Concetti Chiave
- Il sonetto "Vocali" di Rimbaud, scritto nel 1871, è un esempio innovativo del linguaggio poetico, utilizzando suoni e forme delle vocali per evocare sensazioni.
- Ogni vocale nel testo è associata a un colore, creando analogie cromatiche simboliche attraverso un processo di associazioni immaginative.
- Rimbaud attribuisce significati simbolici ai colori delle vocali: "A" nera per la morte, "E" bianca per la purezza, "I" rossa per le passioni, "U" verde per la quiete e "O" blu per la perfezione.
- La circolarità della vocale "O" simboleggia la perfezione e la fine, collegandosi all'idea di Omega, l'ultima lettera dell'alfabeto greco.
- Rimbaud abbandona la poesia a ventun anni, dopo le "Illuminazioni", e conduce una vita avventurosa fino alla sua morte prematura a trentasette anni.
Indice
Vocali
Scritto nel 1871, il sonetto Vocali è uno degli esempi più significativi della novità del linguaggio poetico di Rimbaud. L’autore rappresenta le sensazioni che le «vocali», con il loro suono e con la loro forma, di volta in volta gli suggeriscono
Associazioni dell’immaginazione
Il testo accosta ogni vocale a un colore, secondo una ricerca sulle sensazioni molto diffusa nella cultura europea. Partendo dall’immagine visiva (la forma delle vocali), il poeta crea, mediante un processo di associazioni, una serie di analogie cromatiche. Si tratta tuttavia di analogie simboliche: a partire dalle vocali dell’alfabeto e dai colori che esse gli suggeriscono, il giovane autore si abbandona liberamente alle associazioni immaginative che tale spunto gli ispira.
L’interpretazione sulla base dei colori
Osserviamo le singole lettere. La «A», nera, può simboleggiare la morte e il suo mistero (con le «mosche splendenti / che ronzano» sui cadaveri, vv. 3-4). La «E», bianca, rimanda ai sogni innocenti e alla purezza (evocata dai vocaboli «candori», «vapori », «ghiacciai», vv. 5-6). La «I», rossa (porpore) come il sangue e le labbra, allude alla violenza delle passioni che provocano l’ebbrezza dei sensi («collera», «ebbrezze », v. 8). La «U», verde, si collega a immagini di quiete («viridi mari», «pace di bestie alla pastura», vv. 9-10); i solchi tracciati dall’aratro nei pascoli sono associati, per analogia, alle rughe, perciò la tranquillità viene attribuita anche allo studioso di alchimia («pace di rughe / sull’ampia fronte studiosa», vv. 10-11). Infine la «O», con il suo colore blu e la sua forma circolare, simboleggia la perfezione, il cielo infinito, il mondo dello spirito («silenzi attraversati dagli Angeli», v. 13); la circolarità si collega inoltre all’idea di fine, di conclusione e anche alla morte, come può suggerire il colore «violetto»: per questo la «O» viene posta alla fine, nell’ultimo verso, dove è identificata con la «Omega», ultima lettera dell’alfabeto greco, nei Vangeli attribuita a Cristo, principio e fine di tutte le cose.
Annotazioni
1. latenti: nascoste, avvolte da mistero.2. nero vello corsetto: torace coperto di peli neri.
3. crudi fetori: l’odore acre dei cadaveri.
4. golfi d’ombra: luoghi appartati in ombra.
5. candori … vapori: tende e vapori di colore bianco.
6. lance di fieri ghiacciai: lance appuntite e lucenti.
7. umbelle: infiorescenze i cui petali si allargano a forma di ombrello (dal latino umbella, “parasole”).
8. ebbrezze: piaceri estatici.
9. viridi: verdi.
10. pastura: pascolo.
11. fronte studiosa: la fronte degli studiosi di alchimia, solcata dalle rughe. L’alchimia era l’arte magica che voleva trasformare in oro i metalli. 12. suprema Tromba: l’ultima tromba (suonata dagli angeli) che, secondo la religione cristiana, annuncerà il Giudizio universale alla fine del mondo. Le numerose maiuscole di questi versi vogliono suggerire uno sfondo sacrale. 13. Omega: l’ultima lettera dell’alfabeto greco. 14. Suoi Occhi: allude a una ragazza di Charleville (paese natale di Rimbaud) «dagli occhi di violetta», amata dal giovane poeta.