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Professioni sanitarie: lavoro c'è, ma occhio all'indirizzo articolo

Un interessante report è stato pubblicato in questi giorni da "La Repubblica degli Stagisti" e riguarda gli sbocchi occupazionali delle lauree delle Professioni Sanitarie. L'articolo analizza i dati di federazioni e associazioni di categoria a cura di Angelo Mastrillo, Segretario della Conferenza permanente delle classi di laurea delle professioni sanitarie e docente presso le università di Bologna e Ferrara. Ciò che emerge è che ci sarà lavoro per i professionisti della salute del futuro, ma alcuni di loro avranno maggiori opportunità di altri. Le nuove tendenze nella richiesta saranno dovute al progressivo invecchiamento della popolazione e alla creazione di maggiori sbocchi nel privato, oltre alla nascita di nuove professionalità introdotte dalla Legge Lorenzin.

Le professioni sanitarie del futuro

Secondo l'analisi di Repubblica degli Stagisti

, in cima alla lista degli occupati a un anno dalla laurea, oggi, ci sono gli igienisti dentali (87% di occupati), i logopedisti e i fisioterapisti (86%), i tecnici audioprotesisti (83%) e i podologi (78%). "Le professioni che in futuro andranno per la maggiore" - commenta Mastrillo - "saranno quelle per la terza età, legate agli organi sensoriali, come l’apparato acustico, visivo e masticatorio, e alla riabilitazione. In particolare, quelle che gravitano nel privato – come tecnici audioprotesisti e igienisti dentali, con il 90% di occupazione nel privato – avranno più richieste e stipendi più alti".
"Il sistema di formazione per queste categorie di professionisti ha funzionato molto bene in Italia, in termini di qualità e di competenza" - aggiunge Giuseppe Novelli, presidente dell’Osservatorio nazionale per le professioni sanitarie presso il Miur e rettore dell’università di Roma “Tor Vergata” - "Sono convinto che altre professionalità in futuro potranno certamente raggiungere gli stessi standard occupazionali. Penso anche alle nuove professioni da formare secondo quanto previsto dalla legge Lorenzin: osteopati e chiropratici".

Le professioni "in calo"

Momento meno fortunato, quindi, per tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria (32% di occupati a un anno dalla laurea), tecnici audiometristi (34%), tecnici di laboratorio (35%), tecnici di radiologia (36%) e ostetriche (44%), ai posti più bassi della classifica. Particolarmente evidente il calo di richiesta per i tecnici di radiologia, per i quali nel 2007 l’occupazione a un anno dalla laurea era del 92%. "Sono stati compiuti degli errori di valutazione, e c’è stato un esubero dei posti messi a bando: fino a dieci anni fa erano 1.500, oggi sono stati ridotti a 750" - spiega Mastrillo - "Non è facile fare una stima dei fabbisogni, perché in alcuni casi mancano dati certi per poter stabilire il turn over".

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