
Le professioni gravitanti intorno al mondo della ristorazione sono tra le più ricercate nonostante la crisi. A confermarlo è il rapporto Excelsior - Unioncamere relativo all'ultimo trimestre, aprile - giugno 2013.
A questo aggiungiamo che almeno 2 ragazzi su 3, secondo una recente ricerca, vorrebbero diventare cuochi. Per aiutare i ragazzi a capire come fare per intraprendere questa professione e, più in generale, per orientarli al mondo del lavoro, Skuola.net ha intervistato uno che di fornelli se ne intende, lo Chef Massimo Moroni del Ristorante Don Lisander di Milano e membro dell'Associazione Professionale Cuochi Italiani.
Ciao Massimo, puoi spiegarci di cosa ti occupi?
Sono lo chef in carica dello storico ristorante Don Lisander dal 1994. Mi occupo della ricerca delle materie prime che mi dà sempre nuovi stimoli, del contatto con i fornitori attuali o potenziali, della stesura del menù ed ovviamente della realizzazione dei piatti.
Qual è stato il percorso formativo che ti ha permesso di svolgere questo lavoro?
Ho frequentato, dopo la terza media, la scuola alberghiera Collegio De Filippi di Varese (sono Lombardo e non per niente mi occupo da anni di cucina tipica milanese e lombarda), ma importantissima è stata la gavetta sia in Italia che all’estero e tanta determinazione. Seguo tuttora corsi di aggiornamento, convegni e fiere. Non si finisce mai di imparare!
Cosa ti ha spinto a scegliere questo lavoro? Spiegaci se hai deciso di seguire una tua passione, se hai scelto di continuare la strada dei tuoi genitori o se hai optato per ragioni prettamente economiche.
La mia grande passione sono sempre stati i viaggi e poi adoravo stare in cucina a preparare gli gnocchi con mia madre. Sognavo di imbarcarmi sulle grandi navi da crociera per poter unire le mie due passioni, ma i miei genitori non erano proprio entusiasti della mia scelta. Oggi però si sono ricreduti: mia madre proprio negli scorsi giorni ha ribadito come la mia grande fortuna stia nelle mie mani.
Quanto tempo hai impiegato a trovare lavoro dopo gli studi/la formazione?
Ho iniziato in contemporanea agli studi quelli che oggi chiamano stage: è per questo che mi fa piacere ospitare gli studenti di oggi, e dar loro da subito l’idea di come sia faticoso ed impegnativo questo lavoro, ma tanto gratificante.
Cosa ti piace del tuo lavoro e quali sono, al contrario, gli aspetti che apprezzi di meno?
La creatività che riesce ad unire in un'unica professione tutti i sensi. Adesso che ho una famiglia non nego che mi pesano un po’ gli orari.
Consiglieresti la tua professione ad altri?
Consiglierei la mia professione a chi ci crede veramente proprio perché è molto impegnativa. Serve, però, personale qualificato perché nel nostro lavoro non ci si può improvvisare chef (oramai si fanno chiamare così tutti quelli che stanno dentro ad una cucina): ci deve essere una buon connubio tra preparazione di base ed applicazione.