Concetti Chiave
- Rousseau attribuisce l'origine della disuguaglianza alla nascita della proprietà privata, vista come fonte di mali e ingiustizie sociali.
- Il "primo che, avendo cinto un terreno, pensò di affermare: questo è mio" rappresenta simbolicamente il fondatore della società civile con un'accezione negativa.
- Rousseau critica coloro che, considerati "semplici", hanno creduto al fondatore della società civile, evidenziando la loro ingenuità.
- Utilizza figure retoriche come accumulazioni e anafore per creare un ritmo incalzante e trasmettere il suo messaggio con forza.
- Sottolinea l'importanza di ricordare che "i frutti sono di tutti e la terra non è di nessuno", esortando a diffidare degli impostori.
L'origine della disuguaglianza
Nel Discorso sull'origine dell'ineguaglianza tra gli uomini, Rousseau parla di ciò che sta alla base della disuguaglianza fra gli uomini: secondo l'autore la nascita della proprietà privata è la causa dei mali e delle ingiustizie che hanno afflitto la società.
Per Rousseau a corrompere la natura umana è il progresso della società, a partire dalla nascita della proprietà privata, emblematicamente sottolineata dai danni provocati dal “primo che, avendo cinto un terreno, pensò di affermare: questo è mio”. Costui, che trovò delle persone “semplici” che gli credettero, fu il fondatore della società civile, cui l'autore da un'accezione negativa: lo si evince già da questa prima frase del brano.
Critica alla società civile
A dimostrazione di ciò esprime un giudizio, definisce coloro che hanno creduto a il fondatore della società civile persone semplici, poco avvedute. La frase successiva inizia con quanti, è perciò un'esclamazione; inoltre inserisce un'accumulazione, un'enumerazione da cui deriva un ritmo accelerato e incalzante. Nella medesima frase è presente un'ulteriore figure retorica: una anafora. Altri aspetti linguistici su cui è necessario porre attenzione è l'imperativo “guardatevi”, che sta a significare che gli uomini devo stare attenti dall'ascoltare l'“impostore”, che ha detto questo è mio. Rousseau afferma inoltre che gli uomini sono perduti se dimenticano che i frutti sono di tutti e che la terra non è di nessuno, così come nel giardino dell'eden. Il tono è indignato, ma al contempo esortativo, appassionato; così come lo era il XXVI capitolo del Principe. Si percepisce una diffida nei confronti di coloro che vogliono imbrogliare gli uomini e verso coloro che si fanno imbrogliare.