
Francesco è la dimostrazione che il detto “volere è potere” è vero. Più che mai ai giorni nostri, dove i giovani faticano sempre di più a trovare un’occupazione e spesso anche le briciole rappresentano una conquista.
Francesco Cione, professione barman, ha avuto per il bar un amore a prima vista e ha lavorato sodo per ben 10 anni prima di arrivare a realizzare il suo sogno. Oggi ha spiegato a Skuola.net in che modo è possibile coniugare lavoro e passione aiutando tutti i giovani appena diplomati ad intraprendere la strada che segnerà il loro futuro.
Ciao Francesco, puoi spiegarci di cosa ti occupi?
Ricopro il ruolo di Food & Beverage Supervisor presso il Carlton Hotel Baglioni di Milano, albergo 5 stelle lusso nel cuore della città. Le miei mansioni sono di organizzazione, controllo e sviluppo di tutto l'ambito ristorativo di competenza dell'azienda: breakfast, in room dining e bar, che nello specifico rappresenta il core business del mio reparto.
Qual è stato il percorso formativo che ti ha permesso di svolgere questo lavoro?
Dopo la scuola, l'avvicinamento ad AIBES, Associazione Italiana Barmen E Sostenitori è stato per me fondamentale, dandomi la possibilità di intraprendere un iter formativo che è durato circa 10 anni, a partire dal "Corso di Aggiornamento Professionale per Barman" seguito nel 1999 fino alla partecipazione come rappresentante Italiano al "The Elite Bartender Course" a Singapore nel 2009, possibilità conquistata con la vittoria del Premio Angelo Zola l'anno precedete, competizione dove vengono messe alla prova le competenze tecniche, merceologiche e linguistiche dei giovani concorrenti under 28 in gara. 10 anni di aggiornamento continuo, ricerca, scambio di idee ed opinioni con professionisti Italiani e non, competizioni nonché esperienze di lavoro all'estero, in particolare in Svizzera e Regno Unito. La mia passione per la professione di Barman ha fatto si che a questo affiancassi master e partecipazioni ad eventi nazionali ed internazionali, nonché più recentemente approfonditi training di F&B Management in CIPAS, ente di formazione retta dal Dott. Giancarlo Pastore sul Lago Maggiore, zona da dove vengo. Ho inoltre tratto competenze approfondite in sommelier e tecnica di degustazione del vino, attraverso i corsi AIS (Ass. Italiana Sommelier) ed ONAV (Org. Naz. Assaggiatori Vino) nonchè nella degustazione del caffè con IIAC (Ist. Internazionale Assaggiatori Caffè).
Cosa ti ha spinto a scegliere questo lavoro? Spiegaci se hai deciso di seguire una tua passione, se hai scelto di continuare la strada dei tuoi genitori o se hai optato per ragioni prettamente economiche.
L'avvicinamento al mondo del Food & Beverage è stato molto naturale, in quanto nato e cresciuto nell'attività di famiglia che i miei cari tutt'ora e da oltre 30 anni portano avanti. A contatto quotidianamente con l'ambiente del bar e tutto ciò che lo stesso comprende non ho potuto evitare di coglierne gli aspetti più accattivanti quali il contatto con la gente, il concetto di ospitalità, la conoscenza merceologica di ciò che "si vende" e la sua manipolazione. Amore a prima vista insomma!
Quanto tempo hai impiegato a trovare lavoro dopo gli studi/la formazione?
Da questo punto di vista non posso che ritenermi fortunato. Fin dal periodo scolastico ho da subito collaborato con i miei genitori nel bar di famiglia anche se dopo pochi anni, spinto anche dalla volontà di affrontare esperienze nuove, ho provato ad uscire dall'ambito dell'attività di famiglia, dapprima sempre sul lago, successivamente all'estero e in altre località italiane. Naturalmente senza troppe pretese in particolare all'inizio della carriera. La famosa "gavetta" ritengo sia a tutt'oggi fondamentale per la crescita professionale, ma anche personale, delle giovani leve.
Cosa ti piace del tuo lavoro e quali sono, al contrario, gli aspetti che apprezzi di meno?
Mi piace molto il contatto con le persone, le più diverse ed ogni giorno nuove. Saper accontentare il più esigente dei miei "guest" è ciò che più apprezzo. Un complimento sincero e magari inaspettato è soddisfacente al pari del più lauto degli stipendi. Aimè le due cose spesso non viaggiano in parallelo, probabilmente per una sorta di sottovalutazione del professionista della ristorazione, Manager, Barman, Sommelier o Maitre che sia; in particolare noto questa cosa nella nostra amatissima penisola, vera fucina di indiscussi professionisti riconosciuti in tutto in mondo, forse (fortunatamente non sempre) non considerati come tali, proprio qui in Italia. Ecco cosa apprezzo meno della mia professione.
Consiglieresti la tua professione ad altri?
Per operare nel campo della ristorazione, per fare il barman ad esempio, ci vogliono dei presupposti personali. In particolare se si vogliono raggiungere, come è giusto che sia, alti livelli, sono necessari impegno, costanza, volontà e grande determinazione. Caratteristiche quasi più importanti ad esempio della creatività poi necessaria per creare un delizioso cocktail. Questo perché le difficoltà non mancano e a volte determinano muri così alti che solo chi vuole emergere davvero può superare. Accontentarsi non basta più e oggi ancor più che nel passato saper far di conto è necessario. Non è più possibile considerare il lavoro nel campo ristorativo come, aimè sta succedendo, il mestiere di chi non sa che fare. Oggi sono necessari professionisti abili e competenti, anche nella gestione. Forse è quindi anche per la "completezza" che questo lavoro offre che non posso far altro se non consigliare assolutamente di avvicinarsi a questa professione dalla porta principale.