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Concetti Chiave

  • Voltaire era un divulgatore brillante e incisivo, noto per il suo spirito vivace e sarcastico, sebbene talvolta considerato superficiale.
  • Era un fermo oppositore del fanatismo e dei pregiudizi, credendo che solo la ragione potesse purificare l'uomo e guidarlo verso il bene comune.
  • In religione, Voltaire era un deista, sostenendo che Dio esiste ma non interviene direttamente nella storia umana, dominata dalle passioni umane.
  • Criticava l'ottimismo di Leibniz e il cartesianesimo, preferendo il sensismo di Condillac e opponendosi all'assolutismo politico, favorendo una monarchia illuminata.
  • Nei suoi scritti, Voltaire contestava l'idea che viviamo nel "migliore dei mondi possibili", vedendo questo ottimismo come una fonte di disperazione.

Qual'è la personalità di Voltaire

Spirito vivace, arguto e sarcastico, Francesco Maria Arouet, detto Voltaire, è limpido ed incisivo divulgatore, anche se superficiale, delle dottrine illuministiche desunte soprattutto da Locke, da Newton e dai deisti inglesi. Lotta tenacemente contro il fanatismo, la tradizione ed i pregiudizi, convinto che solo la ragione può purificare l'uomo dall'egoismo e sospingerlo alla ricerca del bene comune.
in religione professa il deismo: afferma che Dio esiste ma nega che la Provvidenza divina governi la storia, la quale, invece, è opera delle passioni umane, e critica l'ottimismo di Leibniz e la sua teoria del migliore dei mondi possibili. Nel problema conoscitivo segue il sensismo di Condillac ed è aspramente polemico contro il cartesianesimo, che giudica dogmatismo pericoloso. In politica combatte l'assolutismo e, diffidando dal popolo, è orientato verso una monarchia illuminata del tipo di quella di Federico II di Prussia.

Scrive nelle "Questioni sull'Enciclopedia": "Il sistema dell'ottimismo rappresenta l'autore della natura come un re potente che agisce male, senza curarsi della vita di quattro o cinquecentomila uomini, e della miseria e delle lacrime degli altri sudditi, pur di realizzare i propri progetti. Ben lungi dall'essere consolante, la tesi del migliore dei mondi possibili è la disperazione dei filosofi che la sostengono".

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