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Come cambia il lavoro con l’avvento del digitale. Ecco alcuni consigli pratici articolo

Quale percorso formativo mi permetterà di avere più sbocchi professionali?”; “Troverò un lavoro appassionante?”; “Quali figure sono più richieste dalle aziende?”: queste e tante altre sono le domande che i giovani e i giovanissimi si pongono durante il loro percorso di studi, e altrettante sono le paure: una di queste è quella di non riuscire a essere competitivi in un mondo che, oggi, è in continua trasformazione.

Il mercato del lavoro, infatti, richiede competenze sempre maggiori e sempre più qualificate. L’obiettivo, per i neo-diplomati e neo-laureati (e non solo), è quello di non rinunciare ai propri sogni, ma neanche alle possibilità di carriera. Ti ritrovi in questo ritratto? Sappi che la sfida è impegnativa, ma non impossibile: il punto di partenza è avere le idee chiare e sapere dove puntare. Per aiutarti in questo, abbiamo chiesto a Marco Coccagna, Amministratore delegato Eni Corporate University, come vincere la prova più importante: realizzare le proprie aspirazioni potenziando le proprie qualità e rafforzando le proprie competenze durante il percorso di studi e oltre. Non solo: come “voce” di una delle aziende più importanti d’Italia, Eni, ci ha spiegato quali sono le caratteristiche che realtà come questa chiedono ai più giovani e quali sono le professioni che, nei prossimi anni, andranno per la maggiore.

Quali caratteristiche personali aziende del calibro di Eni cercano nei giovani diplomati e laureati?
Ai giovani richiediamo eccellenti competenze tecniche, capacità di lavorare in gruppo, problem solving e orientamento al risultato, disponibilità all’apprendimento durante tutto l’arco della vita, capacità di rapportarsi a colleghi di differenti culture e conoscenza dell’inglese, disponibilità alla mobilità a livello nazionale e internazionale. A fronte della richiesta di queste caratteristiche, Eni può assicurare esperienze di formazione e lavoro molto significative e stimolanti, in coerenza con la sua tradizione e cultura, Le sfidanti dimensioni tecnologiche, geopolitiche, economiche e organizzative che caratterizzano la nostra azienda, ne fanno una palestra dove un giovane può senz’altro trovare occasioni di valorizzazione delle proprie competenze e di sviluppo delle proprie potenzialità.

Quali sono le competenze che al giorno d'oggi sono maggiormente competitive rispetto ad altre, nel mondo del lavoro?
La rivoluzione tecnologica che oggi sta investendo tutte le aziende, non solo le grandi, di tutti i settori richiede nuove competenze digitali e più in generale tecnologiche che dovranno essere sempre più diffuse tra tutta la popolazione, ma che oggi sono ancora relativamente scarse (es. capacità di trattare grandi quantità di informazioni disponibili, i cosiddetti “big data”). Ma non dimentichiamo che, in termini generali, l’eccellenza negli studi unita a una buona dose di umiltà, determinazione e ottimismo, la conoscenza delle lingue straniere e una visione di tipo internazionale, magari acquisita con esperienze o stage all’estero, rimangono asset fondamentali per trovare lavoro.

In che modo le une e le altre si possono acquisire durante la scuola o l'università?
Il mondo dell’education italiano rimane altamente competitivo per quanto riguarda la trasmissione del sapere tecnico-scientifico tradizionale, mentre sono senz’altro da rafforzare la capacità di sviluppare soft skill e competenze digitali, anche se sia la scuola che l’università hanno iniziato a investire su questi aspetti. Anche Eni ha iniziato ad arricchire in tal senso i Master e i corsi di Laurea Magistrale che progetta e realizza con le Università, nonché il tradizionale Master in Management ed Economia dell’Energia e dell’Ambiente che Eni attraverso la sua Corporate University realizza in autonomia.

In che modo partecipare a progetti di alternanza scuola lavoro di qualità può influire sul futuro dei giovani?
Noi abbiamo verificato sul campo, in relazione all’esperienza già maturata con più di 4.500 studenti nell’ultimo biennio, che i progetti di alternanza hanno un’alta valenza di tipo orientativo in quanto fanno entrare gli studenti direttamente a contatto con i meccanismi di funzionamento di un’azienda e con figure professionali che illustrano i mestieri e i processi produttivi aziendali nei quali questi mestieri si inseriscono. I giovani da un lato comprendono meglio cos’è il lavoro e dall’altro vedono calate le nozioni che studiano a scuola in un contesto operativo concreto. Questo li può aiutare a capire come meglio arricchire, in funzione del proprio futuro, il proprio bagaglio di conoscenze e competenze, non solo tecniche, ma anche personali (es. capacità di lavorare in team), a farsi un’idea più chiara del lavoro che desidererebbero fare da grandi, cambiando anche, talvolta, idea rispetto a quella formulata preliminarmente a questo bagno di realtà (ad esempio, una ragazza che frequenta il classico mi ha raccontato che, nel corso della sua partecipazione a un progetto di alternanza di Eni, è rimasta affascinata dal funzionamento di un impianto di produzione e ha quindi maturato l’interesse a continuare gli studi in ambito tecnico, diversamente da quanto precedentemente avrebbe avuto in animo di fare).

C'è un consiglio in particolare che sente di dare a quegli studenti che, dopo il diploma, sono alle prese con la scelta dell'università?
I dati che periodicamente appaiono sui giornali relativi alle opportunità lavorative per i giovani, diffusi tra gli altri da Confindustria, mostrano che è presente un “mismatch”, ossia un disallineamento tra profili di competenza sviluppati dal nostro sistema scolastico e universitario e quelli richiesti dalle aziende, che fanno difficoltà, in termini generali, a trovare diplomati e laureati in discipline tecniche. È ipotizzabile peraltro che la richiesta di persone per ruoli professionali nei quali è richiesta una formazione tecnico-scientifica, a seguito di quella che viene definita quarta rivoluzione industriale, aumenti ulteriormente. Verrebbe quindi da dire, in termini assolutamente generali, che un background formativo di tipo tecnico sia preferibile per avere una maggiore possibilità di trovare un lavoro. È anche vero, però, che una buona scelta non può prescindere dal tenere in debita considerazione le proprie attitudini e passioni personali che, più di tutte, sono in grado poi di dare significato alla nostra vita e che invito i giovani a scoprire con un attento ascolto di sé. Durante i workshop di orientamento che organizziamo annualmente in Eni sia nelle nostre sedi di Roma che San Donato Milanese, non dimentico mai di ricordare che passione e ragione sono per la nostra vita come la vela e il timone per una barca. Servono entrambe. Il sogno e la passione, così come fa il vento, gonfiano le vele della nave e la fanno andare più veloce, rendendo il viaggio più emozionante. Ma, come diceva Seneca, non c’è vento favorevole per chi non sa dove andare. E, quindi, così come la nave la si governa con il timone, ricordiamo di orientare la nostra azione con la ragione, che nel caso della scelta universitaria vuol dire informarsi sui contenuti dei percorsi formativi e sui potenziali sbocchi lavorativi che possono prodursi in futuro con una preparazione di un certo tipo.

Cosa consiglia invece a chi, dopo il diploma, vuole iniziare a lavorare?
Nonostante le difficoltà, in alcune aree geografiche del paese maggiori rispetto ad altre, le opportunità ci sono, ma vanno sapute cercare. È importante sapersi proporre con un CV ben fatto, capire quali sono i propri punti di forza e le aree di miglioramento su cui investire, verificare quali sono i potenziali datori di lavoro o agenzie di selezione a cui proporsi e avere la resilienza giusta per non abbattersi se i primi colloqui non vanno a buon fine; anche un colloquio di lavoro che non va a buon fine è un’esperienza utile, che può servire a conoscere di più di se stessi. Inviterei anche, sempre valutando con grande accuratezza, a entrare comunque nel mercato del lavoro anche se il primo impiego che viene offerto non sembra essere quello che si desidera per la vita (peraltro, in un mondo in così forte cambiamento si può ancora parlare di un impiego per la vita?). Innanzitutto, il lavoro, comunque, educa e fa crescere nella consapevolezza di sé e di comprensione del mondo che ci circonda, e, poi, nulla ci vieta di continuare a cercare un altro impiego, magari più interessante da un punto di vista sia dei contenuti sia dei ritorni economici. Se si hanno idee, propositività e coraggio, si può valutare anche la possibilità di intraprendere un lavoro in autonomia.

Quali sono le figure professionali emergenti nei prossimi anni? Che tipo di formazione richiedono?
Senz’altro figure in ambito tecnico. A titolo semplicemente esemplificativo, penso ai Data Scientists, agli specialisti di Cybersecurity, gli specialisti di robotica e automazione o di digital marketing. I know-how che vengono approfonditi per formare questi ruoli sono conoscenze di cloud computing e cybersecurity, capacità di gestire strumenti per il trattamento di enormi mole di dati, conoscenze di intelligenza artificiale, di automazione, di prototipazione rapida, ecc. In termini di competenze e capacità personali (“soft skill”) si pensa che nei nuovi contesti lavorativi, a prescindere dagli specifici mestieri che verranno svolti, saranno sempre più importanti la capacità di formulare e risolvere problemi, il pensiero e le abilità logico-matematiche, il pensiero critico, la capacità di innovare e di gestire il cambiamento, quella di lavorare in team e di comunicare, e, infine, quella competenza che viene definita long-life learning, ossia la disponibilità a un processo di apprendimento continuo, necessario in un mondo in cambiamento, nel quale bisogna saper rinnovarsi e reinventarsi.

Quali sono le iniziative e i progetti che Eni sta mettendo in campo per aiutare i giovani nell'orientamento al mondo del lavoro?
Oltre ai diversi interventi a JOB&Orienta, Eni ha attivato un massiccio programma di percorsi didattici di alternanza scuola-lavoro, che nel triennio 2016-2018 coinvolgerà più di 6.000 studenti. Eni organizza inoltre ogni anno a Roma e Milano gli eventi “Think About Tomorrow”, rivolti agli studenti delle scuole superiori, con edizioni riservate alle studentesse, per mostrare le prospettive dei fabbisogni occupazionali, i ruoli tecnici presenti in una grande industria energetica raccontate dai professionisti aziendali e i percorsi di studio propedeutici a tali tipi di carriere. Nel sito eni.com, inoltre, è presente un portale di orientamento che presenta gli ambienti di lavoro Eni in 3D animati da avatar che descrivono le caratteristiche dei ruoli di primo inserimento che Eni offre in Italia e all’estero. È un piano molto articolato, che contiamo di arricchire ulteriormente.

Come mai è importante per un’azienda come Eni incontrare i giovani al Job&Orienta?
Per Eni è stato importante partecipare a Job&Orienta perché è stata un’occasione preziosa di dialogo con i giovani sui valori della cultura del lavoro e dell’innovazione. È stata un’occasione per riflettere sulle competenze richieste da un mondo in profondo cambiamento, una riflessione che in una società come Eni, che punta all’innovazione tecnologica, è fondamentale per sostenere i rilevanti processi di innovazione che stanno riguardando la nostra energy company. È stata anche un’occasione per ribadire il contributo che le donne possono fornire in ambito tecnico-scientifico, superando gli stereotipi per i quali non sarebbero tagliate per percorsi formativi e professionali in ambito tecnico. Infine è stata anche l’occasione per confermare la necessità, che avvertiamo fortemente, di continuare a contribuire a una forte integrazione, a maggior ragione in questo scenario complessivo in forte cambiamento, tra il mondo della scuola e quello del lavoro.