tucidide: tecnica metodologica

Nei capitoli 21 e 22 delle Storie Tucidide presenta il proprio metodo storiografico.
  • Per Tucidide alla base del metodo scientifico è operante il concetto di causa-effetto.
  • Egli inoltre parla della soggettività degli eventi e di quanto è difficile essere oggettivi. L’oggettività viene corrotta da due elementi la “mneme” (memoria), e la “doxa” (opinione personale).
  • Nella sua opera Tucidide riporta ciò che gli è stato riferito “attendendosi al senso generale”, senza parlare di elementi che potrebbero corrompere la storia. Si rifà al concetto di “eikos” (verosimiglianza), caro ai greci.
  • Pur riprendendo dei concetti erodotei (“autopsia”, “gnome”) prende la distanze da Erodono non riportando eventi mitici e fantastici.
  • A Tucidide ciò che interessa è comporre un’opera indirizzata a coloro che vogliono scoprire la verità dei fatti, non vuole scrivere una storia per chi ha intenzione di fare una lettura piacevole.
  • La sua opera, inoltre, deve insegnare a leggere le leggi umane che regolano il presente per comprendere il futuro in modo da permettere un "possesso perenne" della storia.
  • Questo aspetto del “possesso perenne” conferito dalla comprensione delle leggi umane che regolano il presente si nota particolarmente nel tratto riguardante la “peste di Atene”. Per redigere questo brano Tucidide scansa l’opinione dei cittadini riguardante la causa della peste, data dalla superstizione e si occupa solo dei sintomi, aspetto che sarà utile nel futuro.

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