
Un'Italia sempre più green quella che si appresta ad accogliere la cospicua somma di risorse messe in campo dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. L'Europa post pandemia appare sempre più vicina e sensibile alle tematiche ambientali e, con la conclusione dell'ultimo G20 a Roma e della Cop26 sul clima a Glasgow, pare si sia giunti a un vero punto di svolta per la salvaguardia del nostro pianeta.
Anche il settore lavorativo e industriale risente favorevolmente dell'importante cambio di marcia: dall'anno scorso a oggi sono aumentati notevolmente i posti di lavoro green che richiedono competenze specifiche in diverse materie.
Un passo avanti che, però, rischia di essere affossato a causa della mancanza di professionalità. Difficile reperire lavoratori specializzati e rischio per la riuscita del Pnrr.-
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Svolta green sul lavoro, ma mancano i professionisti specializzati
A.A.A. cercasi lavoratori con competenze green: arrivata la tanto attesa svolta nel settore lavorativo, ma mancano i professionisti che possano riuscire a portare avanti il cambiamento.
É quanto emerge dal focus Censis Confcooperative "Sostenibilità, investire oggi per crescere domani", presentato nel corso della prima giornata della Sostenibilità organizzata da Confcooperative.
Nell'ultimo anno è aumentata considerevolmente la richiesta di professionisti specializzati in economia circolare: dagli idraulici ai verniciatori, passando per gli ingegneri. Mestieri che si reinventano per portare beneficio all'ambiente, sempre più richiesti.
Solo in Italia, per la riuscita del Pnrr, servono ben 2,4 milioni di professionisti del settore green, ma ad oggi sono ancora tante le unità mancanti e questo potrebbe mettere a serio rischio la riuscita della nostra ripresa economica e, quindi, del Pil, di cui si stima una perdita annuale di 10,2 miliardi di euro nei prossimi anni.
Forza lavoro verde: ecco chi potrebbero essere i nuovi occupati
Di questi quasi 2 milioni e mezzo di posti occupazionali disponibili, il 78,6% è rappresentato da uomini di età media, tra i 35-49 anni, situati prevalentemente nelle regioni settentrionali della Penisola. Ancora sotto la media, invece, le donne che riuscirebbero ad acquisire solo mezzo milioni di posti di lavoro.
Anche sul fronte giovanile, le figure professionali adatte si attestano a 534 mila unità a scapito della fascia 35-49 (quindi in prevalenza maschile) che risulterebbe pari a un milione e 42 mila occupati (il 40,8% del totale).
Altro scarto evidente si riscontra nella diversificazione geografica: i possibili occupati per la svolta green sarebbero residenti perlopiù nelle regioni del nord (48,8%). Cala visibilmente il dato del centro che si attesta a un timido 15,9%, per poi risalire nelle zone del Mezzogiorno dove i professionisti specializzati ammonterebbero al 35,3%.
Il green aumenta le possibilità di lavoro che, però, non vengono colte
Le professioni più ricercate e con maggiore difficoltà di reperimento sono:
- disegnatori industriali,
- idraulici e posatori di tubazioni,
- verniciatori artigianali e industriali,
- ingegneri energetici e meccanici,
- tecnici della sicurezza sul lavoro.
A lanciare il nuovo allarme sulla mancanza di professionalità esperte è Maurizio Gardini, presidente Confcooperative.
"Le imprese saranno pronte ad assumere, ma in cinque anni, il mismatch, cioè la mancanza di occupati con competenze green, sarà di 741mila unità che possono pesare fino al 2,5% del Pil - afferma Gardini nel corso della Prima Giornata della Sostenibilità. Questo in un momento in cui le imprese stanno aumentando spesa e investimenti in sostenibilità. Le nostre cooperative nel solo 2020, hanno speso un miliardo di euro in sostenibilità e sono pronte a investire di più, ma servono misure di sostegno".