Concetti Chiave
- Zola caratterizza i protagonisti Jacques e Pecqueux come prodotti di un'umanità degradata, esprimendo una visione materialistica e meccanicistica dell'uomo.
- La passione amorosa è descritta come una forza dirompente e diabolica, causa dell'odio violento tra i protagonisti, evidenziando il pessimismo di Zola sulla natura umana.
- La locomotiva è rappresentata come una macchina ribelle e crudele, che simboleggia il progresso tecnologico ostile all'uomo.
- Il racconto culmina in una doppia catastrofe: il conflitto tra Jacques e Pecqueux e la corsa distruttiva del treno che trasporta soldati come animali verso la morte.
- Lo stile narrativo di Zola è caratterizzato da precisione lessicale e scientifica, accompagnata da similitudini e personificazioni che esprimono un giudizio critico sulla realtà.
Zola - Bête humaine
La caratterizzazione dei due protagonisti, il macchinista Jacques e il fuochista Pecqueux, segue in modo esemplare le direttrici della scuola naturalista. I due personaggi vengono descritti come il prodotto di un'umanità degradata: attraverso l'analisi dei loro comportamenti e delle loro reazioni, Zola esprime quella visione materialistica e meccanicistica che caratterizza il suo modo di interpretare la storia e le vicende umane.Nella poetica di Zola, l'uomo è davvero una "bestia umana", un essere capace di seguire soltanto il proprio istinto violento: nemmeno la luce della ragione o i sentimenti d'amore riescono a renderlo libero. Anche l'amore, infatti, viene inteso da Zola come pura attrazione carnale e non come un sentimento positivo.
Non a caso, nel romanzo, la passione amorosa viene descritta in chiave "diabolica": è, prima di tutto, la causa scatenante del rancore fra Jacques e Pecqueux, che alla fine genera un odio improvviso e devastante. La violenza delle passioni provate dai due personaggi è descritta con forte intensità: in particolare, viene sottolineata tutta la forza dell'odio che sconvolge i due uomini e sembra superare ogni umana comprensione ed esperienza.
Nella descrizione del violento scontro tra Jacques e Pecqueux possiamo riconoscere tutto il cupo pessimismo di Zola nella raffigurazione del reale, e un duro giudizio sulla natura umana.
• L'uomo viene descritto come un essere capace di ogni brutalità, di ogni gesto criminale pur di appagare i propri desideri e il proprio istinto omicida. E in questo diventa simile a un automa: è incontrollabile, e procede con inerzia verso la distruzione, senza che nessuna forza di volontà possa fermarlo.
• La macchina (in questo caso la locomotiva di un treno) è rappresentata quando, lasciata in balia di se stessa, procede imperterrita provocando morte e distruzione. In questo suo incedere senza indugi, la locomotiva sembra quasi dotata di una intenzionalità umana e si comporta come un essere forte, ribelle e crudele.
Nel finale del romanzo, l'autore racconta così una doppia catastrofe: la lotta mortale tra Jacques e Pecqueux e la cieca corsa della locomotiva 608 e del suo carico umano.
Altre informazioni
Il treno infatti trasporta dei soldati diretti verso il fronte. Descritti anche loro come animali, stipati nei carri bestiame, corrono incontro alla morte, che sia quella sul campo di battaglia o quella causata dalla corsa incontrollata del treno. Alle tragedie di Jacques e Pecqueux e del folle viaggio della locomotiva si aggiunge così anche la follia imminente e senza senso della guerra.La conclusione cui sembra arrivare Zola è amara: l'uomo è destinato a una doppia sconfitta, dominato dalla propria natura, dalla violenza distruttiva che è insita nel suo istinto animale, e sopraffatto dalle macchine, quelle celebrate dal progresso tecnologico, che adesso si stanno rivelando ostili all'uomo che le ha create.
L'anno prima di scrivere questo romanzo, Zola aveva compiuto il percorso Parigi-Nantes su una locomotiva, per documentarsi come sempre faceva alla vigilia di una nuova opera e poter descrivere con scrupolo scientifico gli ambienti e le situazioni della vicenda.
Lo stile narrativo del brano è infatti duro e diretto quanto il suo contenuto. Il lessico è volutamente preciso, tecnico, un esempio di quell'esattezza scientifica che è l'elemento caratteristico della prosa di Zola. Lo testimoniano, in questo brano, i precisi riferimenti alla strumentazione della locomotiva, al funzionamento della sua camera di combustione, all'organizzazione dello spazio all'interno della cabina di guida.
A quest'estrema precisione lessicale, l'autore associa spesso l'utilizzo di uno stile figurato che rende ancora più espressiva la scena. Così, nel brano sono inserite similitudini che potenziano il realismo della narrazione e, allo stesso tempo, lasciano spazio al giudizio dell'autore sulla realtà e la natura umana. La locomotiva, ad esempio, viene descritta attraverso personificazioni che ne mettono in luce la sua potenza fuori controllo, mentre nell'uomo vengono accentuati i comportamenti "bestiali" e i sentimenti cupi («come pecoroni, caricati nei carri bestiame», «fosco e cupo è il suo animo, così come la natura che lo circonda»).
Domande da interrogazione
- Qual è la visione di Zola sulla natura umana nel romanzo "Bête humaine"?
- Come vengono caratterizzati i protagonisti Jacques e Pecqueux?
- Qual è il ruolo della locomotiva nel romanzo?
- Qual è il significato della doppia catastrofe nel finale del romanzo?
- Come si riflette lo stile narrativo di Zola nel romanzo?
Zola descrive l'uomo come una "bestia umana", dominato da istinti violenti e incapace di essere libero attraverso la ragione o l'amore, che è visto come pura attrazione carnale.
Jacques e Pecqueux sono descritti come prodotti di un'umanità degradata, seguendo le direttrici della scuola naturalista, e le loro passioni violente sono rappresentate con intensità.
La locomotiva è rappresentata come una macchina che, lasciata a se stessa, provoca morte e distruzione, comportandosi quasi come un essere umano ribelle e crudele.
La doppia catastrofe, con la lotta tra Jacques e Pecqueux e la corsa cieca della locomotiva, simboleggia la sconfitta dell'uomo, dominato dalla sua natura violenta e dalle macchine ostili.
Lo stile di Zola è duro e diretto, con un lessico preciso e tecnico, arricchito da similitudini e personificazioni che potenziano il realismo e esprimono il giudizio dell'autore sulla natura umana.