
Fare il giro del mondo in bicicletta, scalare l’Everest, attraversare l’oceano in barca a vela…un giorno potresti avere uno di questi sogni. Ma occorre un sacco di tempo (oltre ad una preparazione da vero sportivo!)…come fare se si ha un lavoro? La soluzione c’è e adesso ti spiego come poter fare.
Premetto che l’Aspettativa, di cui ti parlerò in questo articolo, è stata pensata soprattutto per condizioni particolari, spesso di disagio e difficoltà e proprio per questo non possiamo considerarla un diritto universale (che si applica a tutti, per intenderci).
Che cos'è l'aspettativa?
Allora di che cosa si tratta? L’Aspettativa è un periodo di tempo nel quale il rapporto di lavoro viene “sospeso” su richiesta del lavoratore che in questo modo può dedicarsi ad altre attività senza dover andare a lavorare. Chiarisco subito che quasi sempre l’aspettativa non è retribuita e che solitamente si applica nei casi di lavoro subordinato (ad esempio un contratto a tempo indeterminato) e non in quelli autonomi (es: a progetto o a partita IVA) dove il lavoratore ha meno vincoli (ma anche meno tutele). Bene specificare subito inoltre che è sempre soggetta ad approvazione del datore di lavoro e quindi una domanda di aspettativa può essere rifiutata.
Quando è possibile prendere l'aspettativa?
Ma quali sono le casistiche che consentono di richiedere questo periodo? Ogni CCNL (Contratto Collettivo di Lavoro) può specificarle nel dettaglio, ma in generale esistono delle casistiche soggettive ed altre oggettive.
Quelle soggettive non prevedono limiti: chi chiede un’aspettativa non ha l’obbligo di dichiarare che cosa vorrà fare del proprio tempo. Nella mia esperienza è capitato di concederla a persone che sono andate ad assistere bambini in difficoltà, ad aiutare ONG umanitarie, a sostenere le vittime delle guerre o dei terremoti. Dato che è l’azienda che decide se concederla o meno, consiglio sempre di specificarne il motivo. Sarà più facile per chi deve autorizzare valutare, soprattutto se si tratta di cause “sociali”.
Le casistiche oggettive sono invece collegate a particolari stati nei quali si trova la persona. Quasi sempre, purtroppo, gravi condizioni di salute o necessità di assistenza a familiari. Oppure incarichi ricevuti dalla Pubblica Amministrazione (cariche pubbliche o ruoli di supporto). O ancora completamento di un percorso di studi. In questi casi è sempre l’azienda che deve autorizzare, ma, se la condizione oggettiva è verificata, l’aspettativa deve essere concessa.
Il periodo di un’aspettativa varia in funzione della richiesta, di solito si concede per periodi brevi, ma può arrivare anche a due anni (ad eccezione delle cariche pubbliche per le quali scade quando la persona decade dalla carica).
Come si richiede questo periodo? Basta inviare una domanda (scritta) al proprio datore di lavoro, non esistono particolari formalità aggiuntive. Dopodiché non resterà che attendere la risposta!
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Gregorio Moretti
Sono nato nel 1980, laureato in Teorie della Comunicazione, da oltre 20 anni mi occupo di persone nelle aziende