Concetti Chiave
- Rimbaud's "Lettera del veggente" is a pivotal text in contemporary literature, written at the age of seventeen, challenging traditional art forms.
- He advocates for becoming a "seer," suggesting that true knowledge comes from the senses and instincts, beyond logic and reason.
- The text emphasizes the use of a universal language of poetry to express the hidden spirit and mysterious truth behind reality.
- Rimbaud's rebellious nature is evident in his early works, as he criticizes societal norms and seeks to express a more authentic self.
- His relationship with Verlaine is both intense and scandalous, marked by a tumultuous journey that eventually leads to violence and separation.
Indice
La Lettera del veggente
Rimbaud ha solo diciassette anni quando scrive all’amico Paul Demeny la cosiddetta Lettera del veggente. Secondo molti critici, essa segna uno dei punti di partenza della letteratura contemporanea
Intuizione e ragione
La Lettera del veggente è un testo complesso, scritto di getto, in cui idee e intuizioni si accavallano, per allargarsi in ogni direzione. Forse è questo il senso dell’immagine del «fuoco»: suggerire che l’immaginazione brucia e divampa, e anche che il poeta – come Prometeo – dona agli uomini ciò che di più prezioso esiste, la conoscenza. Affermando che l’obiettivo del poeta è quello di divenire «veggente», Rimbaud indica che la capacità di conoscere non si ottiene mediante la ragione, ma con i sensi e l’istinto. Al di fuori di ogni regola e ragionevolezza, il poeta deve mettere in atto un «lungo, immenso e ragionato sregolarsi di tutti i sensi». Lo «sregolarsi» allude all’uso della droga, all’epoca coincidente con il consumo di oppio. L’ultimo aggettivo, «ragionato», appare però ambiguo: come può essere “ragionata” un’esperienza irrazionale? Forse, dice Rimbaud, per ascoltare il proprio io profondo anche la ragione può essere utile: la poesia dev’essere comprensibile, se vuole dare voce alla “lingua dell’anima”.
Una lingua universale per l’anima
Nel finale Rimbaud chiede appunto che il poeta usi il linguaggio adatto a esprimere l’«anima universale» delle cose. Quest’ultima è uno spirito nascosto dietro la realtà che appare esternamente; uno spirito vicino all’«ignoto», cioè alla misteriosa verità che avvolge tutto ciò che esiste. Per dare voce all’«ignoto» e all’io profondo (all’inconscio, diremmo oggi) occorre non un ragionamento argomentato, ma la lingua universale della poesia, spontanea e pura, l’unica in grado di restituire la segreta ricchezza della realtà.
Annotazioni
1. veggente: un individuo che ha visioni rivelatrici, oltre la logica razionale.2. sregolarsi di tutti i sensi: il giovane poeta auspica la vita libera dell’istinto.
3. la quintessenza: la parte più pura.
4. l’intelligenza: la capacità di comprendere.
5. rubatore di fuoco: si allude alla figura di Prometeo, che secondo la mitologia greca aveva rubato il fuoco (simbolo di conoscenza) agli dèi per donarlo agli uomini.
6. A suo carico sono: nei suoi interessi ricadono.
7. lingua … anima: oggi diremmo che questa lingua universale evocata da Rimbaud è la lingua dell’inconscio.
8. Sarebbe … universale: solo il poeta può esprimere l’infinita grandezza della vita interiore. L’anima universale, per i filosofi antichi, è una sorta di energia vitale, presente ovunque nell’universo, che dà forma e movimento a tutti gli esseri.
Un giovane ribelle
Negli anni del liceo compone i primi versi, imitando Baudelaire e polemizzando con il governo, la Chiesa, la società borghese. Nel maggio 1871 scrive la celebre Lettera del veggente, in cui rifiuta l’arte tradizionale e promette una «letteratura nuova», capace di esprimere un «io più autentico».