-dille-
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Concetti Chiave

  • "I Fiori del Male" di Baudelaire del 1857 fu controverso e portò a un processo per immoralità, spingendo a modifiche nelle edizioni successive.
  • Il termine "spleen" descrive uno stato depressivo ed era già esistente, ma Baudelaire gli diede dignità letteraria nelle lingue neolatine.
  • La connessione tra milza e malinconia risale alla teoria degli umori di Ippocrate, dove la bile nera prodotta dalla milza induceva tristezza.
  • Baudelaire descrive il malessere dei meteoropatici, persone influenzate dal cattivo tempo, utilizzando simboli di imprigionamento e oppressione.
  • Le allegorie di prigionia e tomba nei versi rappresentano la mancanza di libertà e l'oppressione che schiaccia l'anima umana.

Baudelaire – Spleen

Nel 1857 Baudelaire scrisse e pubblicò “I Fiori del Male”, in realtà non venne percepita dal pubblico nel modo sperato, i contenuti narrati vennero considerati infatti un attacco alla morale, e quindi lo scandalo causò anche un processo per immoralità a cui vennero sottoposti Baudelaire e la casa editrice. Nell’edizione successiva si attuarono quindi alcune modifiche, come l’eliminazione dei testi troppo scandalosi e la raccolta venne divista in sei sezioni, questa è intitolata “Spleen e Ideale”.
Innanzitutto, con il termine inglese spleen si intende uno stato depressivo di esasperazione e scontentezza, quindi non fu una vera e propria invenzione di Baudelaire ma fu lui a conferire una nuova dignità letteraria determinandone l’adozione anche nelle lingue neolatine. La parola risale, attraverso la mediazione del latino, al greco spléen che significa milza e per capire il collegamento tra questo organo e lo stato d’animo descritto da Baudelaire in “Fiori del male” è utile ripercorrere la medicina del passato. Nel V secolo avanti Cristo infatti Ippocrate cominciò ad elaborare la teoria degli umori, che per lui erano quattro liquidi riscontrabili nell’organismo umano: bile nera, bile gialla, il flegma e il sangue, a seconda della prevalenza di questi liquidi il temperamento della persona poteva essere malinconico, collerico, flemmatico o sanguigno. Nel particolare, a secernere la bile nera, che determinava l’indole malinconica era appunto la milza, l’umor nero infatti è proprio la bile che esce dalla milza. Nel componimento, il poeta descrive il malessere di tutta una categoria di persone, alla quale appartiene lui stesso, ovvero quella dei meteoropatici, quindi tutte quelle persone particolarmente sensibili alle condizioni del meteo, che soffrono di malinconia e di tristezza a causa del cattivo tempo, la pioggia battente per loro diventa simbolo di angoscia e innesca pensieri tetri.

Per esprimere questo stato d’animo Baudelaire si serve di simboli e allegorie, soprattutto per descrivere il concetto di imprigionamento, la metafora continuata del carcere tramette quindi l’idea di una mancata libertà in cui l’uomo non diventa più padrone del suo destino e le sue aspirazioni per il futuro vengono legate in catene. A questo senso di cattività ovviamente di accompagna anche un senso di oppressione, tanto da trasformare la cella di prigionia in una tomba angusta e asfissiante. È quindi come se si creasse un’osmosi tra l’interno e l’esterno, osmosi enfatizzata da simboli e allegorie come ai primi versi “il cielo basso e greve / schiaccia l’anima” oppure “il popolo di ragni dentro i nostri cervelli dispone le sue reti”.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata la reazione del pubblico alla pubblicazione de "I Fiori del Male" di Baudelaire nel 1857?
  2. La raccolta fu percepita come un attacco alla morale, causando scandalo e un processo per immoralità contro Baudelaire e la casa editrice.

  3. Cosa significa il termine "spleen" e come lo utilizza Baudelaire?
  4. "Spleen" indica uno stato depressivo di esasperazione e scontentezza. Baudelaire lo utilizza per conferire una nuova dignità letteraria a questo stato d'animo.

  5. Qual è il collegamento tra la milza e lo stato d'animo descritto da Baudelaire?
  6. La milza è collegata alla bile nera, che secondo la teoria degli umori di Ippocrate, determina un temperamento malinconico, riflettendo lo stato d'animo descritto da Baudelaire.

  7. Come Baudelaire esprime il concetto di imprigionamento nel suo componimento?
  8. Baudelaire utilizza simboli e allegorie, come la metafora del carcere, per trasmettere l'idea di una mancata libertà e oppressione, trasformando la cella in una tomba angusta.

Domande e risposte