Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • In italiano, i nomi generalmente terminano con -o per il maschile e -a per il femminile, ma ci sono eccezioni come nomi che finiscono in -e o maschili che terminano in -a.
  • Il genere dei nomi che indicano professioni segue spesso il modello -o per maschile e -a per femminile, ma esistono molte eccezioni e variazioni.
  • Alcuni termini cambiano significato quando passano dal maschile al femminile, come "il busto/la busta" e "il manico/la manica".
  • I nomi di animali possono avere forme diverse per maschile e femminile, ma non tutti gli animali hanno una controparte femminile specifica.
  • Esistono nomi che cambiano significato quando passano dal singolare al plurale, come "il lenzuolo/i lenzuoli/le lenzuola" e "il labbro/i labbri/le labbra".

Indice

  1. Introduzione
  2. Come si riconosce se un nome è maschile o femminile?
  3. Vediamo come funziona il genere nei nomi che indicano una professione
  4. Una particolarità

Introduzione

In italiano esistono due generi: il maschile e il femminile. Non esiste il neutro come in inglese o in tedesco

Come si riconosce se un nome è maschile o femminile?

• Di solito, il nome maschile finisce per -o e quello femminile per -a
Es. gatto, quaderno, libro, ragazzo, uomo, fratello, amico
ragazza, donna, scuola, valigia, macchina, sorella, amica

Purtroppo, non è sempre così!
A volte i nomi finiscono anche per -e; in questo caso, possono essere maschili o femminili
Es.

il cane, il pane, il padre, la madre, la patente, la televisione, la soluzione, la lezione
• Esistono anche nomi maschili che finiscono per -a
Es: il problema, il tema, il dramma

Per questo motivo, è bene imparare ogni parola nuova con l’articolo determinativo
• Con le parole maschili si utilizza “il” o qualche volta “lo”
• Con le parole femminili, si adopera “la”
• Se la parola, maschile o femminile, comincia per vocale, ”lo” e “la” vanno apostrofate e si trasformano in “l’ “

Es. il quaderno, il sole, lo zoccolo, la donna, l’amico, l’arte, l’abito, lo zucchero
Come si può notare “lo” si adopera davanti ai nomi maschili che iniziano per “z”.

Vediamo come funziona il genere nei nomi che indicano una professione

Per il maschile, la parola può finire in -o o in -e. Per il femminile sempre in -a
Esempio:
l’operaio/l’operaia – il maestro/la maestra – il commesso/la commessa – il parrucchiere/la parrucchiera –
l’infermiere/l’infermiera – il cameriere/la cameriera – il carabiniere (il femminile non esiste)

Alcuni nomi di professione, al femminile aggiungono anche una doppia -s prima di aggiungere la desinenza -a:
il professore/la professoressa, il dottore/la dottoressa
In qualche caso, al femminile il sostantivo resta invariato:
il cantante/la cantante, il presidente/la presidente (in alcuni ambienti esiste la tendenza a dire “la presidentessa”)

Ma non è sempre così. Le eccezioni sono tantissime
1) Alcune professioni, pur riferendosi al maschile, finiscono in -a e al femminile non cambiano. In genere sono termini che indicano professioni sanitarie. In questi, è assolutamente necessario fare attenzione all’articolo
Il dentista/la dentista – il farmacista/la farmacista – il pediatra/la pediatra – lo specialista/la specialista – un astronauta/un’astronauta

Alcuni termini, nel passaggio dal maschile al femminile, cambiano di significato
• il busto - la busta
• il manico - la manica della camicia
• il cartello - la cartella
• il caso - la casa
• il posto - la posta
• il cavo elettrico – la cava di marmo

Nel passaggio dal maschile al femminile, i nomi degli animali possono cambiare: gallo/gallina, cane/cagna/cagnetta, elefante/elefantessa, leone/leonessa.
Non tutti gli animali hanno il corrispondente nome femminile, per cui si deve dire: oca maschio/oca femmina, anatra maschio/anatra femmina

Una particolarità

Alcuni nomi possono essere maschili al singolare e maschili o femminili al plurale, ma con un cambio di significato
Il lenzuolo/i lenzuoli (più lenzuoli alla rinfusa) /le lenzuola (un paio di lenzuoli, il sopra e il sotto)
Il labbro/le labbra (della bocca) /i labbri (di una ferita)
Il braccio/le braccia (del corpo) /i bracci (di un fiume)
L’orecchio/le orecchie. Il maschile (= orecchi) si adopera nell’espressione “Essere tutt’orecchi”

Domande da interrogazione

  1. Come si determina il genere di un nome in italiano?
  2. In italiano, il genere di un nome si riconosce spesso dalla sua desinenza: i nomi maschili di solito finiscono in -o e quelli femminili in -a, ma ci sono eccezioni, come i nomi che terminano in -e o -a che possono essere di entrambi i generi.

  3. Quali sono le regole per i nomi di professione in italiano?
  4. I nomi di professione maschili possono finire in -o o -e, mentre quelli femminili finiscono sempre in -a. Alcuni nomi aggiungono una doppia -s al femminile, e in alcuni casi il nome resta invariato.

  5. Esistono eccezioni nel passaggio dal maschile al femminile?
  6. Sì, ci sono molte eccezioni. Alcuni nomi di professione non cambiano al femminile, specialmente in ambito sanitario, e alcuni termini cambiano significato quando passano dal maschile al femminile.

  7. Come cambia il genere nei nomi degli animali?
  8. I nomi degli animali possono cambiare dal maschile al femminile, come gallo/gallina, ma non tutti hanno un corrispondente femminile, quindi si usa "maschio" o "femmina" per specificare.

  9. Qual è una particolarità dei nomi italiani riguardo al genere e al numero?
  10. Alcuni nomi possono essere maschili al singolare e cambiare genere o significato al plurale, come "il lenzuolo" che diventa "le lenzuola" o "i lenzuoli" con significati diversi.

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