Concetti Chiave
- Fabrizio Del Dongo, protagonista del romanzo di Stendhal, è un giovane in cerca di avventura e desideroso di unirsi all'esercito napoleonico.
- La sua esperienza durante la battaglia di Waterloo è caratterizzata da confusione e disorientamento, riflettendo l'ironia dell'autore.
- Fabrizio è descritto come un anti-eroe, inadeguato alla realtà della guerra, che vive come uno spettacolo teatrale.
- Il narratore esterno usa l'ironia per commentare l'entusiasmo e la mancanza di comprensione di Fabrizio della situazione.
- Stendhal utilizza il discorso indiretto libero per rappresentare i pensieri di Fabrizio, sottolineando la sua immaturità e ingenuità.
Stendhal - Fabrizio e la battaglia di Waterloo - Commento
Fabrizio Del Dongo (Fabrice, nel testo originale) è il protagonista de La Certosa di Parma, un romanzo di Stendhal, scrittore francese vissuto dal 1783 al 1842. Siamo nel 1814 e da giovane inesperto, egli arriva sul campo di Waterloo, alla vigilia della battaglia che vedrà opporsi e coalizzati, tutti gli Stati europei contro Napoleone. Fabrizio era nato da una relazione che sua madre, la marchesa Del Dongo, aveva avuto con un luogotenente dell’esercito francese, giunto in Italia negli ultimi anni del Settecento. La sua condizione di illegittimità, pur essendo tenuta segreta, spiegava la sua diversità e il suo difficile rapporto con il padre. Infatti, il marchese Del Dongo era reazionario e fautore della politica austriaca; anche il fratellastro, più vecchio di Fabrizio, aveva le stesse idee del padre. Invece, il giovane poteva contare sull’affetto e sulla protezione della madre e della zia paterna, cioè Gina, duchessa Sanseverina. Alla notizia del ritorno di Napoleone dall’isola d’Elba, Fabrizio fugge dalla castello paterno per cercare di arruolarsi nell’esercito napoleonico; attraversa l’Europa in incognito, nascondendo il fatto di essere italiano. Arriva in Belgio, dove la presenza di un gran numero di soldati ci fa capire che la tensione è molto alta; viene scambiato per una spia e per qualche giorno viene messo in prigione. Liberato, riprende il suo cammino alla ricerca dell’armata di Napoleone. Un’ora prima che il giorno spuntasse era già in cammino e per affrettare i tempi riuscì a far prendere il trotto al cavallo: questi due dettagli ci fanno capire l’impazienza del giovane. “Verso le cinque, scrive Stendhal, udì il cannone: erano i preliminari di Waterloo.” Per tutto il giorno, Fabrizio cavalca avanti e indietro, qualche volta riesce a unirsi a un gruppo di soldati e quando è il suo cavallo a decidere la direzione di marcia, raggiunge il famoso marescialli Ney e la sua scorta. Fabrizio è sbalestrato tra tutti i rumori e gli orrori della guerra: zoccoli dei cavalli, boati, sibilìi, zolle di terra che si alzano, tronchi e rami proiettati in aria, uomini e animali sventrati che si dibattono nel fango, nessuno che è in grado di aiutare i feriti.Fabrizio non capisce quello che sta accadendo, è come se venisse trascinato dagli eventi e la realtà è descritta attraverso i suoi occhi con una punta di ironia da parte dello scrittore. In tutta la descrizione della battaglia domina la confusione e nessuno sembra sia in grado di guidare gli eventi. Pur trovandosi nel bel mezzo della mischia, Fabrizio è solo e non si rende nemmeno conto di trovarsi nella battaglia di cui per tutta la giornata va alla ricerca. Dopo aver perso il suo gruppo, segue un altro generale. Anche la ritirata è solitaria. Infine riesce a nascondersi in abiti borghesi in una locanda di Amiens, proprio mentre gli alleati stavano occupando la Francia. La domanda che egli si pone spesso è “Era una vera battaglia?”. Tramite questo testo, possiamo capire il carattere di Fabrizio. Si tratta di un personaggio giovane, ingenuo, ammiratore di Napoleone e romantico a causa delle lettura su cui si è formato. La partecipazione alla battaglia di Waterloo costituisce per lui la realizzazione di un grande sogno e la sua eccitazione e impazienza traspare dalle azioni e dai gesti. Egli ha una visione sbagliata della guerra: egli vi assiste come si assiste a uno spettacolo teatrale e, avendo una percezione errata della realtà che lo sta circondando, non è in grado di dare un valore all’avvenimento. Questi errori aiutano l’autore ad intervenire indirettamente e fare dell’ironia su Fabrizio. In base a tutto ciò, Fabrizio può essere definito un anti-eroe perché è chiaramente inadeguato alla situazione; infatti, resta dietro un albergo e non prende alcuna iniziativa perché non ha avuto ordini in merito. Non riflette e per questo si offre al nemico come una preda molto facile e allorché il pericolo si avvicina, egli manca ben presto di coraggio. Nel brano, Stendhal ha il ruolo di narratore esterno, onnisciente e formula così dei commenti ironici su Fabrizio, stemperandone l’entusiasmo, oppure cede a quest’ultimo la parola, ricorrendo al discorso indiretto libero. Alcuni hanno parlato, a questo proposito, di realismo storico.
Domande da interrogazione
- Chi è Fabrizio Del Dongo e qual è il suo ruolo ne La Certosa di Parma?
- Qual è la situazione familiare di Fabrizio e come influisce sulla sua vita?
- Come viene descritta la partecipazione di Fabrizio alla battaglia di Waterloo?
- Qual è il tono utilizzato da Stendhal nel descrivere Fabrizio e la battaglia?
- In che modo Fabrizio rappresenta un anti-eroe nel contesto della battaglia?
Fabrizio Del Dongo è il protagonista del romanzo di Stendhal, un giovane ingenuo e ammiratore di Napoleone, che partecipa alla battaglia di Waterloo con una visione romantica e distorta della guerra.
Fabrizio è nato da una relazione illegittima della madre con un luogotenente francese, il che spiega la sua diversità e il difficile rapporto con il padre reazionario e il fratellastro.
La partecipazione di Fabrizio è caratterizzata da confusione e inadeguatezza; non comprende la realtà della guerra e la vive come uno spettacolo teatrale, risultando un anti-eroe.
Stendhal adotta un tono ironico, descrivendo la confusione e l'ingenuità di Fabrizio, e utilizza il discorso indiretto libero per esprimere i pensieri del protagonista.
Fabrizio è un anti-eroe perché è inadeguato alla situazione, non prende iniziative, manca di coraggio e si offre al nemico come una preda facile, riflettendo la sua visione errata della guerra.