
Università, lavoro o istruzione tecnica superiore? Questa è la domanda che molti ragazzi, diploma di Maturità alla mano, si stanno ponendo in questi giorni cercando di districarsi tra orientamento universitario e al mondo professionale.
Per aiutarli, Skuola.net ha realizzato una serie di interviste a lavoratori che sono diventati professionisti nel loro settore. Oggi è la volta di Domenico Alecce, esperto nella lavorazione artistica del ferro battuto e proprietario della bottega "Ferro e Fuoco", che ha spiegato cosa significa fare l'artigiano e come entrare nel mondo del lavoro.
Ciao Domenico, puoi spiegarci di cosa ti occupi?
Mi occupo di forgiatura artistica del ferro. Cioè, modello il ferro incandescente, sotto i colpi del martello, per poter realizzare vari oggetti come complementi d’arredo, oppure ringhiere cancelli, ecc…
Qual è stato il percorso formativo che ti ha permesso di svolgere questo lavoro?
Non ho seguito un percorso formativo, ma ho iniziato per passione in maniera hobbistica, perché mi appassionava questa materia così dura ma malleabile e modellabile. In seguito, frequentando mostre ed eventi riguardanti questo settore, ho conosciuto una associazione fabbrile, di cui ora faccio parte, e ho avuto modo di approfondire lo studio di quest’Arte frequentando dei corsi tenuti da Maestri di elevata esperienza, anche di livello internazionale.
Cosa ti ha spinto a scegliere questo lavoro? Spiegaci se hai deciso di seguire una tua passione, se hai scelto di continuare la strada dei tuoi genitori o se hai optato per ragioni prettamente economiche.
Non ho scelto io questo lavoro, ma il lavoro ha scelto me, appassionandomi ogni giorno di più a questa nobile arte che mi sta dando molte soddisfazioni. Oggi non è facile poter lavorare in un settore di cui si è fortemente innamorati. In questo settore il lavoro non è mai ripetitivo o noioso e la creatività è la compagna fedele delle mie giornate.
Quanto tempo hai impiegato a trovare lavoro dopo gli studi/la formazione?
Fare l’artigiano oggi significa fare un lavoro pesante, sacrificante, spesso anche sporco, ma forse è più stabile di tanti altri lavori a tempo indeterminato, la sicurezza non più data dalle grandi industrie in cui tutto è costruito in serie; per fortuna cresce la tendenza a scegliere le cose veramente belle, ma soprattutto le cose create in maniera tradizionale e artigianale. Per questo motivo non è difficile entrare nel mondo del lavoro, l’importante è saper interpretare le esigenze sempre più attente dei mercati di riferimento.
Cosa ti piace del tuo lavoro e quali sono, al contrario, gli aspetti che apprezzi di meno?
La cosa che più mi piace del mio lavoro è dare forma ai sogni dei clienti. Trovare ogni giorno nuove armonie tra gli stili e provare emozioni sempre diverse nel realizzare i miei prodotti.
Quello che non mi piace è trattare con clienti che non apprezzano l’artigianato svalorizzando il mio lavoro, pur scegliendo me come soggetto per realizzare quello di cui hanno bisogno.
Consiglieresti la tua professione ad altri?
La mia professione la consiglierei solo a chi, come me, nutre una profonda passione per quest’arte.
Non sono i lauti guadagni (che non sempre arrivano) che devono convincere, ma la soddisfazione dei clienti che rimangano piacevolmente deliziati del lavoro svolto. Tutto ciò non si può ottenere se il lavoro non è svolto con passione e trasporto anche emotivo.