
Essere sempre connessi è una caratteristica dei tempi moderni. Negli ambienti di lavoro, l’accesso costante alle e-mail, alle chat di lavoro e ad altri canali digitali favorisce la comunicazione con i colleghi e agevola le dinamiche lavorative, ma allo stesso tempo, contribuisce ad assottigliare il confine tra vita privata e lavoro.
Per questo motivo, in Australia, i lavoratori dipendenti non hanno più l'obbligo di rispondere a telefonate o email di lavoro fuori dall'orario di ufficio.
Con l'entrata in vigore della legge sul cosiddetto 'diritto alla disconnessione', varata già da qualche settimana, i lavoratori dipendenti nel settore pubblico, potranno mettere un freno alle esigenze dei datori di lavoro. E in Italia?Cosa prevede il diritto alla disconnessione in Italia?
Il primo riferimento legislativo al diritto alla disconnessione nell’ordinamento italiano è stato introdotto con la legge n. 81 del 22 maggio 2017, che disciplina il lavoro agile. Tuttavia, seppur di fatto presente nel nostro ordinamento, il diritto alla disconnessione non viene mai nominato come tale, e raramente trova effettiva applicazione nella realtà.
In poche parole, la situazione qui da noi è parecchio frammentata, o comunque non dettagliata come in Francia. Ad oggi, l’unico riferimento è presente nella legge del 2017 sul lavoro agile che prevede espressamente che: "Nel rispetto degli obiettivi concordati e delle relative modalità di esecuzione del lavoro autorizzate dal medico del lavoro, nonché delle eventuali fasce di reperibilità, il lavoratore ha diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche di lavoro senza che questo possa comportare, di per sé, effetti sulla prosecuzione del rapporto di lavoro o sui trattamenti retributivi”.
Cosa dice la legge n°61 del 2021 sul diritto alla disconnessione
In seguito all'audizione in Parlamento del Garante della Privacy, che in quell'occasione aveva sottolineato la necessità del diritto alla disconnessione per migliorare l'equilibrio vita-lavoro, si è tornati sulla questione. Ne è nata la legge n°61 del 6 maggio 2021 “recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena”. Nel dettaglio, la norma stabilisce che i lavoratori che operano in modalità agile hanno il diritto di disconnettersi dagli strumenti tecnologici e dalle piattaforme informatiche, “in conformità con gli accordi stipulati tra le parti, tenendo conto di eventuali periodi di reperibilità concordati e senza conseguenze negative sul rapporto di lavoro o sulla retribuzione”.