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Concordanza dei tempi verbali: le regole Pag. 1
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Sintesi
In questo appunto di Italiano vengono descritte le regole grammaticali per una corretta correlazione dei modi e dei tempi, in caso di: dipendenza dai tempi principali nelle proposizioni soggettive ed oggettive, dipendenza dai tempi storici nelle proposizioni soggettive e oggettive, dipendenza dai tempi principali nelle proposizioni interrogative indirette, dipendenza dai tempi storici nelle proposizioni interrogative indirette.



Consecutio temporum: che cos’è


Consecutio temporum” è un’espressione latina che indica la concordanza dei tempi, cioè il rapporto tra il tempo del verbo della frase principale e quello del verbo della frase subordinata. I tempi principali sono il presente e il futuro. I tempi storici sono il passato e il trapassato.
La prima cosa da fare è guardare il verbo della principale e chiederci se regge l’indicativo o il congiuntivo. Dopo aver capito cosa regge il nostro verbo, dobbiamo coniugarlo, scegliendo il tempo più opportuno in base a due fattori: prima di tutto in base al tempo e al modo del verbo della frase principale, e poi in base a quello che noi abbiamo bisogno di comunicare, cioè in base al legame temporale che noi vogliamo attribuire tra le due azioni. Per quanto riguarda la correlazione tra i tempi verbali della proposizione principale e quelli della proposizione subordinata, infatti, il rapporto tra loro può essere di anteriorità, di contemporaneità o di posteriorità.

Per ulteriori approfondimenti sulla consecutio temporum vedi anche qua

Dipendenza dai tempi principali nelle proposizioni soggettive ed oggettive


Si usa l'indicativo o il congiuntivo, a seconda dei casi:

  1. Se l'azione della subordinata è anteriore rispetto a quella della reggente si usa l'indicativo passato prossimo o il congiuntivo passato (cioè l’azione è già successa, rispetto al tempo in cui sto parlando).
    Esempio: Io dico che tu sei stato sincero (indicativo passato prossimo)
    Esempio: Io penso che tu sia stato sincero (congiuntivo passato)

  2. Se l’azione della subordinata è contemporanea rispetto a quella della reggente, si usa l’indicativo presente o il congiuntivo presente.
    Esempio: Io dico che tu sei sincero (indicativo presente)
    Esempio: Io penso che tu sia sincero (congiuntivo presente)

  3. Se l’azione della subordinata è posteriore rispetto all’azione della reggente, si usa l’indicativo futuro semplice (cioè se sto parlando al presente, però mi devo riferire a un’azione che rispetto al presente deve ancora succedere).
    Esempio: Io penso che tu sarai sincero (indicativo futuro)


Dipendenza dai tempi storici nelle proposizioni soggettive e oggettive


Si usa l'indicativo, il congiuntivo o il condizionale, a seconda dei casi:

  1. Se l’azione della subordinata è anteriore rispetto a quella della reggente, si usa l’indicativo trapassato prossimo o il congiuntivo trapassato.
    Esempi: Io dissi che tu eri stato sincero (trapassato prossimo)
    Io pensai che tu fossi stato sincero (congiuntivo trapassato)

  2. Se l’azione della subordinata è contemporanea a quella della reggente si usa l’indicativo imperfetto o il congiuntivo imperfetto.
    Esempi: Io dissi che tu eri sincero (indicativo imperfetto)
    Io pensai che tu fossi sincero (congiuntivo imperfetto)

  3. Se l’azione della subordinata è posteriore rispetto a quella della reggente, si usa il condizionale passato.
    Esempio: Io pensai che tu saresti stato sincero (condizionale passato)



Dipendenza dai tempi principali nelle proposizioni interrogative indirette


Si usa il congiuntivo, l'indicativo futuro o le forme perifrastiche al congiuntivo, a seconda dei casi:

  1. Se l’azione della subordinata è anteriore rispetto a quella della reggente si usa il congiuntivo passato.
    Esempio: Io ti chiedo cosa tu abbia fatto (congiuntivo passato)

  2. Se l’azione della subordinata è contemporanea rispetto a quella della reggente si usa il congiuntivo presente.
    Esempio: Io ti chiedo cosa tu faccia (congiuntivo presente)

  3. Se l’azione della subordinata è posteriore rispetto a quella della reggente si usa l’indicativo futuro semplice o la perifrastica con il congiuntivo presente.
    Esempio: Io ti chiedo cosa tu farai (indicativo futuro semplice)
    Esempio: Io ti chiedo cosa tu stia per fare (perifrastica con il congiuntivo presente)



Dipendenza dai tempi storici nelle proposizioni interrogative indirette


Si usa il congiuntivo, il condizionale passato o la perifrastica con il congiuntivo imperfetto, a seconda dei casi:

  1. Se l’azione della subordinata è anteriore rispetto a quella della reggente, si usa il congiuntivo trapassato.
    Esempio: Io ti chiesi cosa tu avessi fatto (congiuntivo trapassato)

  2. Se l’azione della subordinata è contemporanea rispetto a quella della reggente si usa il congiuntivo imperfetto.
    Esempio: Io ti chiesi cosa tu facessi (congiuntivo imperfetto)

  3. Se l’azione della subordinata è posteriore rispetto a quella della reggente si usa il condizionale passato o la perifrastica con il congiuntivo imperfetto.
    Esempio: Io ti chiesi cosa tu avresti fatto (condizionale passato)
    Esempio: Io ti chiesi cosa tu stessi per fare (perifrastica con il congiuntivo imperfetto)





Alcune importanti precisazioni


Nelle frasi interrogative, si usa il condizionale.
Esempio: Io ti chiesi se saresti venuto (condizionale passato)
Il “se” condizionale vuole soltanto il congiuntivo.
Esempio: Se studiassi mi sentirei più sereno (congiuntivo imperfetto)
Se utilizziamo lo stesso soggetto sia nella principale sia nella subordinata, sia in relazione al presente sia in relazione al passato, per esprimere anteriorità o contemporaneità, dovete utilizzare il semplice infinito. Ad esempio, noi non diciamo “io so che io sono bravo”, ma “so di essere bravo”. Se invece il legame è quello di posteriorità, sia rispetto al presente sia rispetto al passato, non potete seguire la regola dell’infinito, anche se il soggetto è lo stesso, e quindi dovete usare l’espressione “io so che io sarò bravo”.
Estratto del documento

COSTRUIAMO I PERIODI

È tornato presto Proposizione indipendente principale

Periodo semplice

Apro chiamo mia

la porta sorella

e

Principale Coordinata alla principale

Periodo composto

Apro la porta Principale

per Periodo complesso

chiamare mia sorella

Subordinata alla principale

Telefonerò a Renata Principale

per

chiederle i invitarla

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