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I laureati nel mercato del lavoro (2003-2007)
Nel corso di questo decennio, nel giro di pochi anni la composizione della popolazione
per titolo di studio si è profondamente modificata, e uno dei cambiamenti più significativi è
1 : nel 2004 essi erano poco più di 4,2 milioni,
certamente quello che ha interessato i laureati 13
nel 2007 sono arrivati a quasi 5,2 milioni, con un incremento di ben 942.000 unità (pari al
2 . Per comprendere l’entità di questa variazione si consideri che l’intera popolazione
+22,3%)
con almeno 15 anni di età è aumentata appena del 2,5%, e che le altre variazioni in base al
titolo di studio sono comprese tra il -7,1% di coloro che hanno solo la licenza elementare e il
+6,5% dei diplomati di scuola media superiore.
Tali andamenti riflettono non solo il ricambio generazionale (che vede la popolazione più
anziana e meno istruita progressivamente sostituita da giovani con maggiore scolarità), ma
anche l’eccezionale incremento dei giovani in uscita dagli atenei italiani per effetto della rifor-
ma dell’ordinamento universitario, introdotta nel 2001.
Non a caso tra gli stessi laureati il gruppo che ha conosciuto l’incremento più accentuato
è stato quello dei giovani tra 15 e 24 anni, cresciuti di quasi una volta e mezza (da 91.000 a
220.000 unità): circa 130.000 in più, per una variazione del +142%.
Negli stessi anni, aumento dell’offerta di laureati e condizioni del mercato del lavoro non
particolarmente favorevoli, hanno però scoraggiato una parte dei giovani in uscita dall’univer-
3 :
sità a entrare subito nel mercato del lavoro, come mostra l’andamento del tasso di attività
quasi l’85% nel 2003 (da 15 a 64 anni), poco più dell’81% nel 2007; ancora più vistoso il calo
Sono considerate tutte le persone con un titolo di studio universitario ( laurea, diploma universitario), post-laurea
1 (master o dottorato) o equivalente.
Fonte Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro, nuova serie dal 2004 al 2007 (valori medi annui); per laureati si intendono
2 tutti coloro che hanno un titolo di studio universitario o post-universitario; per diplomati si intendono coloro che
hanno un titolo di scuola media superiore di 4-5 anni e per qualificati coloro che hanno un diploma conseguito con
un corso di 2-3 anni.
Il tasso di attività è dato dalla quota percentuale di popolazione presente sul mercato del lavoro, come occupata o
3 alla ricerca di un impiego; occupati e persone in cerca di lavoro costituiscono le “forze di lavoro”.
OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI NEL 2007
di questo indicatore per i laureati fino a 24 anni, per i quali è passato dal 49,6 al 33,0%: in
altre parole, mentre nel 2004 circa un laureato su due fino a 24 anni era presente sul mercato del
lavoro, nel 2007 ne troviamo solo uno su tre.
Pertanto, dei 942.000 laureati in più che si riscontrano tra il 2004 e il 2007, sono stati 570.000
quelli che si sono presentati sul mercato del lavoro e, bisogna dire, tutti hanno trovato un impiego;
anzi, l’aumento degli occupati (582.000 in più) è stato finanche superiore ai 570.000 nuovi ingres-
4
. Ciò ha ridotto di 12.000 unità i laureati senza un impiego, nonché il relativo tasso di disoccu-
si 5
, passato dal 5,6 al 4,5%. Contemporaneamente si è però ridotto il tasso di occupazione,
pazione
sceso (per la fascia 15-64 anni) da oltre l’80% al 77,7%; anche in questo caso la riduzione è stata
particolarmente accentuata per i laureati fino a 24 anni (dal 34,1 al 26,6%): se nel 2004 oltre uno
su tre risultava occupato, nel 2007 gli occupati sono stati poco più di uno su quattro.
POPOLAZIONE DI 15 ANNI E OLTRE PER TITOLO DI STUDIO
100%
80%
60%
40%
20%
0%
14 2 0 0 4 2 0 0 7
Titolo universitario Licenza media
Diploma 4-5 anni Diploma 2-3 anni Licenza elementare
Fonte: elaborazione su dati Istat
POPOLAZIONE CON ALMENO 15 ANNI DI ETÀ PER TITOLO DI STUDIO. VARIAZIONI % 2004-2007
25,0 22,3
20,0
15,0
10,0 6,5
5,0 2,7 2,5
0,5
0,0
-5,0 -7,1
-10,0 Titolo universitario Diploma 4-5 anni Diploma 2-3 anni Licenza media Licenza elementare TOTALE
Fonte: elaborazione su dati Istat
In realtà non si tratta di “nuovi” ingressi, ma del saldo tra ingressi e uscite: gli ingressi sono costituiti sia dai giovani
4 che si sono laureati, ma anche da coloro che a un certo punto hanno deciso di entrare sul mercato del lavoro; le uscite
sono costituite da coloro che si sono ritirati dal mercato del lavoro (per pensionamento o per qualsiasi altro motivo)
e da coloro che sono deceduti.
Il tasso di disoccupazione è costituito dalla quota di coloro che sono alla ricerca di un impiego sul totale delle forze
5 di lavoro: si può anche dire, quindi, che esso misura la quota della domanda di lavoro che resta insoddisfatta.
OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI NEL 2007
LAUREATI PER CLASSE DI ETÀ. VARIAZIONI % 2004-2007
160,0 142,0
140,0
120,0
100,0
80,0
60,0
40,0 28,7 22,6 22,3
22,3
21,6 20,7
20,0 8,6
0,0 15-24 anni 25-34 35-44 45-54 55-64 Totale 15-64 65 e oltre TOTALE
Fonte: elaborazione su dati Istat
LAUREATI PER CLASSE DI ETÀ. TASSI DI ATTIVITÀ (%)
100,0 94,3
93,5 93,6
91,4
90,0 84,9
81,5 81,3 78,7
78,7
80,0 75,4
70,0 66,0
65,2
60,0 49,6
50,0 15
40,0 33,0
30,0 17,9
20,0 17,1
10,0
0,0 15-24 anni 25-34 35-44 45-54 55-64 Totale 15-64 65 e oltre TOTALE
Fonte: elaborazione su dati Istat
LAUREATI PER CLASSE DI ETÀ. TASSI DI OCCUPAZIONE (%)
100,0 93,5 92,8
91,0 89,1
90,0 80,1 77,7
80,0 74,4 72,1
71,3 71,3
70,0 65,6
64,6
60,0
50,0
40,0 34,1 26,6
30,0 17,9 17,0
20,0
10,0
0,0 15-24 anni 25-34 35-44 45-54 55-64 Totale 15-64 65 e oltre TOTALE
Fonte: elaborazione su dati Istat
OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI NEL 2007
E’ quindi vero che i laureati senza un impiego sono diminuiti, ma ciò è avvenuto anche per
la riduzione del grado di partecipazione al mercato del lavoro (il tasso di attività), che se si
fosse mantenuto sui livelli del 2004 avrebbe determinato un aumento dell’offerta di lavoro ben
più consistente delle 570.000 unità in più viste in precedenza e superiore di molto all’aumento
della “domanda” di lavoro (vale a dire all’incremento di 582.000 occupati che si è avuto nello
6 : in altre parole, si è avuto un notevole “auto-contenimento” dell’offerta, che ha
stesso periodo)
riguardato in modo particolare una parte considerevole di giovani in uscita dall’università, la quale
non si è nemmeno presentata sul mercato del lavoro, scoraggiata dalla percezione che le nuove
opportunità di lavoro erano comunque insufficienti, e spesso anche insoddisfacenti rispetto alle
aspettative economiche e professionali alla fine di un lungo percorso di studi.
Va altresì detto che il sistema produttivo ha comunque espresso una forte “domanda” di
laureati: l’aumento di 582.000 occupati con un titolo universitario è stato molto più forte della
media (+18,6% rispetto al +3,6%) e ha costituito oltre il 70% dell’intero incremento occupazio-
nale che si è avuto nel Paese.
LAUREATI PER CLASSE DI ETÀ. TASSI DI DISOCCUPAZIONE (%)
35,0 31,2
30,0
25,0 19,3
20,0
15,0 12,6
16 9,5
10,0 5,6 5,5
4,5 4,4
5,0 2,7 2,5 1,0
0,9
0,8 0,5 0,5
0,2
0,0 15-24 anni 25-34 35-44 45-54 55-64 Totale 15-64 65 e oltre TOTALE
Fonte: elaborazione su dati Istat
TASSI DI DISOCCUPAZIONE PER CLASSI DI ETÀ (%)
25,0 20,3
19,3
20,0
15,0 9,5
10,0 8,3 6,2 6,1
4,6 4,5 4,4
5,0 3,1
2,5 2,4
0,9 0,7
0,5 0,5
0,0 15-24 anni 25-34 35-44 45-54 55-64 Totale 15-64 65 e oltre TOTALE
Fonte: elaborazione su dati Istat
Applicando alla popolazione del 2007 con un titolo universitario il tasso di attività del 2004 le forze di lavoro risulte-
6 rebbero oltre 4 milioni e 63 mila, con un aumento di 741 mila unità; a parità di incremento della “domanda” di lavoro
(i 582 mila occupati in più che si sono avuti nello stesso periodo), i laureati disoccupati invece di ridursi sarebbero
aumentati di ben 158 mila unità, e il relativo tasso di disoccupazione sarebbe salito all’8,1% (dal 5,5% del 2004).
OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI NEL 2007
Quanto ai livelli della disoccupazione, infine, va osservato che i laureati beneficiano comun-
que di una situazione di indubbio vantaggio rispetto a tutti coloro che hanno titoli di studio
diversi: nel 2007 il tasso di disoccupazione di tutti i lavori italiani è stato del 6,1%, ma del solo
4,4% per coloro che sono in possesso di un titolo universitario; lo scarto a favore dei laureati è
particolarmente ampio da 35 a 44 anni e da 45 a 54, quando il relativo tasso di disoccupazione
è rispettivamente del 2,5% e dello 0,9% (in media, 4,6 e 3,1%).
Fanno eccezione i laureati da 25 a 34 anni, gli unici per i quali il tasso di disoccupazione
(9,5%) risulta superiore alla media delle persone di pari età (8,3%), e anche in questo caso il
fenomeno è riconducibile soprattutto alla notevole crescita della presenza di queste figure sul
mercato del lavoro, non interamente assorbita da una “domanda” peraltro elevata. 7
Laureati e ingressi sul mercato del lavoro negli anni Duemila 8
La riforma dell’ordinamento universitario introdotta nel 2001, con la possibilità generalizzata
di conseguire una laurea già dopo il primo triennio, e di passare dai corsi del vecchio ordinamento
a quelli del nuovo, ha determinato una crescita eccezionale dei laureati in uscita dagli atenei
italiani, durata fino al 2005, con gli effetti sul mercato del lavoro visti nelle pagine precedenti.
Dai quasi 168.500 laureati del 2000 si passava infatti progressivamente a quasi 301.300: quasi
9 10
, circa 161.300 con la laurea di un corso “lungo” ,
140.000 con la laurea di un corso triennale
in entrambi i casi sia del vecchio che del nuovo ordinamento. Detraendo dai primi i quasi 70.000
laureati che proseguivano gli studi per arrivare alla laurea specialistica, si avevano comunque
quasi 232.000 laureati “netti”: oltre 70.000 in più rispetto a quelli dell’anno 2000 (+43,5%). 17
Con l’esaurimento degli effetti della riforma, già nel 2006 cominciava a manifestarsi un’in-
versione di tendenza: anche se i laureati totali si sono mantenuti nell’ordine delle 300.000
unità, i laureati “netti” scendevano nel 2006 sotto le 220.000 unità e si stima che nel 2007
11 .
siano stati poco più di 204.000
Non tutti coloro che completano gli studi decidono però di entrare nel mercato del lavoro alla
ricerca di un impiego: per qualsivoglia motivo una parte di essi ne resta al di fuori, e come si è visto
in precedenza questa quota è aumentata nel tempo, più per auto-esclusione che per scelta.
12 per “gruppo” di corsi ai laureati dei corsi triennali e a quelli dei corsi
Applicando i tassi di attività
“lunghi” in uscita dall’università, si sono quindi stimati quanti dei laureati “netti” visti più sopra siano
effettivamente entrati sul mercato del lavoro: circa 133.600 nel 2000, oltre 192.400 nel 2005, quando
si è toccato il massimo storico, per poi scendere a 182.150 nel 2006 e a circa 168.350 nel 2007.
I dati presentati in questa sede per gli anni 2006 e 2007 si differenziano rispetto ad altre pubblicazioni realizzate
7 nell’ambito del progetto Excelsior in quanto si sono potuti utilizzare (anche per previsioni relative al 2007) i dati
pubblicati dal MIUR riferiti al 2006.
In precedenza i soli corsi triennali erano quelli di diploma universitario e delle Scuole Dirette a Fini Speciali.
8 Diploma universitario e di Scuola Diretta a Fini Speciali (del vecchio ordinamento), Laurea triennale (laurea di primo
9 livello del nuovo ordinamento).
Laurea, almeno quadriennale, del vecchio ordinamento, Laurea Specialistica o Laurea di un corso a “ciclo unico” del
10 nuovo ordinamento.
Ipotizzando che il tasso di prosecuzione dal primo al secondo ciclo sia lo stesso dell’anno precedente.
11 Questi sono stati calcolati utilizzando i risultati dell’indagine Istat sulle forze di lavoro del 2006. Sono stati applicati
12 i tassi riferiti alla popolazione 20-24 anni per i laureati dei corsi triennali e quelli della popolazione da 25 a 29 anni
per i laureati dei corsi “lunghi”.
OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI NEL 2007
LAUREATI - TOTALE GRUPPI
0.000 Corsi triennali (netti) Corsi lunghi
0.000
0.000
0.000
0.000