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Concetti Chiave

  • I dittonghi e i trittonghi sono gruppi di vocali che si pronunciano con un'unica emissione di fiato, mentre lo iato permette la divisione in sillabe.
  • Le vocali si dividono in forti (A, E, O) e deboli (I, U); il dittongo include almeno una vocale debole, mentre lo iato può contenere vocali forti.
  • Il troncamento e l'elisione sono fenomeni fonologici che riguardano la caduta di vocali, ma solo l'elisione è segnata graficamente con un apostrofo.
  • L'accento può essere acuto o grave, modificando rispettivamente il suono chiuso o aperto della vocale; è fondamentale per il significato di alcune parole.
  • L'accento fonico non è graficamente segnato ma è essenziale per la pronuncia, mentre l'accento grafico deve essere sempre indicato in determinate parole.

In questo appunto di Grammatica viene descritto cosa sono i dittonghi, i trittonghi, gli iati e gli accenti. Attraverso alcuni esempi, si cerca di far comprendere le regole grammaticali per utilizzarli correttamente. Dittonghi, trittonghi, iati e accenti: regole grammaticali articolo

Indice

  1. La fonologia e il lessico
  2. Dittonghi, trittonghi e iati: definizione e regole principali
  3. Accento: definizione e regole d’utilizzo

La fonologia e il lessico

L’elisione è la caduta della vocale finale di una parola successiva.

Il segno grafico che indica l’elisione è l’apostrofo. Il troncamento è la caduta di una vocale o di una sillaba finale o di una parola davanti ad un’altra parola, che inizia per vocale o per consonante. Il troncamento non va indicato da alcun segno grafico. Il verbo è la parte variabile del discorso che indica azioni avvenimenti, modi di essere e situazioni riferite a persone animali o cose e collocati nel tempo. Il digramma e il trigramma sono gruppi rispettivamente di due e di tre lettere usati per indicare un unico suono. Nella divisione in sillabe questi gruppi non si separano mai. L'ortografia è l’insieme delle regole che ci permettono di scrivere in modo giusto. La sillaba è quella parte di ogni parola che si può pronunciare con una sola emissione di voce. La punteggiatura costituisce la “segnaletica” necessaria per leggere e interpretare correttamente un testo scritto.

Dittonghi, trittonghi e iati: definizione e regole principali

Dittonghi e trittonghi sono gruppi di due o tre vocali nella stessa parola, che si pronunciano con una emissione di fiato unica

. I dittonghi sono: ia - ai - ua - ou - ie - ei - iu - eu - io - oi - uo - iu – ui. Quindi, quando in una parola ci sono due vocali vicine, potrebbe esserci un dittongo. Come si fa a capire se si tratta di un dittongo oppure no? C’è un trucco! Le vocali, infatti, si dividono in forti e deboli. Le vocali forti sono A, E, O, quelle deboli I, U. Il dittongo è composto da due vocali, di cui almeno una è debole. Tuttavia, bisogna tenere presente il fatto che se la vocale debole è accentata, diventa forte. Sono esempi di dittonghi le parole: fiore, piano, cuore. Ce ne accorgiamo perché quando le pronunciamo, si sente che la U e la I sono forti. Mentre non sono dittonghi, ad esempio, le parole: paura e moria. I dittonghi non si possono dividere quando si fa la suddivisione in sillabe. Ad esempio, la parola fiore, nella divisione in sillabe diventa: fio/re. Il trittongo è l’unione di tre vocali, di cui due deboli. Come i dittonghi, neanche i trittonghi si possono dividere e sono: iuo - iai - iei - uai – uoi. Sono esempi di trittonghi le parole: premiai, guai, miei, buoi. Ad esempio, la parola premiai, nella divisione in sillabe diventa: pre/miai. Lo iato invece è formato da: vocale forte + vocale forte; vocale forte + vocale debole accentata; vocale debole accentata + vocale debole non accentata. Sono esempi di iato le parole: poeta, caos, paura, moria. Diversamente dal dittongo e dal trittongo, lo iato nella divisione in sillabe si può dividere. Ad esempio, la parola poeta, nella divisione in sillabe diventa: po/e/ta.

Per ulteriori approfondimenti su dittonghi, trittonghi e iati vedi anche qua

Dittonghi, trittonghi, iati e accenti: regole grammaticali articolo

Accento: definizione e regole d’utilizzo

L’accento è un segno grafico che si mette su alcune vocali per rafforzare il suono della sillaba e farle acquisire maggior rilievo. Può essere di due tipi: acuto, quando rende il suono della vocale chiuso (come nella parola “perché”) o grave, quando rende il suono della vocale aperto (come nella parola “purè”). Esistono due differenti tipi di accento: accento fonico, che è l’accento proprio di ogni parola, senza il quale la parola stessa non potrebbe essere pronunciata e che solitamente non viene segnato (ma è sempre indicato nel dizionario); accento grafico, che è quel particolare accento tonico che deve essere sempre segnato graficamente (come nelle parole “perché”, “ciò”, “verrà”, “già” ecc.). Alcune parole senza accento non hanno significato (ad esempio la parola caffè). Altre parole, invece, cambiano di significato quando hanno l’accento (ad esempio “casco” ha un significato diverso da “cascò”). Può essere utile una simpatica filastrocca per ricordare alcune regole dell’accento:
Su qui e qua l’accento non va
su lì, né e là a volte ci sta
su me e su te l’accento non c’è
sempre invece sta
su ciò, già, giù, piò e più,
ma mai sopra a su.

La filastrocca ci dice che su alcune parole l’accento solo a volte ci sta, perché gli cambia il significato. Infatti, se “lì” e “là” indicano un luogo, ci vuole l’accento, altrimenti no. Ad esempio, nella frase “ho messo lì i tuoi giochi, perché li avevi lasciati in giardino”, “ho messo lì” indica un luogo e, pertanto, vuole l’accento. Invece, “li avevi”, non lo vuole, perché non indica un luogo. La parolina “ne” invece, se indica una negazione vuole l’accento, altrimenti no. Infine c’è la E, che vuole l’accento solo quando è aperta e spiega qualcosa (ad esempio “la mamma è simpatica”), mentre non vuole l’accento quando è chiusa e unisce delle parole (ad esempio “Maria e Serena giocano”).

Domande da interrogazione

  1. Cosa sono i dittonghi e come si identificano?
  2. I dittonghi sono gruppi di due vocali che si pronunciano con una sola emissione di fiato, e almeno una delle vocali deve essere debole. Se la vocale debole è accentata, diventa forte.

  3. Qual è la differenza tra dittonghi e iati?
  4. I dittonghi sono composti da due vocali con una sola emissione di fiato, mentre gli iati sono formati da due vocali che si pronunciano separatamente e possono essere divisi nella suddivisione in sillabe.

  5. Come si distinguono i trittonghi dai dittonghi?
  6. I trittonghi sono l'unione di tre vocali, di cui due devono essere deboli, e come i dittonghi, non si possono dividere nella suddivisione in sillabe.

  7. Quali sono le regole principali per l'uso dell'accento?
  8. L'accento può essere acuto o grave e serve a rafforzare il suono della sillaba. L'accento fonico è intrinseco a ogni parola, mentre l'accento grafico deve essere segnato graficamente in alcune parole per evitare ambiguità di significato.

  9. Quando è necessario usare l'accento grafico su parole come "lì" e "là"?
  10. L'accento grafico è necessario su "lì" e "là" quando indicano un luogo, altrimenti non è richiesto.

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